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Il miglior generale di sempre

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    Pico total war
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    00 01/04/2011 17:57
    Piccolo sondaggio in cui vi invito a dare il vostro comandante preferito
    e il migliore di sempre 8motivando la risposta [SM=g27963] )
    I parametri per stabilire le capacità sarebbero a mio parere
    - strategia a lungo termine
    - tattica/comando
    - incidenza storica
    - popolarità e stima dell'esercito

    Do il mio parere dando le mie motivazioni qualche post più in là

    Migliore: Napoleone
    Preferito: Alexandre
    [Modificato da Pico total war 01/04/2011 17:58]




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    Zames
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    00 01/04/2011 18:40
    Non è facile dare risposta, perché pochissimi condottieri ebbero sia incidenze importanti sulla Storia, sia riuscirono ad attuare sempre le loro strategie a lungo termine.

    Comunque, a mio giudizio come condottiero sul campo il migliore rimane Annibale: genio tattico come pochi, è uscito dalle principali battaglie che ha combattuto sempre vincitore...tranne l'ultima.
    Su Zama ci sarebbero parecchi punti interessanti da discutere, per esempio il fatto che lui utilizzò gli elefanti che gli furono forniti anche sapendo che erano poco addestrati e quindi anche poco affidabili, scelta tattica che sembra non avere senso per un generale attento e intelligente come lui: ci sono infatti alcune teorie secondo le quali Annibale prevedeva che i pachidermi avrebbero sbandato sulla sua cavalleria, inferiore di numero, inducendola a fuggire. La fuga sarebbe stata simulata, perché avrebbe in realtà portato la cavalleria romana (tra cui la famigerata cavalleria numida) fuori dal campo di battaglia, lasciando così lo scontro alle fanterie.
    Anche questo sembra senza senso, se pensiamo sempre ai Romani come alla forza di fanteria migliore del mondo antico, ma ricordiamoci che all'epoca della battaglia ancora non lo erano, e che Annibale era ancora un avversario degno di essere temuto (infatti gli unici che dettero veramente filo da torcere ai romani repubblicani furono condottieri di tipo ellenistico, e Annibale era a tutti gli effetti uno di questi, questo discorso è un po' lungo e andrebbe approfondito, vi consiglio il libro "Canne" di Bocchiola e Sartori, davvero ottimo).

    Come stratega, molto audace ma purtroppo non tiene in conto alcuni punti sui Romani, primo fra tutti la capacità di rigenerarsi dalle loro ceneri; molto audace perché prende decisioni impreviste, come l'attraversamento delle paludi in Etruria, esperienza che gli costerà un occhio. Il suo obiettivo di scardinare l'alleanza italica per far scendere Roma a patti non riesce, e questo manda all'aria tutta la campagna in Italia; vorrei ricordare che comunque Annibale Roma non voleva di certo conquistarla o raderla al suolo, il suo obiettivo era far scendere a patti i Romani per ottenere condizioni vantaggiose per Cartagine (anche se lui viveva nei "personali" domini dei Barca in Spagna, una sorta di loro regno personale).
    Come incidenza storica Annibale non ne ebbe molta, se non ci fosse stato credo che la Storia sarebbe proseguita tutto sommato abbastanza simile a come è andata dopo.
    Annibale inoltre è quasi pefettamente il generale descritto in "L'arte della guerra" di Sun Tzu, che consiglio di leggere a tutti gli appassionati di Storia militare, per farne anche confronti con comandanti che non lo avevano mai letto.

    Altri due grandi furono Napoleone e Alessandro: il primo ebbe anche una gigantesca incidenza sulla Storia d'Europa, infatti dopo di lui nulla fu mai più come prima, così come il secondo, che lasciò un segno immenso in Asia ed Europa Mediterranea.
    Anche il primo fu un genio, rivoluzionando anche l'esercito e le tattiche, ma commise un errore madornale in Russia; quanto a Waterloo, pare che stesse non molto bene e che i comandi effettivi passarono ad alcuni ufficiali.
    Il Macedone è praticamente imbattuto, però ricordiamo che morì giovane, se avesse proseguito la sua vita chissà, forse avrebbe trovato chi lo avrebbe sconfitto.

    Tutti e tre quelli che ho citato erano tenuti in grande stima presso i loro eserciti.

    Ce ne sarebbero tanti altri, magari li scriverò, ma i miei più importanti (e preferiti) sono questi.
    [Modificato da Zames 01/04/2011 18:41]
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    Imperatore I
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    00 01/04/2011 21:53
    Il miglior generale di sempre? Ce ne furono tanti, reputo difficile confrontarli dato che molti sono vissuti in epoche differenti combattendo con armi differenti.

    Premesso ciò, reputo che il miglior generale di sempre sia stato il poco conosciuto Lucio Domizio Aureliano, imperatore dal 270 al 275 e che fu uno l'ultimo grande imperatore prima di Diocleziano e la divisione dell'Impero.
    Fu un grande generale che trovò l'impero quasi distrutto ( separazione dei regni di Palmira e delle Gallie )e in tre anni ,dal 271 al 274, riuscì a riunificare l'impero con campagne lampo degne del blitzkrieg.
    Fu l'ultimo imperatore che cercò di salvare l'Urbe dal declino completo appoggiandosi sulla propria ascendenza sull'esercito ( era egli stesso un militare ) nonostante abbia avuto anche una forte popolarità tra la popolazione.

    Altri grandi generali furono Napoleone ( il mio preferito ), Alessandro Magno, Giulio Cesare, Eugenio di Savoia, Carlo XII di Svezia e , ovviamente, Garibaldi



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    Zames
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    00 01/04/2011 22:11
    Re:
    Imperatore I, 01/04/2011 21.53:

    Il miglior generale di sempre? Ce ne furono tanti, reputo difficile confrontarli dato che molti sono vissuti in epoche differenti combattendo con armi differenti.



    Hai perfettamente ragione, purtroppo è difficile fare una stima precisa perché magari non tutti si sarebbero comportati allo stesso modo in un periodo diverso. Però secondo me, se uno sviluppa un buon genio militare in una vita, perché non anche in un'altra?

