157km con 3.850m di dislivello – altezza massima 1948m slm. 3 ottobre 2010.
Perché?...
Eccomi a descrivere uno dei giri ai quali “tenevo di più” nel mio 2010 ciclistico, nonostante percorso completamente al di sotto dei duemilametri (superfluo sottolineare come sarà l’unico, con questa caratteristica, nella mia speciale classifica).
Già “saltato” nel 2009 per le avverse condizioni meteo (qualcuno si ricorderà il freddo polare che ci aveva investiti ad inizio ottobre, con conseguente chiusura anticipata di svariati Passi Alpini), ha rischiato anche quest’anno di venire eliminato dalla mia “agenda”: a metà settembre il Klausen è difatti rimasto chiuso per circa due settimane a causa di abbondanti nevicate fuori stagione (neve addirittura sotto i 1500m!) ed il timore che non riaprisse più è stato veramente fondato...
E invece, il 3 ottobre, eccomi ad affrontare un giro “prealpino” splendido in una giornata meteo forse irripetibile: in Italia infatti una vasta depressione comincia a “condannare” i miei amici del forum al primo di un’impressionante serie di week-end orrendi, mentre in Svizzera – complice un vento di foehn da record – temperature estive ed un sole da cartolina mi garantiscono l’ennesima emozionante cavalcata in bicicletta. Alla partenza da Altdorf, laddove dieci giorni prima aveva nevicato sotto i 1500m, la temperatura minima sarà di 19°C: incredibile!
Difficile non far rientrare quest’uscita nella mia top ten, anche in considerazione degli splendidi ed inediti luoghi attraversati (non a caso, da qualche parte, queste montagne sono chiamate le “Dolomiti della Svizzera”).
Breve descrizione del percorso:
Partenza da Altdorf (o meglio: da Seedorf, dato che nella cittadina svizzera è praticamente impossibile trovare un parcheggio gratuito) prima che spunti il sole, anche se come scritto la temperatura è ampiamente gradevole.
Dopo un brevissimo riscaldamento, all’uscita della Capitale del Cantone Uri, il Klausen ci accoglie con le prime rampe impegnative: alcuni strappi superiori al 10% ci fanno superare in pochi chilometri i primi 200 metri di dislivello e raggiungere Burglen, paesino la cui fama è legata alla leggenda di Guglielmo Tell.
Entriamo così nella Schachental: isolata valle svizzera circondata da montagne dal sapore dolomitico che consente, oltre alla salita al Klausenpass, alcuni percorsi in MTB che senz’altro avrò modo di scoprire le prossime stagioni!
Le pendenze si addolciscono mentre percorriamo il fondovalle e, ad eccezione di un tratto in corrisponda di due tornanti, ci permettono di godere appieno delle meraviglie della Natura. Purtroppo (ad esser sinceri...) questo è il tratto meno spettacolare dell’intera giornata: la valle è fin troppo “chiusa” ed il sole in controluce non ci consente splendide vedute; straordinario invece, dietro a noi, il panorama sulla piana di Altdorf e le montagne appena imbiancate che circondano Engelberg ed il “terrificante Surenenpass”.
Questo lungo tratto di salita “quasi noioso” ha termine ad Unterschachen, centro principale della vallata, che raggiungiamo dopo una secca contropendenza; siamo a 1000m slm e da questo momento il Klausenpass non scherza più: ci attendono 950m di dislivello in 12km!
Un paio di tornanti ci fanno risalire il versante nord del fondovalle con splendide vedute sul paesino appena superato e la sua fiabesca conca. Il secondo tornante ci immette finalmente nel tratto in costa che seguiremo fino in cima al valico: da qui possiamo considerare che inizi il “vero” Klausen!
Pochissimi alberi disturberanno la nostra visuale, mentre le splendide “Dolomiti della Svizzera” appena innevate non ci faranno nemmeno avvertire il 9% medio che ci aspetta. Una cavalcata emozionante fino ai 1948m del Passo: un valico che per lunghezza, durezza, panorami ed emozioni è senz’altro da “considerare un duemilametri”!
Dopo le consuete foto di rito in cima (questa volta rese ancor più preziose dalle prime nevicate stagionali) ci possiamo tuffare nella stupenda discesa.
Discesa tecnica e con ampie vedute nella prima parte regala, grazie ad una serie continua di tornanti, prospettive sempre nuove sulle Montagne che ci circondano (che non sono i classici “Colossi Alpini” ai quali sono abituato, dato che quasi nessuna supera i 3000m, ma sono altrettanto fotogeniche!). Stupendo anche l’attraversamento di Urnenboden, centro abitato capoluogo della vallata: un lungo falsopiano incastonato in un’ampia conca prativa.
Più anonima l’ultima ripida parte che, immersa a tratti nel bosco, ci fa riguadagnare velocemente il fondovalle: solo gli ultimi tornanti regalano di nuovo incantevoli scorci su questa parte poco conosciuta della Svizzera.
