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LA DIMENTICATA CONDANNA PENALE DI BOSSI

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    snaplinx
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    Registrato il: 01/02/2006
    Utente Gold
    00 14/11/2010 09:33
    LA DIMENTICATA CONDANNA PENALE DI BOSSI

    Nel novembre 1993 anche la Lega Nord entra nelle indagini di Mani Pulite, che da quasi due anni avevano terremotato la politica italiana incassando anche il plauso leghista. Il 24 novembre nel processo ENIMONT, il processo più celebre di Tangentopoli, Carlo Sama, amministratore Montedison e cognato di Raul Gardini, afferma di «non escludere che la Lega abbia percepito soldi in campagna elettorale nel '92»[58]. Il 4 dicembre L'espresso rivela che la Montedison avrebbe deciso di versare 200 milioni di Lire ad Alessandro Patelli, segretario organizzativo e, fino al 12 agosto 1992, tesoriere della Lega Nord[59]. Tre giorni dopo Patelli è posto agli arresti perché chiamato in causa dal responsabile delle relazioni istituzionali dei Ferruzzi, Marcello Portesi, il quale conferma di aver dato 200 milioni al bar Doney di via Veneto a Roma a Patelli per conto di Sergio Cusani «in prossimità delle elezioni politiche del 1992»[60]. Bossi e la Lega difendono Patelli: «abbiamo sempre confidato nella magistratura che deve punire i colpevoli e assolvere gli innocenti. Non cambiamo idea e quindi esigiamo che la magistratura agisca in tempi brevi e che, di conseguenza, rilasci chi è innocente come Patelli»[61]. Ma il giorno dopo Patelli ammette tutto e dunque posto agli arresti domiciliari[62]. Il 20 dicembre Antonio Di Pietro interroga Umberto Bossi dopo che il giorno prima l'ex leghista Piergianni Prosperini aveva sostenuto che «c'erano ben poche possibilità che il cassiere agisse senza l'input del segretario. Anche perché altrimenti nessuno gli avrebbe dato una lira»[63]. Bossi raccoglie allora i 200 milioni al II Congresso della Lega Lombarda e consegna l'assegno alla procura, la quale rifiuta e interroga Bossi (che nega tutto, tranne gli incontri con Sama). Bossi è così ufficialmente indagato per concorso in violazione della legge sul finanziamento dei partiti in concorso con Patelli[64].

    Il 5 gennaio 1994 Bossi è interrogato in aula al processo Cusani in diretta Tv per quasi un'ora[65][66]. Per questa vicenda, la giustizia italiana riconoscerà Bossi e Patelli sempre colpevoli e li condannerà a 8 mesi di reclusione ciascuno, ma nessuno vedrà mai il carcere grazie alla sospensione automatica della pena in virtù della Legge 27 maggio 1998, n. 165 detta legge Simeone-Saraceni, approvata poco tempo prima della sentenza di Cassazione[67][68].


    http://it.wikipedia.org/wiki/Lega_Nord


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    snaplinx
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    Utente Gold
    00 14/11/2010 09:34
    SE IO RUBO DUECENTO MILIONI VADO IN GALERA.
    QUELLI IN PARLAMENTO MAI.


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