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La maschera

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    Pietro.Barone
    Post: 23
    00 11/07/2011 14:49
    La maschera è un volto che non ha paura.
    La maschera è una bugia a fin di bene, il proprio.
    Un atto di pietà, costruito su una menzogna.
    Il vero volto ha occhi sgranati perchè conosce le verità del buio.
    Il vero volto nasconde lo sguardo perchè alieno fra le maschere, luci artificiali.
    Inversione di ruoli; il volto nudo è alieno, la maschera è la normalità.
    La bugia è la verità.
    La verità celata.
    Una verità che è collettiva; paura, profonda solitudine, senso di estraneità, assenza di uno scopo.
    La maschera è controllo.
    La verità è accettazione di non avere il controllo.
    Le maschere collaborano all'elaborazione di una realtà sostenibile, priva di radici e quindi senza futuro, quindi senza paura.
    La verità collettiva è l'umana umanità, in equilibrio sulla punta di uno spillo da sempre e per sempre.
    Senza controllo.
    Paura e Speranza.
    Umani, e allora?
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    Francesca Coppola
    Post: 1.652
    00 14/07/2011 12:36

    questa, se tu sei d'accodo la sposterei in strutture intermedie.
    Per quel che concerne il tema, potrei dire che è molto sfruttato, quindi, per trattarlo occorrerebbe maggior originalità, perchè in questi casi si corre spesso il rischio di un deja vù.

    Secondo Schopenhauer:

    «Tutto ciò che è profondo ama la maschera; le cose più profonde hanno per l'immagine e l'allegoria perfino dell'odio. (...) Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera: e più ancora, intorno a ogni spirito profondo cresce continuamente una maschera, grazie alla costantemente falsa, cioè superficiale interpretazione di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che egli dà.»


    "i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
    www.francescacoppola.wordpress.com
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    Pietro.Barone
    Post: 23
    00 15/07/2011 15:27
    Se mi parli di forma poetica alzo le mani, non sono capace e non c'è nulla da dire.
    Se mi dici che le mie parole sono troppo semplici e/o banali, posso non essere d'accordo ma alzo le mani, puoi pensarla come credi.
    Più o meno avete massacrato tutto quello che ho inserito, beh nessun problema, sono qui per confrontarmi e accetto le critiche di buon grado. Questo finchè si parla di "stile".

    Ma ora mi dici che i MIEI PENSIERI sono "temi" sfruttati che affronto con poca originalità! Ma chi sei?
    Con tutto il rispetto, secondo me non ti sei saputa regolare.
    Stai parlando di qualcosa che è stato generato nella mia testa in maniera autonoma; qualcosa di mio, che prima non esisteva e ora si.
    Ci hai pensato anche tu? Forte! Anche Schopenhauer? Fortissimo! E quindi?

    Puoi spostare i miei post dove credi meglio, sei a casa tua e sei tu che organizzi. Puoi anche cancellarli, perchè indegni, nessun problema. Anzi ti invito a farlo perchè io non posso; lo so avendoci già provato.

    Saluti, Pietro
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    Francesca Coppola
    Post: 1.652
    00 15/07/2011 16:40

    mi dispiace che quello che ho detto ha provocato questa reazione.
    Hai ragione: io non sono nessuno, sia che ti lusinghi o ti critichi.
    In entrambi i casi sarebbe tutto così soggettivo.
    Non ho la la presunzione di pensare che quello che dico sia verità universale, ma è una mia opinione; putroppo questi sono rischi che si corrono se si è troppo sensibili alle esternazioni altrui.
    Ora se tu vuoi cancellare tutto, c'è solo da chiederlo.
    Io però non lo farei e per diverse ragioni.

    Se vuoi un confronto, questa è la strada da percorrere e non credo assolutamente che tu sia stato massacrato.
    A me hanno detto di smettere di scrivere, questo trovo offensivo.


    Se le mie parole ti sono apparse offensive, me ne scuso, visto che non era mia intenzione. Le mie, più che critiche avevano il sapore di consigli che tu sei libero di seguire o meno, ma se vuoi pubblicare in un luogo pubblico devi capire che sei soggetto così come a lodi, anche a critiche.


    Mi sono probabilmente spiegata male, il pensiero che ti ho riportato di Schopenauer, non era per dire che ci aveva pensato anche lui prima di te, altrimenti ti avrei riportato Freud, Nietzche ecc. era solo un collegamento di tematica, nulla più. Ti ho fatto partecipe di un passo che adoro.

