00 13/06/2013 18:36
Carissima Ketty,
scusa il ritardo con cui ti scrivo, per prima cosa. Non penso che ci sia neppure in questo una risposta unica da dare. Il primo passo è trovare la propria serenità, è quella che Aurora sente e sentirà, indipendentemente dai gesti o simboli esteriori che avete introdotto nella vostra vita quotidiana. Il bacio alla foto in casa, o quello al cimitero, per me sono un segno positivo se li dà col sorriso (perché vi vede darli col sorriso), se li dà con l’aria triste (perché vi vede piangere lì) è facile che possa risentirne.
Io ti posso raccontare la mia storia. In casa non abbiamo esposto nulla di Emma, ma di Emma si parla e Emanuele ne parla anche con i suoi amici (nessuno di loro è figlio unico), dicendo che lui comunque una sorellina ce l’ha, in cielo e si chiama Emma. Lo portavo anch’io all’inizio al cimitero: crescendo ha cominciato lui a dire di non voler più venire e noi lo assecondiamo naturalmente. Solo di tanto in tanto chiede di venire per annaffiare il pinetto che abbiamo piantato accanto alla lapide. Osserva Aurora a questo riguardo ora che cresce, e segui i suoi desideri.
Se senti la rabbia dentro, fatti aiutare da un professionista, nessuno deve dimostrare di essere wonder woman o altro, devi solo cercare di ritornare serena, per te stessa, come donna e come madre, e di rifesso per Aurora. Giuseppe lo deve capire, perché stando meglio tu starete meglio tutti. I primi mesi io son vissuta a pillole (ansiolitici) e preghiere, e sono state entrambe utili, in egual misura. Non bisogna demonizzare l’aiuto terapeutico e farmacologico. La fede mi ha regalato poi la serenità del cuore, quasi subito, e per fortuna non ho mai provato rabbia, tanto dolore sì, ma mai rabbia. Ad Emanuele che mi chiede “raccontami di quando stavo nella tua pancia”, gli racconto della mia tristezza per la morte di Emma, delle mie lacrime, delle mie preghiere, di una grande amica che ho trovato su internet (e lui a questo punto dice “e’ Ilaria, la mamma di Siria e Livia!”)e di Gesù che, guardando me e Paolo, ha deciso di ricompensare tutta quella sofferenza col bimbo più meraviglioso che si possa desiderare. Lui sorride contentissimo…e l’autostima diciamo che non gli manca.
Noi mamme, come d’altronde hanno fatto le nostre, sbagliamo e sbaglieremo. E' naturale, siamo umane, anche se le nostre intenzioni coi figli sono sempre ottime. Una mamma che abbraccia e che sorride è però di sicuro una buona mamma, il porto sicuro di ogni figlio che fa timoroso i suoi primi passi verso la vita. Ritrovare il sorriso e la serenità è fondamentale e lotta per questo traguardo.
Ti abbraccio forte forte forte
Giovanna