Finita la discesa in leggero falsopiano percorriamo i 20km circa che ci separano da Glarus, la Capitale del Cantone omonimo dove iniziano i rilievi altimetrici della seconda salita di giornata: il Pragelpass. Non bisogna però pensare ad un semplice trasferimento (come spesso accade nei tratti di fondovalle dei Grandi Giri Alpini...); si attraversano paesini e cittadine di una bellezza incantevole, immersi in una cornice di montagne tipicamente “svizzere”: si respira un’aria di “Svizzera Tedesca” che, personalmente, adoro!
Il Pragel, celebre più che altro per il temibile versante occidentale (700m di dislivello in 6km), ci accoglie subito con alcune rampe veramente cattive: la stretta e boscosa gola che ci immette nella piana di Klontal viene difatti superata con stretti tornanti ed alcuni brevi “drittoni” al 10%.
È comunque un tratto breve; non facciamo in tempo a prendere il ritmo che la strada spiana improvvisamente: lo spettacolo che ci attende ripagherà da tutte le fatiche! Sarà anche perché me n’ero completamente dimenticato, ma l’apparizione del Klontalersee mi ha letteralmente stregato: con le strapiombanti pareti nord delle Alpi Glaronesi che si tuffano nelle sue acque cerulee, pare un fiordo norvegese incastonato tra alcune delle Montagne più belle della Svizzera.
Uno spettacolo mozzafiato (anche se non di Alta Montagna, come oramai è mia abitudine...) da assaporare lungo i 6km completamente pianeggianti che lo costeggiano.
Si giunge infine a Klontal, alla testata dello specchio d’acqua: finalmente la strada ricomincia a salire con decisione. Ci attendono 10km con 700m di dislivello, uniformemente distribuiti, prima di raggiungere il valico: praticamente nessun momento di respiro ma anche (smentisco un cartello “apocalittico” che si incrocia a metà salita...) senza rampe impossibili.
Una gran bella salita: pur senza raggiungere i livelli eccelsi del “gemello” Klausen, la particolare esposizione (come successo quest’anno può nevicare anche a settembre!), la stretta stradina, la latitudine e le particolari montagne che lo circondano fanno credere al ciclista di essere molto più in alto e non “semplicemente” a 1550m slm. Inoltre, se non ho interpretato male un cartello ad inizio salita, il valico è interdetto al traffico motorizzato nei week-end (confermo di aver incrociato solo tre auto...): una delle “chicche” per noi ciclisti che spesso regala la Svizzera!
Arriviamo così – con pochi tornanti e tante semicurve, attraversando un ambiente prealpino verde, selvaggio ed isolato – al pianoro finale che contraddistingue il Passo. Pianoro che, nonostante non offra ampi panorami, è splendidamente dominato dal picco del Drusberg: un’altra montagna che, appena innevata, ha un sapore quasi dolomitico.
Una breve sosta e quindi si comincia la discesa. Molto tecnica e ripida, nella prima parte va affrontata con le dovute cautele: si continua ad entrare ed uscire dal bosco, con conseguenti antipatici cambi di luce, e la sede stradale è sempre stretta e ricca di continue curve e controcurve – per fortuna si incrociano veramente poche auto (una in tutto).
In 7 chilometri giungiamo nel fondovalle di Muotathal: un’altra verde e lussureggiante vallata svizzera che dominerete dall’alto durante la discesa e che, con i suoi prati ben curati, non potrà non lasciarvi indifferenti!
Abbandono la tentazione di provare qualche strappetto che mi invita all’esplorazione (ci tornerò l’anno prossimo in MTB, quassù!...) e percorro la suggestiva vallata per pochi chilometri fino ad arrivare al bivio a destra per Illgau.
Qui inizia la parte “avventurosa” della mia gita odierna. Difatti per aumentare il dislivello (solo 2900m) del giro “base” ho individuato a tavolino una scorciatoia che collega direttamente Muotathal con il Passo dell’Ibergeregg – una stradina sconosciuta e non recensita da alcuna parte (non ne era a conoscenza neppure
biciticino che quest’estate ha passato due settimane in vacanza a pochi chilometri da qui!) che rappresenterebbe in pratica il terzo versante dell’importante e trafficato valico prealpino elvetico. Ho scritto “rappresenterebbe” al condizionale perché all’inizio non so neppure io se la strada sarà effettivamente asfaltata e percorribile: un altro dei miei “azzardi estivi” felicemente ripagati da una scoperta entusiasmante!
Fino ad Illgau percorriamo difatti una salita “normale” che, con un lungo traverso e pendenze dure ma mai proibitive, ci fa risalire i primi 300m di dislivello lungo il versante nord della vallata fino a raggiungere il piccolo paesino arroccato sulle rocce. Abbandonata Illgau, la strada diviene stretta ed a traffico limitato: ora si alternano falsipiani a brevi strappi veramente impegnativi (anche al 15%), mentre l’asfalto con andamento sinuoso ci fa toccare i vari alpeggi che punteggiano il pendio. Una salita che, per l’andamento (ma non certo per i panorami!), mi ha ricordato Mannlichen: un tipo di salita che personalmente adoro!
