L'Isola Incantata delle Figlie della Luna Un luogo protetto dalle Nebbie in cui le Fanciulle studiano insieme...

Sogno

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    AlessandroSkryer
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    00 06/02/2011 02:27



    Per l’etimologia di «Sogno» ho consultato il «Dizionario etimologico della lingua italiana», di Ottorino Pianigiani, e «An Etymological Dictionary of the Gaelic Language», di Alexander MacBain (Stirling, Mackay, 1911). Senza copiare tutti gli equivalenti di «sogno» nelle moderne lingue europee, nelle lingue celtiche e nelle lingue slave, riassumo così:

    Sogno, dal latino somnium, da Somnus, sonno, per *sop-nus, *suop-nus, *svop-nus, che diventa *sofno-, *sovno, *souno-, e che deriva dalla radice indoeuropea Svap-, Suap-, sap- (svop, svep) (dormire), da cui derivano anche il sanscrito Svap-na, o svapnas (sonno) il greco. ypnos (sonno) per *sypnos, l’irlandese suan, il gaelico suain (sonno).

    È interessante aggiungere che in Gaelico, «visione», «sogno», è «aisling», che potrebbe derivare da es-ling-ia, cioè «balzo fuori di sé», «estasi», dalla radice «leng» di «leum», «balzo», oppure dalla radice «sil» o «sell» di «seall», «sguardo».

    La radice «leg», «leng», significa «scatto», «balzo». Potrebbe essere anche «vleng», «vleg», da cui il sanscrito «valg», «balzo», da cui il latino «valgus», «dalle gambe storte», e l’inglese «walk». La radice «sell» significa «occhio», da cui «syllu», «scrutare», «vedere».

    Aggiungo che il latino «somnium» significa «sogno», «visione», ma anche «fantasia» e «fantasticheria», e «somnus» significa «sonno», «il dormire», e anche, poeticamente «morte».

    Il sogno è dunque qualcosa che appartiene al dormire e al sonno, il quale, nella definizione di Pianigiani, è «Completo assopimento dei sensi o cessazione momentanea dell’attività della vita animale». Se accostiamo a questo ciò che si ricava dalle lingue celtiche, «balzare», «balzare fuori di sé», «scrutare», «vedere», mi sembra che possano esserci spunti belli per le intuizioni. Che ne dite? [SM=g27824]











    E sempre il vento e l’ombra misuravano il tempo,
    il sole portava riflessi come grate di gioia
    alloggiata là fuori, incurante degli agguati—
    quella che si sarebbe dovuta cercare.


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    AlessandroSkryer
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    00 06/02/2011 03:07



    Canta Esiodo: «La Notte quindi generò la Sorte odiosa, e la nera Kere, e la Morte; generò il Sonno, generò tutta la stirpe dei Sogni: questi figli ebbe la dea, la Notte tenebrosa, senza essersi unita ad alcuno». E poi aggiunge che «la Notte funesta, avvolta di oscuri nembi, […] ha nelle mani il Sonno, fratello della Morte. Quivi hanno la dimora i figli della nera Notte, il Sonno e la Morte» («Teogonia», 212, 756, 759, in Esiodo, «Opere», a cura di Aristide Colonna, Milano, TEA, 1993).

    E Aristotele definisce: «diciamo sogno un’immagine durante il sonno» (I sogni», 459a15, in Aristotele, «L’anima e il corpo: “Parva Naturalia”», Introduzione, traduzione e note di Andrea L. Carbone, Milano, Bompiani, 2002).

    Sono affascinato dalla Notte, Nyx, perché nei miti più antichi è la Madre di tutto. In Omero, Nyx «doma uomini e dèi», e Zeus ha paura di lei, tanto che teme «di fare uno sgarbo alla rapida Notte» («Iliade», XIV, 259-261). È da Nyx che nasce Eros, il quale poi suscita i primi congiungimenti amorosi, fra Terra e Cielo, fra Teti e Oceano. È da Nyx che nasce Etere, quindi è dalla Notte che nasce la Luce. E il Sonno e i Sogni sono fra i suoi primi figli. Insieme a Nyx, formano la triade delle Madri Universali, Teti, Dèa marina, e la Madre Terra.