    Comunque se posso consigliare un'altra lettura, suggerirei "I Grandi condottieri che hanno cambiato la Storia" di Frediani, è davvero illuminante e ben fatto su questo argomento (tra l'altro quelli che hai citato ci dovrebbero essere tutti se noon sbaglio).
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    Imperatore I
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    00 01/04/2011 22:18
    Consiglio anch'io un bel libro " I Grandi Condottieri da Alessandro Magno ad Eisenhower le vite, le gesta, le bettaglie " di Jeremy Blacke ( non so se è scritto giusto ) è un bel libro, illuminante direi e ti fa scoprire anche condottieri di cui ignoravo l'esistenza.
    Inoltre ha belle immagini sulle battaglie più importanti dei vari generali mostrando anche le loro strategie e tattiche



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    Fabius Maximus Germanicus
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    00 01/04/2011 22:39
    Re:
    Zames, 01/04/2011 18.40:

    Non è facile dare risposta, perché pochissimi condottieri ebbero sia incidenze importanti sulla Storia, sia riuscirono ad attuare sempre le loro strategie a lungo termine.

    Comunque, a mio giudizio come condottiero sul campo il migliore rimane Annibale: genio tattico come pochi, è uscito dalle principali battaglie che ha combattuto sempre vincitore...tranne l'ultima.
    Su Zama ci sarebbero parecchi punti interessanti da discutere, per esempio il fatto che lui utilizzò gli elefanti che gli furono forniti anche sapendo che erano poco addestrati e quindi anche poco affidabili, scelta tattica che sembra non avere senso per un generale attento e intelligente come lui: ci sono infatti alcune teorie secondo le quali Annibale prevedeva che i pachidermi avrebbero sbandato sulla sua cavalleria, inferiore di numero, inducendola a fuggire. La fuga sarebbe stata simulata, perché avrebbe in realtà portato la cavalleria romana (tra cui la famigerata cavalleria numida) fuori dal campo di battaglia, lasciando così lo scontro alle fanterie.
    Anche questo sembra senza senso, se pensiamo sempre ai Romani come alla forza di fanteria migliore del mondo antico, ma ricordiamoci che all'epoca della battaglia ancora non lo erano, e che Annibale era ancora un avversario degno di essere temuto (infatti gli unici che dettero veramente filo da torcere ai romani repubblicani furono condottieri di tipo ellenistico, e Annibale era a tutti gli effetti uno di questi, questo discorso è un po' lungo e andrebbe approfondito, vi consiglio il libro "Canne" di Bocchiola e Sartori, davvero ottimo).

    Come stratega, molto audace ma purtroppo non tiene in conto alcuni punti sui Romani, primo fra tutti la capacità di rigenerarsi dalle loro ceneri; molto audace perché prende decisioni impreviste, come l'attraversamento delle paludi in Etruria, esperienza che gli costerà un occhio. Il suo obiettivo di scardinare l'alleanza italica per far scendere Roma a patti non riesce, e questo manda all'aria tutta la campagna in Italia; vorrei ricordare che comunque Annibale Roma non voleva di certo conquistarla o raderla al suolo, il suo obiettivo era far scendere a patti i Romani per ottenere condizioni vantaggiose per Cartagine (anche se lui viveva nei "personali" domini dei Barca in Spagna, una sorta di loro regno personale).
    Come incidenza storica Annibale non ne ebbe molta, se non ci fosse stato credo che la Storia sarebbe proseguita tutto sommato abbastanza simile a come è andata dopo.
    Annibale inoltre è quasi pefettamente il generale descritto in "L'arte della guerra" di Sun Tzu, che consiglio di leggere a tutti gli appassionati di Storia militare, per farne anche confronti con comandanti che non lo avevano mai letto.

    Altri due grandi furono Napoleone e Alessandro: il primo ebbe anche una gigantesca incidenza sulla Storia d'Europa, infatti dopo di lui nulla fu mai più come prima, così come il secondo, che lasciò un segno immenso in Asia ed Europa Mediterranea.
    Anche il primo fu un genio, rivoluzionando anche l'esercito e le tattiche, ma commise un errore madornale in Russia; quanto a Waterloo, pare che stesse non molto bene e che i comandi effettivi passarono ad alcuni ufficiali.
    Il Macedone è praticamente imbattuto, però ricordiamo che morì giovane, se avesse proseguito la sua vita chissà, forse avrebbe trovato chi lo avrebbe sconfitto.

    Tutti e tre quelli che ho citato erano tenuti in grande stima presso i loro eserciti.

    Ce ne sarebbero tanti altri, magari li scriverò, ma i miei più importanti (e preferiti) sono questi.




    Mi associo alle considerazioni di Zames, anch'io ritengo Annibale il miglior tattico, incontrastabilmente il migliore dell'antichità: mi permetto di aggiungere alcune considerazioni.

    A prescindere dall'essere sopravvissuto ed aver riportato clamorose vittorie in territorio nemico per 15 anni (!!!), sempre in netta inferiorità numerica, in assenza di rinforzi di qualità (nel senso dell'equipaggiamento e dell'addestramento, giacché in loco ebbe soprattutto aiuti dai galli che avendo più impeto che disciplina utilizzò prevalentemente come "carne da macello" in prima linea), ha conseguito in particolare la vittoria di Canne, che probabilmente è uno dei pochissimi casi nella storia di vittoria totale contro un nemico enormemente più forte e contro la migliore fanteria del mondo antico. Consiglio a quanti non l'abbiano mai fatto di studiarsi un resoconto tattico di quella battaglia: conscio del punto di forza dei romani li ha praticamente indotti a puntare proprio su quello per farli cadere nella trappola creando un effetto ad "elastico", ovvero con i poco corazzati galli in prima linea che ritirandosi verso le linee arretrate si sono trasformati in una sorta di imbuto nel quale le legioni si sono buttate, ammassandosi tutte insieme ed impacciandosi a vicenda, furono accerchiate (dopo l'annientamento della cavalleria romana operata da quella numida e la sua successiva carica) da un nemico che numericamente era poco più della metà. Di 80.000 e più soldati romani e alleati ne scampò forse 1/10 alla morte o alla prigionia (forse). Questo breve resoconto solo per darvi un'idea di chi stiamo parlando.





