Cima Vioz. 3645 metri. Una delle cime più alte e più facilmente raggiungibili del Trentino.
E' da qualche anno che voglio salirla e finalmente è giunto quel momento.
A Peio Terme prendiamo gli impianti che salgono al Doss dei Gembri (2313 m); c'è pochissima
gente, d'altronde è lunedì, c'è una certa soddisfazione ad andare in montagna mentre la maggior
parte delle persone sono al lavoro.
Arriviamo sul Doss e le nubi avvolgono le cime della testata della Val Mite.
Cominciamo a salire, il sentiero 105 s'impenna quasi subito e sarà così fino alla fine; facciamo
anche amicizia con una famigliola di bresciani che incroceremo più volte lungo la salita.
Siamo nei pressi del bivio che porta alla cima di Vioz ma noi saliamo verso il Monte. Valichiamo la
dorsale e sotto di noi, parzialmente coperta dalle nubi, la val de la Mare che sale al rifugio Larcher.
Aggiriamo il Dente del Vioz e saliamo lungo sfasciumi, incontriamo rari nevai. Ritorniamo sul
versante della val del Mite e fa capolino Cima Taviola dove stanno costruendo l'impianto di Peio
3000..bah!
Riprendiamo il cammino, sempre in salita, e arriviamo al Brich e alla targa che segna i 3200 metri.
Aumentiamo il ritmo, stiamo pian piano bucando le nubi e sopra ci accoglie un cielo blu intenso,
ecco il rifugio Mantova (3535 m) e dietro la croce dell'anticima del Vioz.
Lasciamo gli zaini al rifugio e proseguiamo verso la cima. A destra la vista spazia sul lago e sulla
vedretta del Careser e sulle cime della val di Rabbi, a sinistra e di fronte i giganti.. Punta San
Matteo, il pizzo di Tresero, Palon dela Mare, Cevedale, Gran Zebrù ecc.
Superiamo la croce e per crestina nevosa arriviamo sotto la vera cima, saliamo per sfasciumi ed
eccoci sui 3645 metri del Vioz. Il sole splende in cielo e tutto sembra , anzi lo è, meraviglioso.
Siamo io e Claudio in compagnia di vette innevate e ghiacciai.
Dopo mille scatti scendiamo al rifugio e pranziamo al sole, fa caldo.. sono in canottiera a 3500 e
rotti metri.
Finito il pranzo cominciamo a scendere, anche sul Brenta le nubi sono sparite, lasciandoci
ammirare i torrioni e i campanili, scorrendo lo sguardo ci soffermiamo sui ripidi canaloni nord della
Presanella e più a ovest fanno capolino le bianche distese di ghiaccio del Mandrone, delle Lobbie e
dell'Adamello.
Stiamo giusto discutendo sulla fauna che non si fa vedere e ad un certo punto sbuca un camoscio sul
sentiero, e poco dopo sentiamo un “belato” e altri due camosci s'inseguono sotto di noi. Voltiamo
l'angolo e ritroviamo ancora il primo camoscio che sta camminando tranquillamente sul sentiero, lo
seguiamo per un bel po', poi se ne va.
Eccoci nuovamente vicino al bivio della cima di Vioz e di qui a breve al doss dei Gembri, dietro di
noi 1300 metri più in alto vediamo il Mantova. "Alla prossima!" penso.
Erano circa due anni che non respiravo l'aria e l'ambiente d'alta quota.. mi era mancata!
La sera ci troviamo a cena con l'amico solandro Gianni e consorte e il giorno dopo partenza
verso Trento.. e la via più corta si sa passa per il Gavia, Bormio e lo Stelvio... lacio drom!!!
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"Tu hai una tale voce, o grande montagna, da annullare gli inganni e i dolori, voce non da tutti compresa, ma che i grandi, e i saggi e i buoni interpretano, e profondamente sentono, e fanno sentire agli altri". P.B. Shelley
"Fatto stupendo o cosa strana! L'orso. La belva si fa umana.
Stupor maggior che l'uomo nato, in belva or cerchi esser cangiato."