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    AlessandroSkryer
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    00 07/03/2011 02:18


    Ricondurre il Sogno al Sonno non è così banale come può sembrare, anzi, l’etimologia guida al mito, in cui, come canta Esiodo nei versi che ho citato nell’intervento precedente (attingendo molto probabilmente a una tradizione preellenica matrifocale), tutti i Sogni sono figli della Notte, la Madre autonoma che tutto genera da se stessa, e dunque non hannno padre. Sono fratelli del Sonno, della Morte e dell’Oblio. Sono fratelli anche di Nemesi e del Destino, e questo è un altro sentiero su cui si si potrebbe incamminare per andare alla ricerca dei significati del Sogno.

    Secondo le tradizioni arcaiche tramandate dai poeti antichi, i Sogni dimorano nel Mondo Infero, che è anche dimora dei morti, e quindi l’Oltremondo, diverso e separato dal Mondo, ma unito ad esso, presente insieme ad esso, come la notte rispetto al giorno e come il sonno rispetto alla veglia. I morti che popolano il Mondo Infero sono le anime, e quindi il Mondo Infero è anche luogo dell’anima, è anche uno spazio interiore: l’Oltremondo nelle profondità della psiche, dell’anima, dell’essere di ciascuno di noi.

    Durante il Sonno, non sono i Sogni a salire verso la coscienza della veglia: è la nostra psiche, la nostra anima, che scende nel loro mondo, il Mondo Infero, e li incontra. In un certo senso, ogni volta che ci si abbandona al Sonno e si Sogna, si compie una catabasi, si scende nel Mondo Infero, anche se normalmente non se ne ha nessuna consapevolezza e quindi non si apprende nulla, anzi, cercando di «interpretare» i Sogni (quando se ne ha ricordo) in relazione al mondo supero, al giorno, alla veglia, se ne travisa completamente il significato, o peggio ancora, li si nasconde, li si cancella.







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    00 07/03/2011 02:19



    Attraverso i suoi significati, il Sogno si collega alle altre parole che ho scelto per la ricerca etimologica nella Casa della Foresta, cioè Mito e Giardino, e anche a un’altra vasta materia che stiamo studiando, sempre nella Casa della Foresta, ossia i Mabinogion.

    Nel significato arcaico tramandato dai poeti antichi e definito da Platone, i miti raccontano dei Numi, degli esseri divini, degli eroi e delle discese nel Mondo Infero, nell’Aldilà, nell’Oltremondo. Questi viaggi, in cui talvolta si incontrano i Numi, sono avvenuti spesso in Sogno. Il Mondo Infero, l’Oltremondo, non è soltanto un mondo ctonio, o ipogeo. Può essere anche uranico, subacqueo, silvestre, insulare, ai confini del mondo o fuori del mondo, e spesso, specialmente quando è un mondo silvestre o insulare, l’Oltremondo è un Giardino, e infatti, l’Aldilà chiamato Paradiso è etimologicamente un Giardino.

    Nei Mabinogion ci sono due racconti in cui l’esperienza onirica è così importante da suggerirne il titolo: «Il sogno di Macsen Wledig» e «Il sogno di Rhonawby». Nella mitologia e nelle leggende celtiche ci sono molti racconti in cui è attraverso il Sogno che si incontrano i Numi e si intraprende il viaggio per l’Oltremondo: ad esempio, le Dèe diffondono le musiche oltremondane, giungono sui navigli fatati, appaiono in sogno ai prescelti per invitarli al Viaggio e offrire il loro Amore. Si può dunque aggiungere che forse molti miti nascono da esperienze oniriche, dai Sogni.

    Il Mito mostra che in Sogno è stato possibile viaggiare nell’Oltremondo, visitare il Giardino, incontrare le Dèe e gli Dèi, riceverne doni, insegnamenti e amore. Poeticamente, il Sogno è incontro con il Mito e suggerisce ciò che è descritto in questa frase de «Le Nebbie di Avalon», che Violetta ha citato in «Avalon»: «(Igraine) Si sforzò di ricordare quel poco che aveva appreso ad Avalon in fatto di magia. Corpo e anima, le avevano insegnato, non erano legati saldamente: nel sonno l’anima abbandonava il corpo e si recava nella terra dei sogni dove tutto era illusione e follia; ma a volte giungeva nella terra della verità (...)».








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