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In memoria di Giovanni Giudici

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    Clodiaf0904
    Post: 686
    00 24/05/2011 19:57
    SENSI



    Come per quotidiana intimità
    che più non ci sorprende del noi stesso
    in piena luce in ombra e oscurità
    abito non diverso nel tuo sesso:
    lo guardo attento insieme a te patisce
    il gentile morirsi d’ora in ora,
    la lingua ti nomina e lambisce,
    la mano ti medita e ti esplora
    il respiro ti parla,il tuo tremore
    del futuro svuotato m’impaurisce
    l’orecchio accosto al cuore
    un tempo di brevi momenti scandisce:
    dove in te scopro una terra evidente
    che nei previsti confini concludo
    mia familiare madre e parente
    coscienza e corpo nudo.



    Giovanni Giudici-I Meridiani- Mondadori editore




    [Modificato da Clodiaf0904 24/05/2011 19:58]
    http://fiorelladerrico.wordpress.com
    http://fiorelladerrico.blogspot.com

    "Se tu la mia tomba vorrai sfiorare con le delicate mani poni una pietra di ferro e di peso sulla bianca lastra che mi copre, e tu scriverai il verso che chiude l'intenso paragone."
    Amelia rosselli
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    Maredinotte
    Post: 1.681
    00 24/05/2011 21:58
    Giovanni Giudici è nato a Porto Venere, nel 1924. E' stato scrittore di racconti, poeta, giornalista per varie testate e anche per l'Olivetti in "Giornale di fabbrica". Ci lascia oggi, nella mattinata, tutti i suoi versi.


    Grazie Fiore per avercelo ricordato.



    L’AMORE CHE MIA MADRE

    L’amore che mia madre amò tutta la vita
    non fu mio padre – ma un uomo
    col quale era sparita fingendo di morire.
    Per questo ritornava al termine della sua vita
    a me che non volevo vederla finire.

    *

    LA VITA IN VERSI

    Metti in versi la vita, trascrivi
    fedelmente, senza tacere
    particolare alcuno, l’evidenza dei vivi.

    Ma non dimenticare che vedere non è
    sapere, né potere, bensì ridicolo
    un altro voler essere che te.

    Nel sotto e nel soprammondo s’allacciano
    complicità di visceri, saettando occhiate
    d’accordi. E gli astanti s’affacciano

    al limbo delle intermedie balaustre:
    applaudono, compiangono entrambi i sensi
    del sublime – l’infame, l’illustre.

    Inoltre metti in versi che morire
    è possibile più che nascere
    e in ogni caso l’essere è più del dire.

    da Autobiologia

    *

    ERA CERTO IL PRINCIPIO

    Conoscerai la buia compagnia
    delle luci schermate che dai treni
    misti trapelano lente.
    ________________________Una notte
    la stazione di Pisa era un inferno
    di pioggia, di soldati, di rovine:
    era certo il principio, ma a te fine
    parve di un’altra età, quando la docile
    viaggiatrice s’arrese alla conquista.
    Poi fu la buia compagnia, non vista
    nei volti, fatta delle voci rade:
    parlavano di donne e di contrade,
    di quasi-morti e del pane di guerra.

    da La stazione di Pisa

    "La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
    robertadaquino.wordpress.com