00 11/04/2010 21:12

In realtà le cose sono molto più complicate.
Vero che per un bambino sono i genitori o i tutori legali che decidono. Per un adolescente, se le scelte dei tutori/genitori sono diverse da quelle del paziente-ragazzo, la situazione viene posta all'attenzione di un giudice che stabilisce quale sia l'effettiva maturità del ragazzo/a per valutare se sia in grado di decidere per se stesso per il meglio.
Non so quali criteri vengano applicati per valutare la maturità.
Almeno in Italia dovrebbe funzionare così.
Anche perché, da costituzione, non possono essere somministrate cure se il paziente non le vuole. E per certe terapia (per non dire per tutte) la collaborazione del paziente - maggiorenne o minorenne - è necessaria.


Se ben capisco quello che intendi tu è l'emancipazione, anche se essa si applica solo al matrimonio e i diritti dell'emancipato non vanno oltre l'ordinaria amministrazione.
Emancipazione del minore
Inoltre l'articolo 6 sulla convenzione sui diritti umani e e la biomedicina(ratificato dall'Italia nel 2001)cita così:

1. Sotto riserva degli articoli 17 e 20, un intervento non può essere effettuato su una persona che non ha capacità di dare consenso, se non per un diretto beneficio della stessa.

2. Quando, secondo la legge, un minore non ha la capacità di dare consenso a un intervento, questo non può essere effettuato senza l’autorizzazione del suo rappresentante, di un’autorità o di una persona o di un organo designato dalla legge.

Il parere di un minore è preso in considerazione come un fattore sempre più determinante, in funzione della sua età e del suo grado di maturità.


(per chi volesse il link, eccolo:http://conventions.coe.int/Treaty/ita/Treaties/Html/164.htm)
Quindi penso proprio di no, l'adolescente fino ai 18 anni non può decidere cosa fare, sopratutto poi con il cancro, che se lasciato non curato porterebbe la morte, cosa che non penso sia permessa.