    Per il resto, sono un po' perplessa, passo e chiudo perchè non mi sentirei di parlare liberamente dopo questa fuoriuscita.

    Un saluto a te
    [Modificato da Francesca Coppola 15/07/2011 16:42]


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    Pietro.Barone
    Post: 23
    00 15/07/2011 20:07
    Re:
    Ciao,
    non mi sono affatto offeso, mi ha infastidito molto leggere un giudizio sul tema. Perchè è così che l'ho interpretato, a quanto pare, dici, ingiustamente.
    Se ti ha offeso il Ma chi sei? mi spiace, non era certo riferito alla tua persona o alla critica in sè, che ho apprezzato e apprezzo.
    Era unicamente riferito al giudizio che ho percepito nella tua frase: è stato già detto da molti, in molti modi, quindi puoi solo superarli tutti o non sei neanche degno di considerazione.
    In questo caso il Ma chi sei? lo direi pure al Papa...
    Mi dici che il tuo non era un giudizio ma un consiglio? Ti chiedo scusa, allora, ho male interpretato.

    A mio avviso non esiste possibilità di accettare un giudizio sul tema, non esiste accettare un giudizio sulle emozioni o uno sui pensieri. Tu che ne pensi?

    Ascolta, non ci conosciamo abbastanza per cui è ovvio che non possiamo leggerci fra le righe.
    Io le critiche, soprattutto quelle sostenute da argomentazioni, le adoro; le ritengo l'unica possibilità di crescita, perchè obbligano al confronto.
    Al contrario i giudizi sono la fine della crescita; un giudizio è un chiodo che fissa il momento nel tempo, lo tiene immobile e lo estende all'infinito. Una critica è uno scroscio d'acqua ghiacciata, anche violenta, che spazza via tutto quello che non è saldo. Però ti permette di ricostruire su quelle basi.
    Se tu mi avessi detto "smetti di scrivere che non sei capace", non mi sarei offeso e forse neanche infastidito, onestamente ti avrei riso in faccia. Se tu mi avessi detto "smetti di scrivere d'amore" mi sarei trasformato nella Torcia Umana... Stai parlando di qualcosa che è stato generato nella mia testa in maniera autonoma; qualcosa di mio, che prima non esisteva e ora si.
    Riesco a spiegarmi?
    Tu che ne pensi?

    Infine ti prego di non fraintendere, la questione dello spostamento non mi tocca minimamente e neanche la cancellazione. Sono cose prive di senso per me, ma capisco che dal punto di vista organizzativo abbiano un senso. Il mio invito a fare come credi era privo di sarcasmo, fai davvero come credi...

    Ciao, a presto, spero.


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    Versolibero
    Post: 793
    00 16/07/2011 03:28
    @La maschera è un volto che non ha paura.
    -> E' una definizione, ovvia, per me, poiché la maschera è non esprime paura o altri sentimenti, è statica.

    @La maschera è una bugia a fin di bene, il proprio.
    -> Questo per me è un aforisma

    @Un atto di pietà, costruito su una menzogna.
    -> Qui trovo la prima nota che esplica un po' del tuo sentire, ma senza nessuna musicalità, tanto meno nella parte seguente:

    @Il vero volto ha occhi sgranati perchè conosce le verità del buio.
    -> Nessuna musicalità né ritmo, è una riga di prosa. (Si scrive "perché", non "perchè")

    Allora: fin qui sappiamo che la maschera non ha nulla da temere, che è una bugia perché nulla rivela a chi la guarda dei sentimenti del volto che ricopre e nasconde, mentre il vero volto penetra nell'oscurità dove scruta la verità del buio (come ci riesca non si sa, ma andiamo avanti)

    @Il vero volto nasconde lo sguardo perchè alieno fra le maschere, luci artificiali.
    Inversione di ruoli; il volto nudo è alieno, la maschera è la normalità.
    La bugia è la verità.
    La verità celata.
    -> A quel che capisco, il "vero volto" non ha poi così valore, oserei dire - scusa il termine - non ha palle perché altrimenti non nasconderebbe lo sguardo solo perché fra le maschere si sente alieno, dunque il vero volto fa il gioco della maschera, cioè della normalità.
    Non capisco però perché dici che "la bugia è verità - verità celata"
    La bugia è bugia, punto. La maschera è finzione, punto. La verità è coraggio. E' proprio quando si è diversi dalla massa 'normale' che lo sguardo è fiero e spiazzante, non ha bisogno di nascondersi.