    Per quanto riguarda il fallimento della sua strategia di ampio respiro, ovvero la rivolta degli italici, è dovuto sicuramente ad un concorso di fattori, non tutti a lui imputabili:

    1) forse generalizzò troppo la situazione dei galli, effettivamente insofferenti al giogo romano, e di alcune città della Magna Grecia, non considerando che invece le popolazioni centro-italiche, molto più affini ai romani anche culturalmente, avevano tratto anche ampi vantaggi dalla dominazione romana (aumento dei traffici, stabilità, fine di saccheggi e guerre fratricide) e che quindi non si sarebbero facilmente ribellate: questo è forse il principale errore a lui imputabile;

    2) la mancanza di appoggio concreto da parte del suo stesso popolo, o meglio della sua élite: Annibale era visto come un eroe leggendario da parte della "plebe" cartaginese, e l'oligarchia mercantile di Cartagine, capeggiata da Annone, temeva una sua irresistibile ascesa al potere se avesse vinto la guerra coi romani: non lo supportarono mai adeguatamente con la flotta, che al posto di potenziare lasciarono più o meno inalterata, lasciando di fatto il dominio dei mari ancora ai romani, e con esso impedendo de facto ogni serio invio di rinforzi di qualità (fanteria libica, elefanti, cavalleria numida) che avrebbe ulteriormente fatto pendere la bilancia a favore di Annibale. Qui emerge il grande problema di fondo: Annibale era un genio guerriero ma era un uomo solo, i romani erano un intero popolo guerriero, e per ogni legione distrutta se ne poteva sempre riformare un'altra; i cartaginesi erano un popolo di mercanti, che anelava più alla tranquillità dei commerci e alla ricchezza, preferendo queste all'addestramento ed alla vita militare. Senza capire che con Roma non era un problema di contrattazioni, ma di sopravvivenza stessa (l'unico a capirlo fu Annibale stesso e più in generale i Barcidi tutti, dal padre al cognato ai fratelli). Di fatto il destino del tramonto di Cartagine è scritto proprio in queste righe, Annibale non fece che ritardare l'inevitabile;

    3) il fatto che non abbia preso Roma dopo Canne non fu un errore, ma una scelta calcolata (e a mio modo di vedere giusta): innanzitutto il suo esercito oltre ad essere non sufficientemente consistente dal punto di vista numerico non era equipaggiato per una guerra d'assedio, e la sua arma letale, la cavalleria numida, era fortissima solo in campo aperto, e totalmente inutile sotto le mura, dove al contrario la fanteria romana avrebbe potuto dispiegare tutto il suo valore; sarebbe penetrato nel cuore del territorio nemico, senza la sicurezza delle retrovie per il vettovagliamento e il ripiegamento (ricordo che lui si trovava solo in territorio nemico, una sola sconfitta gli sarebbe stata fatale, tutti i suoi "alleati" dell'ultima ora gli avrebbero voltato le spalle), correva il rischio di essere schiacciato sotto le mura da un eventuale intervento di legioni dei socii che l'avrebbero chiuso in una morsa, inoltre era probabilmente in attesa di rinforzi che invece non arrivarono mai. Inoltre Roma avrebbe potuto saccheggiarla, non tenerla per via sempre dei ben noti problemi. Forse avrebbe potuto ammazzare tutti e raderla al suolo, ma non credo che questo fosse nelle caratteristiche del personaggio (ricordo che mostrò sempre grande rispetto per i nemici vinti vivi o morti che fossero, in particolare i comandanti, cosa che i romani non fecero verso di lui, lanciandogli la testa del fratello oltre le mura del suo accampamento); di fatto qui la mossa fu giusta, la causa principale del non poter prendere Roma si ricollega sempre al punto 2).

    4) sconfitta di Zama: secondo me se la giocò al meglio delle possibilità che aveva, contando che delle sue truppe le uniche di qualità erano i 15.000 veterani d'Italia più parte della cavalleria superstite sempre della campagna d'Italia. E concordo sull'idea degli elefanti usati espressamente per costringere i romani alla formazione in colonna, che li avrebbe indeboliti in una battaglia d'attrito che il barcide probabilmente intenzionalmente cercò, come secondo me volontariamente decise di allontanare la cavalleria, visto che la sua fanteria era più numerosa dei legionari, e il rapporto tra veterani era quasi lo stesso (15.000 vs i 17.000 romani).
    Nonostante Scipione fosse tutto meno che uno sprovveduto ed avesse studiato al meglio le tattiche di Annibale, i romani arrivarono molto molto vicini alla sconfitta, se non fosse tornata in tempo la cavalleria numida probabilmente sarebbero stati fatti a pezzi dalle forze fresche dei veterani d'Italia...

    per un buon (ma sintetico) resoconto: it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Zama
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    Fabius Maximus Germanicus
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    00 01/04/2011 22:40
    Re: Re:
    Zames, 01/04/2011 22.11:



    Hai perfettamente ragione, purtroppo è difficile fare una stima precisa perché magari non tutti si sarebbero comportati allo stesso modo in un periodo diverso. Però secondo me, se uno sviluppa un buon genio militare in una vita, perché non anche in un'altra?

    Comunque se posso consigliare un'altra lettura, suggerirei "I Grandi condottieri che hanno cambiato la Storia" di Frediani, è davvero illuminante e ben fatto su questo argomento (tra l'altro quelli che hai citato ci dovrebbero essere tutti se noon sbaglio).




    lo sto leggendo proprio in questi giorni [SM=g27964]
    anche se purtroppo per la natura stessa dell'opera è un po' scarno, e mancano le tattiche sul campo spiegate su mappa... peccato
    O=======================================================================================O



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    Knight Of Jerusalem
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    00 01/04/2011 22:52
    Il nostro caro Annibale d'altronde "sapeva come ottenere la vittoria ma non come sfruttarla" [SM=g27964]

    Io da sempre sono rimasto affascinato dalla figura di Alessandro Magno e per me rimane in migliore, colui che ha portato un popolo di pecorai a dominare il mondo(anche se per poco tempo). E' chiaro però che gran parte della sua opera è merito di suo padre Filippo.

