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"San Martino del Carso" - Giuseppe Ungaretti

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    _fiordineve_
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    Utente Senior
    00 04/01/2011 18:03


    San Martino del Carso

    Di queste case
    Non è rimasto
    Che qualche
    Brandello di muro
    Di tanti
    Che mi corrispondevano
    Non è rimasto
    Neppure tanto
    Ma nel cuore
    Nessuna croce manca

    E’ il mio cuore
    Il paese più straziato




    Maria Antonietta

    Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Gesù di Nazareth
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    _fiordineve_
    Post: 32
    Utente Senior
    00 04/01/2011 18:07


    E' una delle mie poesie preferite.
    L'ho sempre nella mente, perciò inserirò qui una breve spiegazione:

    L’immagine di un paese distrutto dalla guerra, San Martino del Carso, è per il poeta l’equivalente delle distruzioni che sono celate nel suo cuore, causate dalla dolorosa perdita di tanti amici cari. Ancora una volta il poeta trova nelle immagini esterne una corrispondenza con quanto egli prova nei confronti dell’uomo, annullato dalla guerra. La lirica, di un’estrema essenzialità è tutta costruita su un gioco di rispondenze e di contrapposizioni sentimentali, ma anche verbali: di San Martino resta qualche brandello di muro, dei morti cari allo scrittore non resta nulla; San Martino è un paese straziato, più straziato è il cuore del poeta. Così, eliminando ogni descrizione e ogni effusione sentimentale, l’Ungaretti riesce a rendere con il minimo di parole la sua pena e quella di tutto un paese, e dà vita a una lirica tutta nuova.


    La lirica è costituita da quattro strofe. Le prime due strofe sono legate da un’anafora ("di queste case … di tanti") e dalle iterazioni ("non è rimasto … non è rimasto; tanti … tanto"). La metafora "brandello di muro" riconduce all’immagine di corpi mutilati, straziati, ridotti a brandelli. La terza strofa si apre con un ma che ribalta l’affermazione precedente. Come le prime due, le ultime due strofe sono legate da un parallelismo ("ma nel cuore … è il mio cuore") e dall’analogia (cuore = paese). Anche se nulla è rimasto dei compagni morti, "nessuna croce manca": non è svanito il ricorso di nessuno di quei morti. Le croci suggeriscono l’immagine di un cimitero, ma richiamano, naturalmente, anche al sacrificio e alla morte del Cristo.

    L’immagine finale del cuore straziato richiama quella iniziale del brandello di muro, racchiudendo il componimento in un cerchio di dolore.

    San Martino del carso descrive una sorte di "morte della vita": il luogo più vivo del corpo di un uomo, il cuore, sede delle emozioni, è assimilato ad un cimitero, a un regno di morte.Così il poeta stabilisce un'analogia tra sè e l'aridità delle rocce carsiche, qui egli confronta il proprio cuore con un paese distrutto, anzi, per opposizione, il cuore ospita le croci che invece mancano nel paese reale, distrutto dai bombardamenti.







    Maria Antonietta

    Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Gesù di Nazareth
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    merlino celtic
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    Vice A d m i n
    Utente Gold
    Vice Admin
    Vice ADMIN
    00 07/02/2011 23:27
    E' semplicemente STUPENDA! Grazie per averla condivisa con noi! [SM=x820444]


    Gio [SM=x820436]




    ...regalerò a un menestrello
    l'armonìa delle mie parole
    che ne faccia Poesìa.
    Io sarò senza suoni,
    ma quel menestrello
    mi racconterà...

    Merlino