    @Una verità che è collettiva; paura, profonda solitudine, senso di estraneità, assenza di uno scopo.
    La maschera è controllo.
    La verità è accettazione di non avere il controllo.
    Le maschere collaborano all'elaborazione di una realtà sostenibile, priva di radici e quindi senza futuro, quindi senza paura.
    -> Tutta questa parte la trovo, scusami, banale anche come prosa: una scrittura dove non c'è un guizzo di creatività. L'unico passaggio che spicca è quello successivo, nella parte in grassetto:

    @La verità collettiva è l'umana umanità, in equilibrio sulla punta di uno spillo da sempre e per sempre.
    Senza controllo.
    Paura e Speranza.
    Umani, e allora?

    e anch'io mi chiedo: e allora? Dov'è questa originalità?
    Francesca gentilmente chiede se sei d'accordo nel metterla nelle strutture intermedie: io ce l'avrei messa di mio in quanto è una riflessione che non ha nulla a che vedere con la poesia.
    Sposo in pieno il parere di Francesca:

    "Per quel che concerne il tema, potrei dire che è molto sfruttato, quindi, per trattarlo occorrerebbe maggior originalità, perchè in questi casi si corre spesso il rischio di un deja vù"

    che, non è un giudizio di non-merito dell'autore, ma è solo un rilievo condivisibile sulla forma; infatti il tema è sì molto sfruttato, però questo non significa che non si debba più scrivere su di esso: nessuno inventa nulla di nuovo, di cui non sia stato scritto già, ma proprio per questo occorre maggiore originalità.
    Offendersi per questo rilievo significherebbe avere idee preconcette sui propri scritti e nessun bisogno di confronto, ma non penso che sia il tuo caso... dunque ti consiglio di far tesoro dei consigli (scusa il gioco di parole [SM=g8320]) come abbiamo fatto tutti e facciamo ancora, in piena libertà anche di rifiutarli.

    Ciao e benvenuto,
    Rosanna


    [Modificato da Versolibero 16/07/2011 03:29]


    ______________________________________________________________________________
    "Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
    o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
    (citazione di EEFF)
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    Pietro.Barone
    Post: 23
    00 16/07/2011 08:54
    Ciao anche a te, grazie del benvenuto.
    Se avessi avuto preconcetti sui miei scritti non li avrei postati certo qui, avrei pubblicato il mio bel libro a costo quasi zero e mi sarei pavoneggiato dalle righe del mio blog, appositamente costruito, aspettando di venderne qualche copia, come tanti.

    Va bene, non è poesia.
    Priva di originalità, non musicale ed espressa con parole semplici, spesso banali, per niente evocative.
    Ma questo non mi tocca, nel senso che non sono convinto che la forma sia così importante come sostenete.
    Quello che era importante per me, era capire se l'emozione era stata comunicata al lettore, questo è l'unico fallimento che riconosco.
    Ho il dubbio che l'accanimento sulla forma metta in secondo piano l'emozione e i concetti espressi, impedendo una vera analisi dei contenuti, del messaggio.

    Sono d'accordo sullo spostamento, ho già detto che non è importante per me.
    Grazie dei consigli.
    Saluti
    [Modificato da Pietro.Barone 16/07/2011 09:42]
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    Versolibero
    Post: 793
    00 16/07/2011 11:06
    Re:
    Pietro.Barone, 16/07/2011 08.54:

    Va bene, non è poesia.
    Priva di originalità, non musicale ed espressa con parole semplici, spesso banali, per niente evocative.
    Ma questo non mi tocca, nel senso che non sono convinto che la forma sia così importante come sostenete.
    Quello che era importante per me, era capire se l'emozione era stata comunicata al lettore, questo è l'unico fallimento che riconosco.
    Ho il dubbio che l'accanimento sulla forma metta in secondo piano l'emozione e i concetti espressi, impedendo una vera analisi dei contenuti, del messaggio.



    Allora, riepiloghiamo: scriviamo per una necessità interiore e pubblichiamo per comunicare, ma anche per verificare cosa arrivi al lettore delle nostre sacrosante intenzioni.