    Anche io sto leggendo il libro di Frediani, dispiace anche a me che sia un pò scarno ma tratta davvero un sacco di personaggi!
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    Zames
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    00 01/04/2011 22:59
    Ottime considerazioni su Annibale, vorrei precisare un paio di miei punti di vista (diciamo che li ho letti e fatti miei): ricordiamo che a Canne, oltre ai Galli, furono massacrati anche gli Iberici, si può ben stimare un massacro del centro di 5.000 guerrieri! E se non ricordo male, Annibale era proprio lì in mezzo, anche perché il centro non doveva cedere né troppo, né troppo presto.

    Inoltre credo sia giusto puntualizzare che comunque ci furono anche alcuni punti che sfavorirono i Romani e favorirono nettamente Annibale (informazioni che lui di certo aveva, è quasi certo che avesse una rete di spionaggio molto ben strutturata, praticamente sapeva sempre tutto quello che gli serviva sui suoi avversari), ma con detti punti non voglio certo sminuirlo.
    Prima di tutto, il comando delle legioni era diviso e in disaccordo, un nobile e un homo novus venuto dalla plebe dell'Urbe (o comunque di sangue non patrizio), e il giorno della battaglia il comando toccò a Varrone, che aveva bisogno della gloria di un trionfo per acquisire fama. Probabilmente Annibale contò molto su questa rivalità tra i due.
    Sarebbe bene ricordare inoltre che le legioni a Canne non erano sicuramente composte in grossa misura da soldati tra i più esperti, ma per la maggior parte da reclute: teniamo presente che Annibale le aveva già ampiamente date ai Romani al Trebbia (anche se fu più una scaramuccia), al Ticino e al Trasimeno, gran parte delle forze militari Romane erano sparite (alcuni storici moderni tendono per questo a ridimensionare di molto le cifre, ma non condivido ciò per il semplice fatto che i Romani considerarono sempre e per sempre Canne la loro sconfitta più grande, anche dopo Adrianopoli dissero che fu la loro peggior sconfitta...dopo Canne).

    Non tentare l'assalto a Roma fu puro buon senso: a parte che la città poteva resistere per molto tempo ricevendo rinforzi, lusso che Annibale non poteva permettersi, dietro le mura stanziavano altre due legioni. Inoltre non intendeva conquistarla, non doveva mica annientare i Romani.

    Annibale sì, sostanzialmente fu un uomo solo ma non del tutto: aveva i suoi fratelli, secondo me iniziò a perdere la speranza e, forse, la voglia, quando morirono entrambi, prima Asdrubale e poi Magone.
    Deve essere stata una perdita terribile per lui.


    lo sto leggendo proprio in questi giorni
    anche se purtroppo per la natura stessa dell'opera è un po' scarno, e mancano le tattiche sul campo spiegate su mappa... peccato



    Purtroppo dovendo trattare di 100 personaggi, deve essere abbastanza breve e può dilungarsi giusto di una pagina o due sui più importanti (la sezione più lunga riguarda Napoleone se non ricordo male).
    Di Frediani sono molto ben fatti solitamente i libri che hanno temi molto più ristretti, ad esempio "Grandi battaglie di Roma Antica" e "L'ultima battaglia dell'Impero Romano".
    [Modificato da Zames 01/04/2011 23:03]
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    Zames
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    00 01/04/2011 23:08
    Re:
    Knight Of Jerusalem, 01/04/2011 22.52:

    Il nostro caro Annibale d'altronde "sapeva come ottenere la vittoria ma non come sfruttarla" [SM=g27964]

    Io da sempre sono rimasto affascinato dalla figura di Alessandro Magno e per me rimane in migliore, colui che ha portato un popolo di pecorai a dominare il mondo(anche se per poco tempo). E' chiaro però che gran parte della sua opera è merito di suo padre Filippo.



    Su Annibale ho già detto nel post precedente, su Alessandro: la riforma dell'esercito macedone fu opera del padre, che le diede di santa ragione ai Greci a Cheronea, ma Alessandro poteva vantare anche un'audacia, un coraggio e una volontà che non credo abbiano molti eguali (a Cheronea fu lui a guidare l'attacco che sterminò il Battaglione Sacro tebano); oltre alle tattiche era la sua presenza di spirito a concedergli la vittoria; infatti si sa che praticamente fu ferito in ogni parte del corpo, e che in una delle prime battaglie contro i Persiani, il Granico, rischiò la vita (fu salvato dal generale Clito "il Nero", che fu ampiamente ehm "ringraziato" più avanti), si fece più cauto solo nell'ultimo periodo.
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    Keirosophos
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    00 01/04/2011 23:18
    I condottiero che mi ha affascinato di più (sin da piccolo) fu Alessandro Magno. Probabilmente quella sua voglia di passare i confini e i limiti del mondo allora conosciuto (nessun europeo, per lo meno in spedizioni militari) si spinse così lontano almeno fino alle grandi scoperte geografiche. Naturalmente un altro aspetto è stata la volontà di fondere i due popoli (greci e persiani) peccato che questo abbia portato ad atteggiamenti e conseguenze in parte negative. Poi bisogna considerare che fu lui che rese il greco la lingua internazionale del mediterraneo orientale fino all'arrivo degli arabi, che in un certo senso permise la creazione dei regni ellenistici, che in seguito ebbero peso nello sviluppo della stessa Roma imperiale.
    ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    postremo dicas primus taceas
    parla per ultimo, zittisci per primo




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    Zames
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    00 01/04/2011 23:28
    Re:
    Keirosophos, 01/04/2011 23.18:

    I condottiero che mi ha affascinato di più (sin da piccolo) fu Alessandro Magno. Probabilmente quella sua voglia di passare i confini e i limiti del mondo allora conosciuto (nessun europeo, per lo meno in spedizioni militari) si spinse così lontano almeno fino alle grandi scoperte geografiche. Naturalmente un altro aspetto è stata la volontà di fondere i due popoli (greci e persiani) peccato che questo abbia portato ad atteggiamenti e conseguenze in parte negative. Poi bisogna considerare che fu lui che rese il greco la lingua internazionale del mediterraneo orientale fino all'arrivo degli arabi, che in un certo senso permise la creazione dei regni ellenistici, che in seguito ebbero peso nello sviluppo della stessa Roma imperiale.