Dopo una secca contropendenza, siamo a quota 1150m slm, ritroviamo a malincuore la civiltà e il traffico ricongiungendoci alla strada “vera e propria” che conduce all’Ibergeregg. Il traffico è pur sempre “a misura di bici”, mentre le pendenze tornano più costanti e ci fanno godere al meglio quanto ci circonda; seppur non alle mie consuete “altezze alpine”, la salita è difatti una stupenda balconata panoramica su Schwyz e la sua piana: lo sguardo spazia dal Lago dei Quattro Cantoni fino allo Zugersee, con l’inconfondibile Monte Pilatus (un altro degli innumerevoli obiettivi MTB per il 2011) a chiudere imponente l’orizzonte. Uno spettacolo “prealpino” di un’emozionante bellezza!
Raggiunto il valico (solo 1400m slm: credo sia il record negativo in questa mia “top ten” 2010!), scatto qualche foto dall’altra parte, dopodiché giro la Bianchi di 180° e mi preparo alla discesa. Discesa da farsi questa volta senza nessun problema e che regala sapientemente il giusto mix di parti tecniche, tratti pedalati e tratti ad alto scorrimento; con alcune vedute sul Canton Svitto da mozzare il fiato: non nascondo che questa è, ovviamente a mio parere, la zona prealpina più bella ch’io abbia visto finora!
Poco prima di arrivare a Schwyz (città a cui la nazione stessa deve il nome e che ancora ne conserva i documenti costitutivi del 1291!) la visuale si apre anche sul Grosse Mythen: montagna dal profilo inconfondibile che, seppur non arrivi neppure a 1900m slm, in Svizzera è quasi considerata un mito.
Purtroppo però il tempo è tiranno e non possiamo goderci una meritata deviazione nel centro della Capitale del Cantone, ma dobbiamo puntare a sud – in direzione del Lago dei Quattro Cantoni – sfiorandone solo la periferia.
Da qui una serie di “mangia e bevi” (volendo si possono tranquillamente accumulare centinaia di metri di dislivello in una dozzina di chilometri, ma oggi non è proprio il caso e scelgo all’ultimo la via meno “contorta”...) ci portano fino a Brunnen ed al Lago più fotogenico della Svizzera.
Raggiunto il lungolago, per completare l’anello, mancano solo un’altra dozzina di chilometri pedalati, quest’oggi, contro un vento apocalittico (mi farà addirittura ruzzolare a terra quando tenterò di rallentare in prossimità di una rotonda!).
La strada che percorreremo è una delle più trafficate che ho visto sinora in Svizzera (in direzione nord era un’unica immensa coda!), ma fortunatamente noi pedaleremo lungo la invitante e splendida pista ciclabile: una VERA pista ciclabile, ampia e ben tenuta, che non interseca in alcun modo la cantonale e permette (permetterebbe: oggi il vento la fa da padrone...) alte velocità.
Questo tratto non è un semplice trasferimento, ma la degna conclusione di una magnifica giornata: a mio parere è uno dei lungolaghi più belli di tutto l’arco alpino, sia per la strada completamente dedicata ai ciclisti, sia per le numerose grotte e gallerie scavate nella roccia che si attraversano, sia per alcuni tratti “esposti” quasi vertiginosi, sia per le splendide montagne che gli fanno da sfondo (sono le stesse montagne che dominano dall’alto Surenenpass, Jochpass e Sustenpass).
Giungo infine ad Altdorf e quindi a Seedorf esattamente in ombra com’ero partito in mattinata: il sole è già tramontato dietro le montagne ed un tiepido calore saluta l’ultima mia escursione del 2010 in maglietta e pantaloncini!
In definitiva...
Io ho avuto la fortuna di percorrere questo anello in una giornata meteo veramente particolare, che mi ha fatto apprezzare ancora di più le bellezze svizzere, ma credo che i luoghi attraversati siano comunque e sempre splendidi.
L’ulteriore deviazione all’Ibergeregg, ed eventualmente al terrificante
Haggenegg, rendono il giro suscettibile di modifiche fino ad aumentarne il dislivello a valori da Gran Fondo (inizialmente ero difatti un po’ scettico ad andare “fino a là” per fare “solo” 2900m di dislivello).
Non lo nego: svariati altri giri svizzeri sono ben più celebri e remunerativi, ma se avete già visto tutto, posso garantirvi che Klausen e Pragel non vi deluderanno! Attraverserete posti incantevoli e, per buon parte, isolati; toccando inoltre alcune delle zone più “storiche” del territorio elvetico: come ho già scritto, a questi luoghi è legata la leggenda di Guglielmo Tell e non è un caso che proprio da Schwyz – una delle città più antiche della Nazione – derivi il nome “Svizzera”.
Un giro assolutamente consigliato da fare anche “fuori stagione”: con qualche deviazione ed escludendo il Klausen, credo si riesca a fare addirittura già ad aprile! Lo scoprirò nel 2011!...
Panoramiche
Klontaler see
Schachental
Altdorf ed il Lago dei Quattro Cantoni
Brunnen ed il Lago dei Quattro Canoni
[Modificato da -Emiliano- 08/12/2010 10:19]
_____________________________
www.volleycornaredo.it
www.denisekarbon.it
www.lisamiskovsky.com