    Che cosa conti o non conti in poesia, lo decide l'autore, nel senso che, a seconda se un autore si evolve da una scrittura ingenua o primitiva (tutti abbiamo cominciato così) o se mancasse costantemente ciò che valuto poesia secondo i miei parametri, posso decidere di continuare a leggerlo o di non leggerlo più.
    Le stroncature sono come il rame o lo zolfo sulla vigna: sono veleni necessari alla salute della pianta per un'ottima vendemmia.

    Forse faremmo prima se ci dicessi che cos'è per te poesia, ma attenzione: quando andiamo a postare in una sezione di poesia, come minimo avremo letto la sua definizione, fin dalla più semplice:

    it.wikipedia.org/wiki/Poesia

    poi, una volta preso atto di ciò, possiamo pure chiamare frutta un'ortica o una patata [SM=g8119] ma guai se mangiassimo ciliegie in plastilina [SM=g8228]
    (l'esempio è generico)

    Che cosa distingue un saggio, un diario, un racconto da una poesia? Me lo sai dire?

    Negare l'importanza della forma sarebbe come negare tutta la tradizione e l'evoluzione delle forme dai nostri Padri ai giorni nostri; hai letto questo articolo?

    enricomeloni.altervista.org/coselapoesia.htm


    forse mi dirai che vuoi sperimentare forme diverse, ma prima è importante imparare a costruire secondo le regole base, per arrivare a demolirle consapevolmente in un atto creativo fuori dal comune; viceversa si ottiene il conformismo dell'anticonformismo fine a se stesso.

    Ciao,
    Rosanna










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    "Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
    o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
    (citazione di EEFF)
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    Pietro.Barone
    Post: 23
    00 16/07/2011 11:16
    Come spiegarmi...


    Lo stile è una risposta a tutto.
    un nuovo modo di affrontare un giorno noioso o pericoloso
    fare una cosa noiosa con stile è meglio che fare una cosa pericolosa senza stile.
    fare una cosa pericolosa con stile è ciò che io chiamo arte.
    La corrida può essere arte
    Boxare può essere arte.
    Amare può essere arte.
    Aprire una scatola di sardine può essere arte.
    Non molti hanno stile.
    Non molti possono mantenere lo stile.
    Ho visto cani con più stile degli uomini,
    Sebbene non molti cani abbiano stile.
    I gatti ne hanno in abbondanza.

    Quando Hemingway si è fatto saltare le cervella con un fucile, quello era stile.
    Alcune persone ti insegnano lo stile.
    Giovanna d'Arco aveva stile.
    Giovanni il Battista.
    Gesù
    Socrate.
    Cesare.
    García Lorca.
    In prigione ho conosciuto uomini con stile.
    Ho conosciuto più uomini con stile in prigione che fuori di prigione.
    Lo stile è una differenza, un modo di fare, un modo di esser fatto.
    Sei aironi tranquilli in uno specchio d'acqua, o tu, mentre esci dal bagno nuda senza
    vedermi.



    Questa del mio caro amico Charles è una poesia?
    Per molti lui non è stato nemmeno un poeta...

    Non ha nulla di quello che dite.
    Per me è magnifica.
    Per me è poesia. [SM=g8217]

    Mi dici che nel contesto di questo forum va postata in un altro luogo, ci posso stare, non sono vincolato dal mio ego.
    Mi dici che non sono versi? Ok, non lo sono, è evidente.
    Mi dici che non corrisponde a nessuno dei canoni poetici? Ok, va bene.
    Mi dici che non è poesia? Uhm... ok, per te non lo è. Non mi va di discutere del sesso degli angeli. [SM=g8192]

    Mi dici che per parlare di stile ci vuole ben altro che una serie di aforismi poco originali e qualche affermazione abusata per nulla evocativa? Ecco che torna la Torcia Umana... [SM=g8140]

    L'ultima. La scelta di un linguaggio piuttosto che un altro per te è sufficiente a comprendere (e giudicare) il percorso evolutivo di un autore che non conosci? Non parlo di me, ma del concetto in se.
    Io non sono affatto d'accordo.