    Alessandro ha avuto un impatto enorme sulla Storia, era una specie di eroe persino in certe storie indiane! Il suo grande sogno era quello di creare un Impero universale, il fatto che abbia preso anche abitudini persiane ha fatto indignare molti dei suoi soldati ma per lui era fondamentale integrare nella sua stessa persona questo cambiamento (e forse, data anche la sua personalità, ne rimase anche affascinato), e portare avanti anche le tradizioni persiane. Dopo di lui, furono solo sue ombre (a parte Tolomeo e figure successive come Antioco III il Grande), ma i vari regni ed imperi che si crearono furono fondamentali per lo sviluppo del Vicino oriente e del Mediterraneo...chissà se avesse anche portato l'esercito a Occidente cosa sarebbe stato in grado di fare
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    Fabius Maximus Germanicus
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    00 02/04/2011 00:36
    Re: Re:
    Zames, 01/04/2011 23.28:




    Alessandro ha avuto un impatto enorme sulla Storia, era una specie di eroe persino in certe storie indiane! Il suo grande sogno era quello di creare un Impero universale, il fatto che abbia preso anche abitudini persiane ha fatto indignare molti dei suoi soldati ma per lui era fondamentale integrare nella sua stessa persona questo cambiamento (e forse, data anche la sua personalità, ne rimase anche affascinato), e portare avanti anche le tradizioni persiane. Dopo di lui, furono solo sue ombre (a parte Tolomeo e figure successive come Antioco III il Grande), ma i vari regni ed imperi che si crearono furono fondamentali per lo sviluppo del Vicino oriente e del Mediterraneo...chissà se avesse anche portato l'esercito a Occidente cosa sarebbe stato in grado di fare




    probabilmente i domini ad est si sarebbero rivoltati... dovete considerare che gestire le provincie indiane dalla Macedonia, beh... sarebbe stato impossibile coi mezzi dell'epoca. I romani avevano comunque difficoltà di comunicazione, e potevano contare sulla "autostrada marittima" del mediterraneo che accorciava enormemente i tempi... immaginatevi le staffette per galoppare fino in Battriana... :/
    O=======================================================================================O



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    Fabius Maximus Germanicus
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    00 02/04/2011 00:41
    Re:
    Zames, 01/04/2011 22.59:

    Ottime considerazioni su Annibale, vorrei precisare un paio di miei punti di vista (diciamo che li ho letti e fatti miei): ricordiamo che a Canne, oltre ai Galli, furono massacrati anche gli Iberici, si può ben stimare un massacro del centro di 5.000 guerrieri! E se non ricordo male, Annibale era proprio lì in mezzo, anche perché il centro non doveva cedere né troppo, né troppo presto.

    Inoltre credo sia giusto puntualizzare che comunque ci furono anche alcuni punti che sfavorirono i Romani e favorirono nettamente Annibale (informazioni che lui di certo aveva, è quasi certo che avesse una rete di spionaggio molto ben strutturata, praticamente sapeva sempre tutto quello che gli serviva sui suoi avversari), ma con detti punti non voglio certo sminuirlo.
    Prima di tutto, il comando delle legioni era diviso e in disaccordo, un nobile e un homo novus venuto dalla plebe dell'Urbe (o comunque di sangue non patrizio), e il giorno della battaglia il comando toccò a Varrone, che aveva bisogno della gloria di un trionfo per acquisire fama. Probabilmente Annibale contò molto su questa rivalità tra i due.
    Sarebbe bene ricordare inoltre che le legioni a Canne non erano sicuramente composte in grossa misura da soldati tra i più esperti, ma per la maggior parte da reclute: teniamo presente che Annibale le aveva già ampiamente date ai Romani al Trebbia (anche se fu più una scaramuccia), al Ticino e al Trasimeno, gran parte delle forze militari Romane erano sparite (alcuni storici moderni tendono per questo a ridimensionare di molto le cifre, ma non condivido ciò per il semplice fatto che i Romani considerarono sempre e per sempre Canne la loro sconfitta più grande, anche dopo Adrianopoli dissero che fu la loro peggior sconfitta...dopo Canne).

    Non tentare l'assalto a Roma fu puro buon senso: a parte che la città poteva resistere per molto tempo ricevendo rinforzi, lusso che Annibale non poteva permettersi, dietro le mura stanziavano altre due legioni. Inoltre non intendeva conquistarla, non doveva mica annientare i Romani.

    Annibale sì, sostanzialmente fu un uomo solo ma non del tutto: aveva i suoi fratelli, secondo me iniziò a perdere la speranza e, forse, la voglia, quando morirono entrambi, prima Asdrubale e poi Magone.
    Deve essere stata una perdita terribile per lui.




    Condivido tutto, hai sottolineato giustamente alcuni aspetti che avevo tralasciato. Tra l'altro pare che Annibale provocò espressamente quel giorno i romani a dare battaglia proprio perché sapeva che al comando c'era Varrone.

    Per quanto riguarda i fratelli, aggiungerei che la loro morte fu determinante anche per un altro motivo: con loro svaniva anche la possibilità di conservare i possedimenti cartaginesi in Spagna, e le miniere d'argento più l'afflusso di mercenari iberici che forse erano le uniche speranze di aiuto per Annibale. Anche loro mai appoggiati dai consigli cittadini di Cartagine tra l'altro (le colonie cartaginesi in Iberia erano de facto quasi una proprietà privata barcide, che era mal tollerata a Cartagine, ma d'altronde se l'erano guadagnata da soli quindi...).
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    00 02/04/2011 09:15
    Re:
    Scusi
    [Modificato da Pico total war 02/04/2011 09:16]




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    00 02/04/2011 09:16
    Re:
    Imperatore I, 01/04/2011 21.53:

    Il miglior generale di sempre? Ce ne furono tanti, reputo difficile confrontarli dato che molti sono vissuti in epoche differenti combattendo con armi differenti.



