00 03/03/2010 23:57
Vorrei sottoporre 2 quesiti:


1) per l’estensione di un certificato di prova REI 120 di una parete “divisoria non portante” realizzata con profilati metallici e lastre in cartongesso, ho sempre considerato la caratteristica EI assicurata dalla conformità ed uguaglianza dei materiali utilizzati con le stratigrafie citate nel certificate, mentre per la resistenza R ho sempre effettuato una verifica di resistenza ai carichi statici, accidentali e sismici, della parete divisoria non portante nelle sue dimensioni effettive ma nella situazione di temperatura ambiente in assenza di incendio. è corretto? se si, quale circolare ministeriale o altra prescrizione/chiarimento conferma questo modo di procedere appreso dalla pratica di altri colleghi?


2) nel calcolo analitico della protezione di strutture metalliche secondo la uni 9503 non è mai contemplato il caso di lastra piana indefinita di isolante protettivo che scherma uno o più profili metallici. secondo i procedimenti di calcolo si devono per forza scatolare le travi? non c’è un modo per ricavare il giusto fattore di sezione anche in questo caso? anche la letteratura non mi pare diae indicazioni sul fattore di sezione di trave schermata da un protettivo piano.



In relazione ai quesiti posti si forniscono i seguenti chiarimenti:


A. PRIMO QUESITO

I criteri di estensione dei risultati di prova di resistenza al fuoco da una parete “non portante”, avente dimensioni in prova conformi alle specifiche richieste dalla circ. 91/61 (valore minimo della bocca del forno 2x2 m2), ad una parete di dimensioni prospettiche maggiori non sono mai stati regolamentati.

Dall’entrata in vigore del DM 16/2/2007, in presenza di rapporti di prova condotti con le nuove norme di prova comunitarie (EN 1364-1 “pareti non portanti”), non è più consentito applicare i risultati di prova a pareti le cui dimensioni variate non ricadono all’interno di quelle previste dal “campo di applicazione diretta del risultato di prova” definito al paragrafo 13 della stessa norma di prova, se non in presenza di indicazioni fornite dal produttore e contenute nel “fascicolo tecnico” che lo stesso produttore è tenuto a predisporre e a rendere disponibile in conformità al p.to 8.4 dell’allegato B al DM 16/2/2007.

Per quanto riguarda i residuali rapporti di prova redatti in conformità alla circ. 91/61, la quale non dà alcuna indicazione in merito, il professionista, ad avviso di quest’Area, dovrebbe accertare la correttezza dell’estensione dei risultati di prova, tenendo conto delle azioni che realmente si presentano in caso di incendio sulla parete e dei requisiti che essa deve garantire. Nel caso in esame dovrebbero essere prese in esame le deformazioni a caldo della struttura metallica a supporto dei pannelli di separazione, in quanto le dimensioni accresciute dell’intera struttura comportano spostamenti della stessa che possono risultare incompatibili con le connessioni (verificate in prova) tra i pannelli e la struttura e tra pannelli e pannelli.

In altri termini il problema risiede nell’aumento della deformabilità della struttura metallica che consegue all’aumento della distanza tra i vincoli della stessa e i maggiori produttori di componenti di pareti leggere di separazione antincendio hanno attualmente sviluppato criteri e metodi per la determinazione delle dimensioni idonee dei profili a garantire il mantenimento delle prestazioni maturate in prova.

Comunque, in assenza di qualsiasi informazione da parte dei produttori appare ragionevole dimensionare la struttura metallica ricorrendo ai criteri definiti per i “sipari di sicurezza” e contenuti nella lettera-circolare DCPST/A5/5381/RF/01140001 del 2 luglio 2003.



B. SECONDO QUESITO

Il caso di schermi piani che proteggono travi e colonne (controsoffiti e contropareti) non è trattato dalla norma citata né da altre analoghe (EN 1993-1-2).

Peraltro la determinazione del fattore di sezione di un profilato protetto da uno schermo piano, condotta come se il profilato fosse scatolato, risulta essere una soluzione non condivisibile poiché largamente conservativa rispetto al reale riscaldamento dell’elemento protetto e pertanto se ne sconsiglia l’adozione.

Si invita, invece, a fare riferimento alle indagini sperimentali condotte dal produttore della lastra, costituente lo schermo, nelle reali condizioni di posa in cui si intende utilizzare lo schermo. Infatti, per tali sistemi protettivi, appare di maggior rilievo la completa definizione delle specifiche di montaggio e dei particolari costruttivi piuttosto che la capacità isolante del pannello, in quanto una posa non idonea non garantisce alcun tipo di protezione alla struttura.

Si sconsiglia, in definitiva, di utilizzare i risultati di prova condotte su lastre poste in prova come rivestimento scatolare, per profili protetti da lastre poste nella realtà come controsoffitti (o contropareti) in quanto privi di tutte le informazioni relative alla sottostruttura di sostegno e di aggancio al soffitto (o alla parete).



Il dirigente Area Protezione Passiva

(Ing. Lamberto Mazziotti)



Il Responsabile del Settore Resistenza al fuoco
(Ing. M. Caciolai)