Quando Topolino entra negli anni Settanta, qualcosa è già cambiato da tempo nella critica italiana. Per anni analizzata quasi solo nello specifico cinematografico, l'ormai imponente produzione a marchio Disney non può più aspettarsi quello che la pubblicistica del nostro Paese le ha riservato per anni, un atteggiamento che univa interventi superficiali a toni quasi sempre agiografici. Sul finire dei Sessanta, la lettura dei fumetti diventa impegnata, cioè ideologica. Essa si muove su due binari: da un lato la messa in discussione della cultura umanistica, che resiste al nuovo strumento della comunicazione; dall'altro la critica alla società borghese capitalistica e per estensione americana, per i riflessi nel campo dei fumetti e dell'animazione
Giornalisti, sociologi, esperti di ogni tipo non esitarono a mettere pesantemente in discussione Walt Disney e l'universo di personaggi e situazioni da lui create o, meglio, ispirate. Il più virulento attacco all'ideologia disneyana venne da due studiosi cileni, Ariel Dorfman e Armand Mattelart.
Pubblicato ad un anno dall'insediamento del governo di Unidad Popular, il saggio (conosciuto in Italia con il titolo Come leggere Paperino ) da essi proposto ottenne una vasta eco internazionale, soprattutto in seguito all'annuncio di un'epurazione dei fumetti disneyani, cui venivano opposte le pubblicazioni per l'infanzia dell'Editorial de l'Estado, realizzate in Cile con personaggi e situazioni autoctone.
Il giudizio riservato ai fumetti disneyani era durissimo: le testate che pubblicavano i personaggi Disney colonizzavano, a detta di Dorfman e Mattelart, l'immaginario locale offrendo al pubblico infantile (e non solo) una visione della realtà falsa e alienante, una subdola propaganda della american way of life .
Paperino al potere è questa promozione del sottosviluppo e delle lacerazioni quotidiane dell'uomo del Terzo Mondo a oggetto di godimento permanente nel regno utopico della libertà borghese. Leggere Disney significa inghiottire e digerire la propria condizione di sfruttamento
mettere in questione Paperino significa mettere in questione le diverse forme di cultura autoritaria e paternalistica che impregnano le relazioni dell'uomo borghese con se stesso, con gli altri, e con la natura. Finché la sua figura sorridente passeggerà innocentemente per le strade del nostro paese, finché Paperino sarà potere e rappresentazione collettiva, l'imperialismo e la borghesia potranno dormire tranquilli
In benevola polemica con i due autori cileni, Paolo Marovelli, Elvio Paolini e Giulio Saccomanno pubblicarono, nel 1974, una Introduzione a Paperino , che recava un significativo sottotitolo: La fenomenologia sociale nei fumetti di Carl Barks .
In questo saggio affrontavano, con una pregevole analiticità che lo distingueva da pubblicazioni come quella cilena, l'intera produzione del prolifico cartoonist americano, proponendo, per la prima volta al mondo, una cronologia ragionata di tutte le sue storie.
Gli studi sociologici dei tre autori si innestavano, così, sulla loro natura di appassionati del fumetto, decisi a trattare l'argomento con scientifica filologia per non confondere le storie di Barks con quelle di altri, non sempre degni, continuatori della sua opera.
In un'epoca in cui il gusto del fumetto si va sempre più diffondendo anche tra i non specialisti.