00 01/11/2010 17:50
Roma 2 Novembre 2010

Festa dei defunti

Introduzione. Oggi è la festa della speranza cristiana, che sconfigge la paura della morte, dà senso alla vita presente e ci mette in comunione di fede e di preghiera con i nostri cari defunti.

A. Oggi festa della speranza cristiana, perché:
1. Per noi che crediamo, la Parola di Dio ci assicura che:
a. “ Dopo che questa vita sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio”. Così asseriva il santo Giobbe”.
b. “Saremo salvati dall’ira ( cioè dalla giustizia) di Dio, per mezzo del Sangue di Cristo”. Così S. Paolo in Rom. 5,9.
c. La volontà del Padre è che “ chiunque crede in Cristo abbia la vita eterna” Così S. Giovanni in Cap. 6,40.
d. “La morte sarà eliminata per sempre e il Signore preparerà un banchetto per tutti i popoli.” Così Isaia in 25,6-8.
Riflessione.
Tutto questo ci spinge a vivere secondo le proposte della Parola di Dio e non dei nostri capricci. Purtroppo – < la sfiducia più grave che possa impadronirsi di noi è il dubbio che vivere rettamente sia inutile>. Corrado Alvaro.
Quindi nessuna paura dinanzi al problema della morte se ci troviamo a posto davanti al Signore.
< Io torno alla sorgente della felicità> sussurrava il grande musicista Chopin morente, convertitosi da poco.
2. Per chi non crede la morte non fa problema, ma sotto sotto fa paura.
a. “ qual delle foglie, tale è la stirpe degli uomini … così l’uomo nasce, così muore…”. (Iliade VI libro v. 180)
b. “ Un po’ di champagne, prego, ho paura di morire!”. Così la principessa Maria Gallese, sposata a Gabriele D’Annunzio, mentre novantenne moriva nel 1954.
c. “ scenderemo nel gorgo, muti …”. Così Cesare Pavese, mentre nell’agosto del 1950 si suicidava in una stanza d’albergo a Torino.
Riflessione.
Che possiamo dire a quanti non si pongono seriamente il problema della morte, o la snobbano, facendo finta di non esserne interessati? Rispondo con la bella poesia di Antonio Baldini 1889 -1962, poeta romano: “ Mentuccia d’orto! Quaggiù dove c’è nulla di certo, la Religione è sempre un gran conforto”.

B. La festa di oggi ci dà il vero senso della vita.
S. Paolo nella sua lettera ai Romani risponde con chiarezza a questo problema. Egli infatti afferma: “Le sofferenze del momento presente, non sono paragonabili alla gloria futura, ( perciò) se siamo figli di Dio, siamo suoi eredi e coeredi in Cristo … per partecipare anche alla sua gloria”. ( Rom. 8, 17-18).
Dunque la nostra fede ci assicura che:
1. Siamo figli di Dio per il Battesimo
2. Siamo destinati alla gloria futura senza fine, proprio perché, essendo figli di Dio, ne ereditiamo tutti i beni, cioè la vita eterna.
Riflessione.
Allora non sciupiamo la nostra vita, perché siamo persone create per l’eternità, non per il “nulla”. “O Signore! Dona a ciascuno la propria morte nata dalla propria vita!”. Così pregava il poeta austriaco Rilke Maria Rainer 1875-1926 .

C. La festa di oggi ci mette in profonda comunione con i nostri defunti. In che modo?
Riflessione.
Attraverso la fede che ci garantisce verità consolanti come la sorte dei nostri cari. La Parola di Dio infatti ci dice che:
1. “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio”. ( Sap. 3,1-9)
2. “Dio dimorerà tra loro ed essi saranno un popolo ed Egli sarà il “loro Dio”. (Ap. 21,1-3)
3. “Chi crede in Me – dice il Signore – anche se muore vivrà in eterno”. ( Gv. 11,25).
Riflessione.
Se questa dunque è la situazione dei nostri defunti, saremo in comunione con loro nella misura che li aiuteremo con l’applicazione di SS. Messe, con preghiere, elemosine e opere di bene.

Conclusione.
O Signore, dona a ciascuno la sua morte nata dalla propria vita. (Rilke Maria Rainer). Che la nostra vita e quella dei nostri defunti possa sbocciare non in una morte di condanna, ma in una luce e in una gioia che profumino di Risurrezione.

Don Remo Bonola