    CiaoCiao
    [Modificato da Pietro.Barone 16/07/2011 11:51]
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    Nihil.
    Post: 711
    00 16/07/2011 12:02
    Signor Barone, lei sta compiendo un errore di prospettiva: il testo di poesia di Bukowski non è poesia se lo si legge tradotto, mentre in inglese è poesia, anche se non conforme ai canoni della tradizione anglo-americana. Nello specifico lei si sta rifacendo ad un filone di poesia denominata "populist" o da "reading", nata con Walt Whitman e poi sviluppata dal movimento beat, in cui la metrica tradizionale sillabica di matrice shakesperiana (il blank verse) e quella di importazione europea (alessandrino, endecasillabo, ecc) viene sostituita da una musicalità data dall'uso insistito di alliterazioni, ripetizioni, consonanze, assonanze, rime sul modello del fraseggio jazz... questo modello di poesia ha senso solamente nei paesi anglofoni, visto che la nostra metrica è di tipo accentuativo, e quindi il ritmo viene dato dal corretto posizionamento degli accenti all'interno del verso e non dal numero di sillabe da cui esso è composto. In Italia una poesia simile a quella di Bukowski è riscontrabile in poeti come Antonio Porta ed Edoardo Sanguineti, che però sono due mostri per capacità metriche, o in alternativa in certi slam poetici (non a caso d'importazione americana) il cui modello di riferimento sono le gare fra rapper afro-americani. Se legge in originale Bukowski e ne segue il ritmo e poi rilegge la sua, sentirà come i testi che lei produce sono deficitari anche secondo i canoni che vorrebbe seguire.


    "Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis

    No Copyright: copia, remixa, diffondi.






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    Pietro.Barone
    Post: 23
    00 16/07/2011 12:17
    Per favore non darmi del Lei, permettimi il Tu, almeno in un forum...
    Grazie per la lezione, lo dico sinceramente, senza sarcasmo. Ci ragiono su e poi magari ne riparliamo, devo approfondire alcune cose prima di poter rispondere.
    Quello che sento al momento è che questo approccio alla poesia è solo tecnico. L'emozione, il senso, il messaggio sono in secondo piano. Ho letto molte poesie canonicamente perfette che non trasmettono assolutamente nulla. Non so, ci devo riflettere. Il tuo post mi ha destabilizzato, quant'è brutta l'ignoranza. Ma grazie delle dritte.

    A presto.
  • OFFLINE
    Versolibero
    Post: 793
    00 16/07/2011 12:29
    Re:
    Pietro.Barone, 16/07/2011 11.16:


    Mi dici che non è poesia? Uhm... ok, per te non lo è. Non mi va di discutere del sesso degli angeli. [SM=g8192]

    Mi dici che per parlare di stile ci vuole ben altro che una serie di aforismi poco originali e qualche affermazione abusata per nulla evocativa? Ecco che torna la Torcia Umana... [SM=g8140]

    L'ultima. La scelta di un linguaggio piuttosto che un altro per te è sufficiente a comprendere (e giudicare) il percorso evolutivo di un autore che non conosci? Non parlo di me, ma del concetto in se.
    Io non sono affatto d'accordo.


    CiaoCiao



    sarà per un fatto di traduzione, ma di questa poesia di C.B. salverei poche cose: il verso finale sicuramente, il resto è noioso. Ma ci sono molte altre sue poesie che mi piacciono e conosco molti poeti che si rifanno a lui con molto stile, ma in genere diffido delle imitazioni perché sono sempre inferiori all'originale.

    Parlare di torcia umana perché ti si dice che la poesia è poco evocativa mi sembra un po' catastrofico, non trovi?

    Sei liberissimo di non essere d'accordo, ma temo che potresti ritrovarti a rispondere a novantanove persone su cento: "per te non è poesia", il restante uno per cento sei tu? [SM=g10631] Al momento mi pare che c'è un'animità di pareri su questo forum, ma mica per scoraggiarti, eh!

    Per finire ti ricorderei che la tua domanda:
    "La scelta di un linguaggio piuttosto che un altro per te è sufficiente a comprendere (e giudicare) il percorso evolutivo di un autore che non conosci?"
    è errata, perché il mio giudizio l'ho espresso NON sul tuo percorso evolutivo, di cui effettivamente non so nulla, ma nello specifico di questo testo, come gli altri miei commenti prendono in oggetto le relative poesie.

    Piuttosto, fossi in te, avrei risposto nel merito della critica e di ciò che non ho capito qui:


    @Il vero volto nasconde lo sguardo perchè alieno fra le maschere, luci artificiali.
    Inversione di ruoli; il volto nudo è alieno, la maschera è la normalità.
    La bugia è la verità.
    La verità celata.