    Avevo dato parametri oggettivi e in questi ahimè Annibale forse è a metà classifica. Poniamo di dar lui 10 in comando e strategia (ma i dementi erano i comandanti romani il più delle volte e potrei dimostrarlo)
    Incidenza storica 0
    popolarità non mi sembra il caso anzi come avete già detto era solo
    esercito di mercenari
    La differenza tra un generale e un condottiero è che il secondo è settoriale non ha altri interessi oltre il campo. Cerchiamo qui un uomo poliedrico. Annibale ho l'impressione che abbia ottenuto una stima cosi alta per aver messo in crisi i suoi avversari cosi celebri e non esserci riuscito a pieno cosi da esaltare oltre modo i romani - cosa che non avviene con i Parti chissà com'è. E allora perché non Scipione imbattuto e capace di un'impresa molto più complessa del primo in una situazione disperata anche dal punto di vista diplomatico?
    Cmq Annibale con questo topic non c'entra perchè dico Napoleone:
    Comando 10 e lode rivoluzione totale, nella semplicità cmq delle sue mosse, sul campo e avversari molto preparati che solo un genio e rivoluzionatore poteva sconfiggere in oltre 50 battaglie ed uscirne tutto sommato imbattuto
    Strategia qui la lode non la merita per il semplice fatto che le campagne se non si ha la possibilità di vittoria non si iniziano nemmeno [SM=g27964] Però la rivoluzione della logistica le marce forzate la perfezione con la quale condusse anche la campagna di russia mi portano a questa valutazione
    Incidenza storica non c'è bisogno di dibattere [SM=g27960]
    Popolarità citatemi un altro generale con tale popolarità ma qui si tratta del post rivoluzione e un pò di squilibrio con altri personaggi c'è
    L'esercito lo avrebbe seguito anche su Marte meno si poteva dire di Alessandro ad esempio.
    il primato è assolutamente indiscusso [SM=x1140522]
    Alessandro è un gradino sopra per strategia ma non per comando contava sulla strategia nello sfruttare un terreno (con cui mise fuori i carri falcati); la sfacciataggine (ma anche il gravissimo rischio) di giocarsi tutto in poche battaglie con un grande svantaggio numerico.
    Paga però diverse congiure, un esercito più che spaccato fece assassinare Aminta il fratello il comandante dei veterani autore con Filippo di numerose imprese Clito (e c'entra relativamente l'attimo di follia perché solo follia non era). Mi verrà detto che non avrebbe potuto fare diversamente che l'impresa era tale da detrminare necessariamente effetti collaterali ma qui cerchiamo fatti oltre le cause [SM=g27960] Non sono d'accordo con febius in base a che si sarebbero ribellate? [SM=g27972] la Bactriana? [SM=g27972] [SM=g27972] E chi ha detto che Alexandre sarebbe tornato in macedonia [SM=g27972] ? Ancora non aveva imposto su quelle regioni nient'altro che gli accordi precedenti già in passato molto instabili. Non avrebbe avuto più alcun interesse nel mantenere quelle regioni e cmq aveva diverse guarnigioni macedoni poste in tutto l'impero fondato una rete di città fedelissime [SM=g27960]

    si parla dell'Arabia ma era una missione di livello relativo più che altro esplorativo il suo sogno sarebbe stato venire in Italia e vendicare lo zio re Alessandro I d'Epiro ucciso a tradimento ci sarebbe riuscito? [SM=x1140411] chissà credo di si


    A mio parere Filippo fu anche più grande del figlio compiendo un'impresa forse maggiore - Demostene [SM=x1140520] [SM=x1140520] ma non c'è paragone per diverse ragioni
    Cesare non fu un uomo da meno forse meriterebbe il 2 posto
    A voi l'analisi di altri nomi ancora non citati [SM=g27963]
    [Modificato da Pico total war 02/04/2011 09:42]




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    Zames
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    00 02/04/2011 15:35
    Re: Re: Re:
    Fabius Maximus Germanicus, 02/04/2011 00.36:


    probabilmente i domini ad est si sarebbero rivoltati... dovete considerare che gestire le provincie indiane dalla Macedonia, beh... sarebbe stato impossibile coi mezzi dell'epoca. I romani avevano comunque difficoltà di comunicazione, e potevano contare sulla "autostrada marittima" del mediterraneo che accorciava enormemente i tempi... immaginatevi le staffette per galoppare fino in Battriana... :/



    Sì, questo è uno scenario probabile, a meno di impiantare nelle satrapie governanti di provata fedeltà...in ogni caso prima o poi sarebbe successo comunque credo.

    Pico total war, 02/04/2011 09.16:



    Avevo dato parametri oggettivi e in questi ahimè Annibale forse è a metà classifica. Poniamo di dar lui 10 in comando e strategia (ma i dementi erano i comandanti romani il più delle volte e potrei dimostrarlo)
    Incidenza storica 0
    popolarità non mi sembra il caso anzi come avete già detto era solo
    esercito di mercenari
    La differenza tra un generale e un condottiero è che il secondo è settoriale non ha altri interessi oltre il campo. Cerchiamo qui un uomo poliedrico. Annibale ho l'impressione che abbia ottenuto una stima cosi alta per aver messo in crisi i suoi avversari cosi celebri e non esserci riuscito a pieno cosi da esaltare oltre modo i romani - cosa che non avviene con i Parti chissà com'è. E allora perché non Scipione imbattuto e capace di un'impresa molto più complessa del primo in una situazione disperata anche dal punto di vista diplomatico?
    Cmq Annibale con questo topic non c'entra perchè dico Napoleone:
    Comando 10 e lode rivoluzione totale, nella semplicità cmq delle sue mosse, sul campo e avversari molto preparati che solo un genio e rivoluzionatore poteva sconfiggere in oltre 50 battaglie ed uscirne tutto sommato imbattuto
    Strategia qui la lode non la merita per il semplice fatto che le campagne se non si ha la possibilità di vittoria non si iniziano nemmeno [SM=g27964] Però la rivoluzione della logistica le marce forzate la perfezione con la quale condusse anche la campagna di russia mi portano a questa valutazione
    Incidenza storica non c'è bisogno di dibattere [SM=g27960]
    Popolarità citatemi un altro generale con tale popolarità ma qui si tratta del post rivoluzione e un pò di squilibrio con altri personaggi c'è
    L'esercito lo avrebbe seguito anche su Marte meno si poteva dire di Alessandro ad esempio.
    il primato è assolutamente indiscusso [SM=x1140522]
    Alessandro è un gradino sopra per strategia ma non per comando contava sulla strategia nello sfruttare un terreno (con cui mise fuori i carri falcati); la sfacciataggine (ma anche il gravissimo rischio) di giocarsi tutto in poche battaglie con un grande svantaggio numerico.
    Paga però diverse congiure, un esercito più che spaccato fece assassinare Aminta il fratello il comandante dei veterani autore con Filippo di numerose imprese Clito (e c'entra relativamente l'attimo di follia perché solo follia non era). Mi verrà detto che non avrebbe potuto fare diversamente che l'impresa era tale da detrminare necessariamente effetti collaterali ma qui cerchiamo fatti oltre le cause [SM=g27960] Non sono d'accordo con febius in base a che si sarebbero ribellate? [SM=g27972] la Bactriana? [SM=g27972] [SM=g27972] E chi ha detto che Alexandre sarebbe tornato in macedonia [SM=g27972] ? Ancora non aveva imposto su quelle regioni nient'altro che gli accordi precedenti già in passato molto instabili. Non avrebbe avuto più alcun interesse nel mantenere quelle regioni e cmq aveva diverse guarnigioni macedoni poste in tutto l'impero fondato una rete di città fedelissime [SM=g27960]

