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In Belgio e Francia in discussione leggi anti burka

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    Nihil.
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    00 23/04/2010 20:18
    Il velo integrale delle donne islamiche torna oggetto di accese polemiche. E in Europa, Belgio e Francia si trovano in prima fila nella crociata contro il burqa.
    La Camera dei deputati di Bruxelles si accinge a votare una legge contenente il divieto e potrebbe diventare il primo paese europeo a proibire esplicitamente il velo integrale islamico in tutti i luoghi pubblici. Linea dura anche nel Paese d'Oltralpe, dove il presidente Nicolas Sarkozy intende presentare al Parlamento un disegno di legge analogo.

    «Divieto di indossare il Burqa: l’Italia segua Belgio e Francia» L'appello non giunge da una delle roccaforti leghiste nel cuore della padania, ma dal sito dell'Associazione Donne Marocchine in Italia. «Potete leggere il Sacro Corano in lungo e in largo - prosegue il testo - da nessuna parte troverete un accenno all'obbligo per le donne islamiche di indossare il burqa o il niqab...»

    Condivide le medesime opinioni Dounia Ettaib, presidente dell'Associazione Donne Arabe d'Italia, sotto scorta dopo l'aggressione subita per aver manifestato in favore di Hina, la giovane pachistana uccisa dal padre.
    A Dounia abbiamo chiesto di spiegarci perché una donna musulmana si schiera contro un costume condiviso da numerosi esponenti dalla propria religione. «Ogni anno si rivolgono a noi circa 200 donne, che denunciano soprusi e abusi. La maggior parte di loro ci confida che il velo integrale viene imposto dal marito o dai familiari».
    Ma una legge che vieta di indossare il burqua non lede la libertà religiosa?
    «In questo caso la religione non c'entra. Si tratta di un'imposizione maschilista che non ha nulla a che vedere con i precetti del Corano. Purtroppo, numerosi imam avallano la sottomissione e la segregazione della donna col pretesto - infondato - che ciò corrisponda a quanto scritto sui testi sacri. Ritengo, inoltre, che se si decide di emigrare, i propri costumi non debbano violare le leggi del Paese ospitante».
    In Italia la legge 152/75 impone la riconoscibilità del viso, ma il consiglio di Stato nel 2008 ha sdoganato il burqa in quanto attuazione di una tradizione religiosa...
    «A mio avviso non è corretto: è come se permettessimo ai sikh di non indossare il casco in motorino perché la loro religione prevede il turbante!»
    Anche nei Paesi musulmani si assiste a un ritorno del velo tra le giovani donne. Moda o neo-integralismo?
    «Anche la moda può essere il frutto di un'ideologia strisciante. Ma occore fare un distinguo: un conto è una ragazza che indossa un velo sopra i jeans o una minigonna, altra cosa è il burqa. In Marocco, ad esempio, la legge vieta il velo integrale dal 2007. Ben prima che in Europa».

    Dounia Ettaib è convinta che la battaglia contro il fondamentalismo non passi dall'Islam, quanto piuttosto le interpretazioni deviate che ne fanno certi uomini: «occorrerebbe un maggiore controllo sugli imam. Qui non si tratta di religione, ma di rispetto di diritti civili universali».


    "Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis

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    Francesca Coppola
    Post: 1.652
    00 26/04/2010 17:34
    da Il Sole 24 ore, Karima Moual scrive:



    In Belgio (crisi di governo a parte) Francia e a seguire in Italia, pare che i problemi dell'immigrazione siano il burqa indossato da qualche risicata minoranza di donne musulmane (in Francia se ne contano circa 1.900). Le proposte di legge che prevedono il divieto d'indossare il velo integrale in pubblico, se approvate, rappresenterebbero senz'altro un evento storico in sé, sulla nuova percezione europea della libertà individuale.

    Come ho già dichiarato in un'altra occasione, per me una donna col burqa è una donna che non esiste. Se è Dio che l'ha creata, è assurdo che voglia annullarla. Non vederne il volto è come annullarne l'esistenza.

    È senza alcuna ombra di dubbio che il burqa e il niqab siano simboli di sottomissione, a un uomo o a un Dio, che siano volontarie o meno, che possiamo condividere o non. Ma quante sono queste donne che portano il niqab e burqa? Non c'è già una legge chiara in materia, che chiarisce bene come il volto delle persone deve essere riconoscibile in luogo pubblico? Sì. E allora di cosa stiamo discutendo? Del nulla.

    Ennesimo falso problema messo sul tavolo, per non prendere coraggio e affrontare i problemi veri dell'immigrazione in Europa che attendono ancora risposte. Ecco perché credo che in realtà questo dibattito sul burqa non sia altro che un burqa per coprire e non affrontare i veri problemi sull'immigrazione. E questo è il primo punto. Il burqa così come il niqab in realtà invade ormai da anni il nostro immaginario, non perché lo abbiamo incontrato personalmente, indossato dalla nostra vicina di casa piuttosto che da una sconosciuta, ma perché è l'immagine-simbolo, che i media "orientalizzanti" più volentieri scelgono come sfondo a un reportage sui temi riguardanti l'Islam piuttosto che la foto in prima pagina sui giornali, da riporto, sempre all'articolo in tema Islam.

    Perché? Mediaticamente è forte, fa scena, incuriosisce e soprattutto ricostruisce ancora una volta l'immagine prefabbricata nella mente del telespettatore occidentale, del musulmano patriarca. Non a caso, nei manifesti per il referendum contro i minareti in Svizzera, era più la figura della donna con il niqab nero che i minareti a essere messa in rilievo. Quelle immagini forti, ci ricordano i talebani, la guerra, il terrorismo. È efficace, fa paura, e si è visto com'è andato il referendum. Una vittoria clamorosa.

    Vietare però con una legge alle donne che portano il burqa d'indossarlo e rendere la vita impossibile a quelle che portano il solo velo islamico, è facile. Ma è poco ambizioso, poco coraggioso e soprattutto illiberale.

    Bisogna essere per le scelte delle donne. Che partano dalle donne. Così come bisogna credere nell'intelligenza delle donne e dare loro gli strumenti quali la cultura e il tempo per capire, interpretare e scegliere loro stesse cosa è giusto o meno per loro. Solo attraverso un'investimento nella cultura e nella conoscenza possono essere libere e consapevoli delle loro scelte. Cos'è religioso, culturale e identitario per loro. Cosa rappresentano velo, burqa o niqab. Qualcosa o semplicemente un niente di cui liberarsene. Lasciarle libere di guardarsi allo specchio.


    Questo è quello che si meritano: forza e coraggio, non qualcuno che ancora una volta gli vieti, senza dare loro la possibilità di capire. Questo è come violentarle ancora una volta, come corpi, come menti e come persone.






    * ESPRIME benissimo il mio punto di vista.





    "i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
    www.francescacoppola.wordpress.com