    -> A quel che capisco, il "vero volto" non ha poi così valore, oserei dire - scusa il termine - non ha palle perché altrimenti non nasconderebbe lo sguardo solo perché fra le maschere si sente alieno, dunque il vero volto fa il gioco della maschera, cioè della normalità.
    Non capisco però perché dici che "la bugia è verità - verità celata"
    La bugia è bugia, punto. La maschera è finzione, punto. La verità è coraggio. E' proprio quando si è diversi dalla massa 'normale' che lo sguardo è fiero e spiazzante, non ha bisogno di nascondersi.







    ______________________________________________________________________________
    "Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
    o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
    (citazione di EEFF)
  • OFFLINE
    Pietro.Barone
    Post: 23
    00 16/07/2011 13:09
    ->il restante uno per cento sei tu?
    SIIIIIIIIIII [SM=g8119]

    Ok, torniamo alla mia riflessione

    Dalla tua interpretazione posso solo dedurre di non essere riuscito a trasferire l'emozione. Ripeto, è l'unico fallimento che riconosco.
    In questo senso ho molto da lavorare in molti miei lavori.

    Proviamo a fare così, se ti va.

    Il soggetto della riflessione è la paura e il senso di alienazione; entrambi scaturiti dalla sensazione d'impossibilità di essere se stessi in mezzo agli altri, percepiti come finti, non sinceri, non veri. E che costringono a mascherarsi.

    La bugia è la verità.
    La verità è celata.

    Così?


    P.S.
    ->Parlare di torcia umana perché ti si dice che la poesia è poco evocativa mi sembra un po' catastrofico, non trovi?

    No, la torcia si accende quanto qualcuno dice "ci vuole ben altro". Sarà catastrofico ma è la precisa emozione che si focalizza al centro del mio stomaco. Che ti devo dì...
    [Modificato da Pietro.Barone 16/07/2011 13:20]
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    Francesca Coppola
    Post: 1.652
    00 18/07/2011 17:03

    A mio avviso non esiste possibilità di accettare un giudizio sul tema, non esiste accettare un giudizio sulle emozioni o uno sui pensieri. Tu che ne pensi?




    mi chiedi cosa ne penso, e allora cerco di spiegarmi.
    Quando ho pubblicato una pseudo-poesia, testo adolescenziale su di un sito, ho avuto 3 commenti, tutti positivi. Così è successo per la seconda e la terza. Poi una persona ha cominciato a farmi una specie di nota critica, quest'ultima non l'ho presa molto bene. Perchè? non ero preparata/abituata al confronto, al mettermi in gioco e lo celavo con frasi tipo: "non puoi permetterti di giudicare qualcosa che ho partorito io!" oppure se la cambi è roba tua, non più mia! ecc.

    C'è voluto molto tempo devo dire, tipo un centinaio di messaggi privati, per arrivare a capire il punto di vista altrui e non ragionare solo secondo il mio. Alla fine avrebbe potuto fare come tutti e dire:bella e bellissima! senza spendere poi una marea di parole solo per spiegarmi.

    Da allora ho preso a cuore la scrittura, prima scrivevo come sfogo, poi è diventato uno studio continuo, la ricerca di qualcosa, perchè non si può minimamente pensare che la scrittura sia innata.
    LA SPINTA PROPULSIVA SICURAMENTE LO è, ma poi ci vuole altro.

    Scrivere è comunque una forma d'arte e non vedo perchè uno scultore debba fare una scuola apposita, così come il pittore perfeziona le tecniche e le possibili variazioni di colore, ora mi chiedo il motivo per cui chi scrive non debba, in qualche modo, imparare, farsi aiutare ecc.

    Il che non significa mettere alla gogna i propri scritti, ma sentirne i vari pareri, estrapolare poi quelli che ti potranno essere utili.
    Imparando innanzitutto a distinguere quelli che sono consigli da quelli invece che mirano solo a distruggere.

    Ora se ti fai un giretto sul forum, troverai i pareri spassionati e talvolta molto crudi che usiamo farci, e questo in una piccola famiglia come la nostra è sintomo di sincerità, altruismo e voglia di collaborazione.


    Spero di essere stata chiara e che ogni mia parola ti giunga con l'animo con cui la sto pensando e scrivendo.

    Un caro saluto


    "i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
    www.francescacoppola.wordpress.com
  • OFFLINE
    Pietro.Barone
    Post: 23
    00 18/07/2011 17:21
    Ho frainteso il tuo atteggiamento. Ti chiedo scusa.
    Apprezzo molto quello che hai scritto.
    Grazie.