    si parla dell'Arabia ma era una missione di livello relativo più che altro esplorativo il suo sogno sarebbe stato venire in Italia e vendicare lo zio re Alessandro I d'Epiro ucciso a tradimento ci sarebbe riuscito? [SM=x1140411] chissà credo di si


    A mio parere Filippo fu anche più grande del figlio compiendo un'impresa forse maggiore - Demostene [SM=x1140520] [SM=x1140520] ma non c'è paragone per diverse ragioni
    Cesare non fu un uomo da meno forse meriterebbe il 2 posto
    A voi l'analisi di altri nomi ancora non citati [SM=g27963]



    Annibale è vero, come incidenza storica (come detto prima) non ne ebbe molta, nel senso che se anche non fosse passato forse la Storia sarebbe stata poco diversa. Vero è anche che forse non tanto i comandanti romani erano tutti dei fessi (molti sì, non tutti), quanto Annibale fece leva sulla "virtus" romana; come pensiero militare i romani non erano ancora ai livelli degli eserciti ellenistici, ma ci arrivarono poco dopo, con i risultati che ne seguirono.

    Permettimi di puntalizzare che il fatto che il suo esercito fosse composto quasi solo da mercenari non è certo indice della sua impopolarità, ma la norma: a Cartagine gli eserciti erano composti quasi solo da mercenari, siccome non era negli interessi dei punici essere guerrieri.
    Piuttosto indice della sua stima sono senz'altro due fatti:
    1) aveva tenuto unito uno degli eserciti etnicamente più variegati della Storia (be' del resto questo anche Napoleone, ricordo che gli Italiani alla campagna di Russia erano circa 30.000 se non sbaglio), composto da soldati che per lui, sicuramente nella prima parte della guerra, avevano un'altissima stima: audace e imprevedibile, anche lui temerario e in mezzo alla mischia, dalle cronache pervenuteci era una persona sobria, non dico priva di difetti, ci mancherebbe, però che non si dava agli eccessi, che condivideva la condizione dei soldati (caratteristica che del resto se non sbaglio ha avuto anche Alessandro).
    2) la norma a Cartagine, per i generali sconfitti, era l'uccisione (tramite crocifissione se non sbaglio)...come mai Annibale fu lasciato vivo e, anzi, qualche tempo dopo, prima dell'esilio, fu persino nominato Sufeta, la carica politica più alta di Cartagine? Popolarità ne aveva fin troppa presumo (non tra gli aristocratici probabilmente, ma ne aveva).

    Nessun dubbio su Scipione, fu grande perché imparò direttamente dal nemico e conquistò i suoi domini iberici, una mente acuta che superava di molto quella dei suoi connazionali sicuramente.

    Napoleone, be' credo che meriterebbe il podio: incidenza storica sullo sviluppo successivo della Storia Europea senza uguali, riforme dell'esercito, velocità incredibile negli spostamenti, empatia con la truppa (cosa molto rara all'epoca), strategie nuove, tra le quali non addestrare le reclute, la cui esperienza doveva maturare direttamente sul campo.

    Su Cesare sono meno informato, ma appena ho riletto qualcosa credo potrei postare qualche mia impressione, so che era una mente lucida, calcolatrice in battaglia, che seppe usare al massimo le risorse che aveva a disposizione...e se i suoi soldati non lo avessero seguito fino a Marte, poco ci mancava, era adorato dai soldati.

    Altri generali ce ne sono molti, non è facile parlare di tutti. Possiamo per esempio parlare di Gengis Khan, che fu l'unico condottiero di popoli delle steppe che seppe creare un impero che non si sfaldò subito alla sua morte ma continuò, in forme diverse, e che si estendeva più di qualunque altro impero fino ad allora mai visto.

    Ci sono alcuni grandi generali del '600, come Montecuccoli, Eugenio di Savoia, il Grand Turénne (spero si scriva così)...

    Volendo nell'età contemporanea, abbiamo i celeberrimi Patton, Montgomery e Rommel.

    Ce n'è di carne al fuoco [SM=g27960]
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    Fabius Maximus Germanicus
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    00 04/04/2011 23:02
    Re: Re:
    Pico total war, 02/04/2011 09.16:



    Avevo dato parametri oggettivi e in questi ahimè Annibale forse è a metà classifica. Poniamo di dar lui 10 in comando e strategia (ma i dementi erano i comandanti romani il più delle volte e potrei dimostrarlo)
    Incidenza storica 0
    popolarità non mi sembra il caso anzi come avete già detto era solo
    esercito di mercenari
    La differenza tra un generale e un condottiero è che il secondo è settoriale non ha altri interessi oltre il campo. Cerchiamo qui un uomo poliedrico. Annibale ho l'impressione che abbia ottenuto una stima cosi alta per aver messo in crisi i suoi avversari cosi celebri e non esserci riuscito a pieno cosi da esaltare oltre modo i romani - cosa che non avviene con i Parti chissà com'è. E allora perché non Scipione imbattuto e capace di un'impresa molto più complessa del primo in una situazione disperata anche dal punto di vista diplomatico?




