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Fonte Corriere della sera, del: 06 maggio 2007

www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/05_Maggio/05/iraq_lapidazio...

La donna uccisa dai familiari. Probabilmente ci fu strage per ritorsione
Iraq: video su web mostra ragazza lapidata
Il filmato fa vedere il massacro di Doaa Khalil Aswad, 17 anni, di culto yazidi, colpevole di una fuga d'amore con un musulmano.

BAGDAD (IRAQ) - Un filmato di pura barbarie. Un video agghiacciante del pestaggio e della lapidazione di una giovane irachena è stato diffuso in Internet. Il filmato, ripreso con spietata indifferenza da testimoni con telefoni cellulari, mostra la fine terribile di una diciassettenne colpevole di avere offeso la propria comunità - la minoranza curda di culto yazidi - con una fuga d'amore con un musulmano. Doaa Khalil Aswad, stando a quanto ha precisato la stampa curda, è stata uccisa il mese scorso dalla sua famiglia. Nel video si vede Aswad che giace su una strada mentre alcuni uomini la prendono a calci e poi le frantumano il cranio con una grossa pietra. Alla scena assistono agenti in divisa e armati della polizia irachena, che non muovono un dito per impedire che la folla faccia irruzione nella casa della disgraziata per prelevarla. L'unica attenzione verso la vittima durante il pestaggio è coprirle le gambe con una giacca. A un tratto la giovane, esile e con i capelli neri, tenta di tirarsi su, ma un uomo la colpisce con un pugno al volto e lei ricade sdraiata.

RITORSIONI - Sembra che quando si sparse la voce dell'omicidio, si scatenarono vendette ed è forse da ricollegare a quel fatto la strage del 23 aprile, quando uomini armati fermarono un pullman che trasportava operai. Quella strage fu compiuta a Beshika, 10 chilometri da Mosul, nel nord dell'Iraq. Sebbene il villaggio si trovi nell'area di lingua curda è fuori dalla regione autonoma, la cui amministrazione ha sollecitato il governo centrale di Baghdad ad avviare un inchiesta sull'omicidio della ragazza. Dura è stata la condanna dell'emiro degli yazidi in Iraq e nel mondo e capo del Consiglio supremo spirituale yazida. «Hanno ucciso brutalmente una ragazza yazidi in un rituale tribale fuori del tempo», ha affermato in una nota Tahsin Saeed Ali, il quale ha esortato anche i musulmani a non compiere vendette. La settimana scorsa le Nazioni Unite, nel rapporto trimestrale sulla situazione dei diritti umani in Iraq, espresse grande preoccupazione per il numero crescente di «delitti d'onore» ai danni di donne nel Kurdistan iracheno. «L'uccisione di Doaa è stata una grande tragedia per la sua famiglia e per la comunità curda. È stato un crimine inaccettabile sotto il profilo religioso, sociale e ideologico», si legge in una nota diffusa dall'autorità curda. Gli yaziri sono circa 500.000 e vivono prevalentemente nel nord dell'Iraq; parlano un dialetto curdo, ma seguono una religione pre-islamica: credono in un solo Dio e rispettano i profeti biblici e coranici, soprattutto Abramo. Ma le loro preghiere sono principalmente per Malak Taus, il capo degli arcangeli, spesso rappresentato come un pavone.
I seguaci di altre fedi identificano questo angelo con Lucifero o Satana e questo ha portato alla credenza che gli yazidi siano adoratori del demonio. Tuttavia la comunità, peraltro molto chiusa, è vissuta per secoli accanto a musulmani e a cristiani. Ma in questi ultimi anni, con la guerra settaria che insanguina gran parte dell'Iraq, è costantemente minacciata dagli estremisti sunniti.
06 maggio 2007



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