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considerazioni salva vita sulla poesia

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    f.almerighi
    Post: 41
    00 27/08/2010 17:57
    Ci insegnavano a odiarla fino dall’età della ragione.
    L’inutilità della poesia può esserne punto di forza. Coprire l’intero ragionamento.

    In Italia, pare, ci siano almeno ventimila persone che scrivono poesia, o almeno credono. Libri di poesia in un anno se ne vendono molto meno di ventimila. La proporzione numerica si commenta da sé. Gli autori sono molto più numerosi dei loro lettori, e buona parte degli autori di poesie ne sono, a loro volta, fruitori.

    Come se l’intera produzione di scarpe, escluso l’invenduto, fosse appannaggio di calzolai, o quella del pane, di panettieri. Perdita completa del concetto di pubblica utilità, fine della poesia?

    La poesia è inutile, fin dalle scuole, quando gli studenti vengono costretti a studiarla, a mettersela in bocca, ad avvertire un sapore molesto, estraneo al loro mondo. Appena possibile se ne allontanano prontamente rabbrividendo al ricordo. Fine della poesia?

    La figura del poeta, autore di tanta fallimentare impresa, non aiuta certo la poesia a rimanere per strada. Anzi ve l’abbandona. Piccola, senza gambe né braccia, già morta. Il poeta è un patrigno indegno, perdente, sfigato. La figura, casomai, di un grande edonista, resa famosa da ben altri clamori.

    I libri di poesia non si vendono. Sarebbe necessario creare un ammasso AIMA anche per queste produzioni ipertrofiche, costose, fuori tempo massimo, come già succede in agricoltura.
    La melassa di superficie vivacchia e viene divorata in rete con effetti degenerativi sempre più drammatici. Fine della poesia?

    Allora, a cosa serve ciò che scrivo? Onanismo da inchiostro su foglio elettronico? Tempo gettato in vece di cause più nobili? Tutta roba un po’ patetica. Certo, mi sono imbarcato in una bella impresa!
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    Francesca Coppola
    Post: 1.652
    00 29/08/2010 15:11
    incapace -neanche in estate- di staccarmi dalla mia passione, ho avuto pensieri affini ai tuoi.
    Chi legge è in numero minore rispetto a chi scrive, ma questa di certo non è una novità. Tutto ciò è evidente sin dai blog e forum letterari: l'utente si logga solo (o quasi) per postare qualcosa di proprio.
    Quando svanisce la curiosità, quando non ci facciamo più attrarre dai titoli e non spendiamo alcuna parola quando fugacemente ci soffermiamo è proprio lì che muore la poesia.


    [Modificato da Francesca Coppola 29/08/2010 15:11]


    "i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
    www.francescacoppola.wordpress.com
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    Maredinotte
    Post: 1.681
    00 09/09/2010 11:46
    avevo letto, tempo fa, un articolo sull'inutilità della poesia che ora non ritrovo.

    la poesia è inutile, completamente inutile, poichè non serve alla sopravvivenza, non concorre allo sviluppo dell'economia, non produce bensì spreca un'enormità di parole, e carta, e tempo. la poesia, così come oggi la concepiamo, allontana e distrae chi la produce dalla società. e allora perchè in tanti scrivono?

    sarebbe troppo semplice pensare che sia solo per soddisfare un ego troppo grande, che tutti (o quasi) impugnamo una penna, o battiamo su una tastiera, che il povero sfigato, fallito, asociale, possa sentirsi riconosciuto un finto merito, facendolo.
    lo fanno in troppi: sono tutti poeti? sono tutti falliti? è tutta poesia quella che si produce? e siamo tutti così stupidi da non riconoscere una pagina di diario (anche la nostra stessa pagina) da una poesia?
    io onestamente credo di no.

    la poesia è morta? no, la poesia sopravvive. certo, non è un gran business investire su di essa. ma non lo è mai stato da almeno 5 secoli a questa parte eppure, è ancora qui.
    se si riuscisse a farla tornare ad essere "luogo" di aggregazione e di discussione, forse riemergerebbe dal mare di falsa poesia che la sommerge. e comunque, qualcosa si muove. la poesia c'è, bisogna solo cercarla bene.

    "La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
    robertadaquino.wordpress.com



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    Pedro Navarra
    Post: 201
    00 07/11/2010 22:08
    La poesia cos'è e a cosa serve?
    Alla prima parte della domanda posso non rispondere, credo che tutti noi sappiamo, con coscienza o meno, cosa sia Poesia: lei c'è, anche senza di noi, in tutto e non condivisa.
    Non è condivisa, no, sta nell'anima di ognuno finché non le si parla per poi scriverla, fissandola con le parole scritte.
    Questa è la funzione del poeta: portarla alla luce e mostrarla a tutti.

    Leggendo alcuni testi, proprio qui, su VV, ho provato emozioni, sensazioni in parte già vissute, che mai ho descritto: non ne sono stato capace ed ho provato uno stupore profondo e commovente.
    Caspita!, ho pensato, quella persona ha descritto sensazioni mie, intime e per niente scontate od ovvie: come è possibile? E così è accaduto diverse volte, tantissime volte.

    Io credo che la poesia sia quel ''residuo fisso del miracolo'' presente in ogni cosa, che sia la coscienza eterea e sfuggente di quel miracolo, che si chiama Universo e forse Infinito e Creazione.

    Dov'è allora l'utile in tutto ciò?
    L'utile sta nella memoria che porta con sè quel ''residuo fisso'', che sa accompagnare noi nella nostra vita come noi accompagnamo lei, perpetuando quel miracolo.

    Per ora chiudo, è finita l'ispirazione...ma sono già a buon punto [SM=g8127]

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    Pedro Navarra
    Post: 201
    00 07/11/2010 22:37
    Non vorrei essere frainteso: il compito del poeta, secondo me, non è quello di essere custode di segreti ma semmai portatore di verità e luce che non può altro che fare bene, soprattutto in momenti bui come questi. Dovrebbe aprire finestre nelle coscienze e mostrare che il Bello è in tutte le cose, sempre, e che non bisogna mai smettere di ascoltarlo e di comunicare con esso.

    Non so come dire...la Poesia è anche speranza, per me, così tutta l'Arte.