    Mi permetto di dissentire su diversi punti.

    L'incidenza storica è un fattore molto relativo in questo discorso, perché molto spesso non dipese affatto dal solo valore del generale in questione, ma da un complesso numero di fattori variamente combinati. Se la Francia non avesse scippato a Genova la Corsica consentendo al piccolo Buonaparte di andare a studiare a Brienne-le-Château e poi alla Regia Scuola Militare ricevendo la migliore formazione possibile, che senz'altro gli diede tutti gli strumenti per esprimere al meglio le sue potenzialità imbevendosi degli insegnamenti di un Turènne, di un Eugenio di Savoia e di un Federico II (e basandosi sul seminato poi rivoluzionare la strategia e la tattica) rispetto a tanti altri condottieri che dovettero apprendere tutto sul campo, se non fosse nato in un periodo così innovativo e sostanzialmente scevro dalle ingessature sociali precedenti, il povero Napoleone sarebbe magari rimasto un brillante artigliere dell'esercito genovese, o magari si sarebbe preso qualche schioppettata e sarebbe morto come ribelle seguace di Pasquale Paoli e dell'indipendentismo corso in generale (inizialmente fu molto fiero della sua identità corsa in una società che lo trattava da "straniero", mentre poi col tempo cercò di "cancellarla" per motivi di interesse legati alla sua carriera pubblica, mutando anche il cognome). Se la rivoluzione non avesse introdotto il concetto di "leva di massa" (cittadino = soldato, che non fu certo invenzione napoleonica), se non avesse reso mobili le scale sociali dando spazio alla meritocrazia e all'intraprendenza, se non ci fosse stata tanta instabilità interna ed internazionale da spaventare gli stessi rivoluzionari invocando da più parti un uomo "forte" guardiano della Rivoluzione stessa, e più possibilmente un generale probabilmente Napoleone non sarebbe emerso oppure lo avrebbe fatto in modo molto meno eclatante. Anche lo stesso Alessandro senza l'enorme lavoro di suo padre Filippo II avrebbe magari dovuto spendere la sua intera vita nel prepararsi alla grande campagna.
    Tutto ciò per dire che un generale non può fare più di quel che umanamente era in condizione di fare nel tempo e nel luogo in cui è vissuto: chissà quanti Napoleoni, Alessandri Magni e Annibali la storia ha "tradito" solo perché non avevano i mezzi per esprimere appieno le loro potenzialità.

    Questo non nega in alcun modo tutti i suoi meriti militari e culturali: fu straordinario sotto moltissimi campi, e lo reputo senz'altro il migliore della sua epoca. Ma non reputo giusto per questo penalizzare un Annibale, che reputo il migliore nella sua epoca a sua volta, oltretutto comparando due modi di combattere fin troppo diversi tra loro. Forse si finisce per essere traviati dal titolo stesso del topic: reputo molto difficile se non impossibile nominare il "migliore" in assoluto, sarebbe meglio appunto andare per epoche, ed anche qui resterebbe assai arduo.

    Il fatto che Annibale abbia saputo sfruttare gli errori e le ingenuità avversarie non depone certo a suo sfavore: gli errori si commettono anche perché il tuo avversario ti costringe a commetterli, come nella dama o negli scacchi (vedi ad es. come intrappolò l'esercito romano comandato da Flaminio al Trasimeno), ed in generale sfruttarli è la cosa più logica da fare, altrimenti si finirebbe sempre in un bagno di sangue (Cesare, Alessandro, Napoleone, Gengis Khan & co. hanno sempre fatto altrettanto).

    Anche Scipione fu certo un grandissimo, lodevole e degno di somma stima, ma ricordiamo che per sua stessa ammissione il suo modello fu Annibale stesso, che difese anche dai falchi del Senato tanto lo stimava ed apprezzava. Da lui apprese le nuove tattiche e nuove idee sull'uso della cavalleria e sugli aggiramenti ad esempio. Certo è che dovette sostenere battaglie, eccetto Zama, oggettivamente a mio parere meno ardue del cartaginese, e potendo comunque contare sulla migliore fanteria del mondo conosciuto, tra l'altro fedele per principio combattendo per il suo popolo e non per il soldo (provate voi ad immaginare migliaia di mercenari fedeli per 15 anni in terra straniera... penso che il suo sia un record).

    Dire poi che Annibale fu solo "buono sul campo" è anch'esso errato: quando ricoprì la carica di Suffeta dimostrò ottime competenze nella gestione dello Stato (come già aveva fatto in Spagna subentrando al cognato Asdrubale il bello in gioventù, dove aveva saputo mantenere l'unità dei possedimenti iberici nonostante la difficile situazione) ricostruendo l'economia cartaginese che era a terra, ed introducendo molte riforme in favore del popolo, tra cui un nuovo regime fiscale, che però gli alienò le simpatie della ricca oligarchia mercantile, come sempre avida e timorosa della sua fama e dell'adorazione del popolo lo tradì nuovamente, dopo non averlo supportato a dovere in passato, "denunciandolo" come ancora ostile ai romani, mentre in realtà all'epoca tutto ciò che voleva era costruire la pace e mantenere l'indipendenza di Cartagine, e costringendolo all'esilio.

    Essere tanto amato da mercenari che credevano solo nel soldo e che furono disposti a morire fino all'ultimo uomo per lui è ancora di più un altro segno di grandezza: perché questi uomini lo ammiravano tanto da sacrificarsi più di quando fecero e fanno la stragrande maggioranza degli uomini per la loro stessa patria.

    Edit: errore, Zames aveva citato Gengis ^^ chiedo venia [SM=x1140440]
    [Modificato da Fabius Maximus Germanicus 04/04/2011 23:12]
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    00 05/04/2011 00:17
    Concordo appieno con Fabius: per quanto riguarda l'evo antico credo che Annibale non abbia rivali.


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    00 05/04/2011 00:29
    Un altro tra i pochissimi condottieri che ebbero sia incidenze importanti sulla storia sia grande genio nel riuscire ad attuare grandi strategie secondo me è stato Cesare, a parer mio il miglior uomo di guerra che Roma abbia prodotto, nel suo caso bisogna dire però che ha avuto avversari quasi mai all'altezza
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