Castorini espiatori
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di Pulci
Ricordate? Gentilini era il sindaco che voleva sparare "pum pum" agli immigrati dopo averli travestiti da leprotti. Ora se la prende - risparmiando questa volta gli stranieri che vivono a Treviso e gli omosessuali, altro bersaglio favorito - con le nutrie. Sarebbe loro la colpa delle esondazioni, non del maltempo. Il Veneto è in ginocchio per colpa di qualche colonia di roditori.
E mentre i veneti contestano Berlusconi e Bossi, mentre i tecnici puntano il dito contro l'edificazione selvaggia e la cementificazione delle campagne, il sindaco-sceriffo (anzi, il vicesindaco, giacché Gentilini ha avuto l'idea di abbattere la legge che vieta il terzo mandato, facendo candidare un suo sodale e facendosi nominare vicesindaco, sindaco di fatto) se la prende con le nutrie. Simpatico animaletto simile al castoro (il castorino) allevato per la sua pelliccia che un'immissione incontrollata ha resto ormai endemico. E' vegetariano e praticamente inoffensivo, ma per Gentilini è forse un immigrato senza permesso di soggiorno: tutta colpo loro, delle nutrie, mica degli amministratori che non hanno controllato gli argini o messo in sicurezza fiumi e torrenti. In Italia, si sa, piove ogni tanto. Lo dovrebbe sapere persino un quasi-sindaco sub judice per omofobia e razzismo.
Così è scattata la controffensiva. Uno striscione degli ambientalisti è stato affisso sulla porta del comune contro il quasi-sindaco cacciatre: "Giù le mani dalle nutrie". Abbiamo protestato, spiegano gli ambientalisti, perché Gentilini "è noto per essersi sempre schierato contro gli animali, oltre ad essere cacciatore". Negli anni scorsi tentò di far passare un'ordinanza che vietava l'ingresso al centro storico ai cani, nel 2004: sospesa dal Tar, annullata dal Consiglio di stato. E nel 2006 propose di sterminare i cigni che nidificavano sul piume Sile. Due sconfitte allora. Ora ci riprova, con singolare sprezzo del ridicolo, riversando sul capo delle nutrie le sue colpe e quella della sua giunta. Castorini espiatori.
il sonno della ragione genera mostri
caro m'è il sonno, e il più l'esser di sasso
mentre che 'l danno e la vergogna dura
Non veder, non sentir m'è gran ventura.
però non mi destar; deh, parla basso!
Ne plurimi valeant plurimum (Cicero)