Il Gazebo

TRANSATLANTICO * GINA KAUS

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  • il Poeta 1
    00 22/02/2010 15:47
    TRANSATLANTICO * GINA KAUS


    - Stephanson: < Capite? Sono troppo ricco per poter liquidare! Il denaro fino ad un certo punto significa libertà, benessere, indipendenza. Finché voi avete soldi in banca, siete padrone di fare quello che vi pare...>
    Tommaso fece l'iniezione con molta prudenza...-

    - Milli... < Quando sarò vecchia come voi, forse sarò anch'io del vostro parere, ma prima voglio essermi goduta la mia parte. E ci riuscirò! Lo vedrete se non ci riesco io!
    Tommaso: < Ma intanto quando mangi ti metti il coltello in bocca, e quando ti servono la minestra te la succhi con un risciacquio che ti sentono fin nella cabina del Comandante! E quando cammini sculetti come un'oca, perché sei convinta di mandare gli uomini in visibilio...>
    Tommaso chiese a Giorgio. < Che cosa vorresti fare da grande? >
    < Non lo so. Non farei altro che leggere e studiare per essere un Poeta! > -

    Marius al suo ex dipendente diventato ricco: < Non avete vizi rovinosi, nessuno al mondo cui vogliate abbastanza bene da rischiare di far sciocchezze per lui. Mancate di idee personali. La maggior parte degli uomini d'affari va in rovina per colpa della troppa fantasia. Voi sfruttate le idee degli altri...>

    - < Allora voi consentireste al divorzio? > ripeté Shortwell... Tommaso si rese conto di avere in mano un'arma di straordinaria potenza.
    < Quando io abbia modo di convincermi che mia moglie, senza riserva , sceglierà voi, sì. > -

    - Krieglacher a Tommaso: < Ma caro collega, io ho della chirurgia un concetto molto più modesto. Per conto mio essa non è altro che la capitolazione della scienza di fronte al male. Quando io asporto un tumore, vuol dire semplicemente che di quel tumore io non so nulla, né come sorge né come evitare che sorga, o perché scompaia...>
    < Dovete sapere, io ho perduto al gioco in poche notti quello che mi era costato anni di lavoro.
    Tutti i miei risparmi, la mia posizione onorifica alla Università di Konigsberg, il mio avvenire... le mie capacità se li potevo trasformare in gettoni li avrei sacrificati senza uno scrupolo...>
    Tommaso osservò:
    < Vi confesso che non capisco. Voi non avrete certo giocato per il guadagno? >
    < … nessuno gioca se non ha voglia di vincere. Il denaro invece, quelli che tengono davvero al denaro, non lo espongono ai capricci del caso...>
    < Ma disgraziatamente voi avete perduto! >
    < Al contrario!.. Ha trionfato la matematica, quella matematica che avevo tradito, per un caso insignificante, ridicolo.>
    < E ora? >
    < Ora me ne vado in America...-
    Non mi occorre gran che; una sala operatoria con i relativi strumenti, un buon assistente e un infermiera...>.-

    - < La vita? Ma la vita è meravigliosamente bella! >
    < Sarà bella! Ma per me è troppa pericolosa . >
    Stephanson rise.
    < Ma se questo è appunto il bello! Credete voi che io mi fidi di un uomo al mondo? Di nessuno! Neppure della mia segretaria...>.
    < Ma che cosa è l'amore senza fiducia? >
    Il giorno che io comincio a fidarmi di una donna vuol dire che m'è diventata indifferente >. -

    - Tommaso: son tutte così, si diceva, tutte! Non dipende che dalle circostanze. Se una donna arriva a morire senza mai essersi mai venduta, significa che non ha mai avuto bisogno di denaro o che non ha mai trovato un compratore. -

    - Wolzogen realmente era come stregato, ma anziché dalla bellezza di Federica, da quelle notizie che con tanta indifferenza della sua ingenuità ella gli aveva fornito. E pensava che chiunque parla d'affari con le donne è un idiota perfetto, se anche si chiami Stephanson. -

    < É magnifico che le energie che muovono questa nave siano invisibili, come le forze della natura, come lo è il cuore nel corpo umano o la linfa nelle piante. È come un organismo vivo! >. -

    ... finisce con un mazzo di rose rosse...

    Piacevole libro sia per chi conosce la vita di bordo e chi la sogna dal finale schioppettante...
    La Nave da Crociera, oggi, più che ieri è un Paese vivo, dove l'imprevisto è dietro l'angolo che da sapore alla vacanza...

    Lorenzo Pontiggia
    il Poeta marylory




























  • il Poeta 1
    00 22/02/2010 20:02
    - C’è un mondo nel mondo di una nave, che si ritrova alla sera al dancing.-

    Partenza Crociera da Genova/Savona alle 17. di Capodanno...
    Prenoto, cena primo turno per gustarmi tutta la serata...
    Lascio il ristorante, al bar o al tavolino, sorseggio un caffè con grappa, e mi preparo a bruciare tossine sgranchendomi al suono di musica forte...

    - E’ noto il valore terapeutico della musica: annulla le preoccupazioni, rinnova le energie e in sala da ballo, con un abito elegante dopo la giornata di braghette ed infradito, se anche non sappiamo ballare come Fred Astaire ci si sente Porfirio Rubirosa. -

    Alla musica forte la pista si svuota, entro in scena, non sono Fred, 90 kili, 180 A, ma la pista è mia, tra gli astanti c'è chi mi riconosce...
    Seguo spontaneamente la musica coinvolgendo il corpo, cogliendo nella ginnastica creativa il valore terapeutico, senza esagerare la prima sera, scaldando l'ambiente da creare una domanda: quello fa parte dello staff.?
    Ti vedo, vengo al tuo tavolo, gentilmente mi offri un Martini e mentre sorseggiamo... suonano in sottofondo Unforgettable

    - “... comincia il gran ballo in costume e fin dall’inizio l’allegria generale è così travolgente che il vecchio maestro di casa assicura di non averne mai vista una simile in duecento traversate.
    Il “vecchio Fritz” apre le danze con Federica che questa sera è inverosimilmente bella. Si è messa lo scialle nero di seta sottilissimo. Stretto attorno ai fianchi; le braccia e le spalle nude divinamente perfette come il suo viso pallido, sul quale spicca la stretta falce di una luna d’argento.
    Ballano un valzer, a dir vero straordinariamente bene, ma accompagnati dalla simpatia generale e da scoscianti applausi.
    Due minuti dopo ballan tutti, davvero tutti non come le altre sere soltanto un paio di giovincelli che a sentir la minima nota di contrattempo si sentono la fregola nelle gambe.
    Ballano questa volta anche i più posati e maturi; è un’allegria generale che s’impadronisce di tutti; il costume concede alle signore una maggiore libertà; alcune portano addirittura la maschera in mano.
    “Voglio ballare anch’io” dice Luisa a Tommaso, né a lui serve dichiarare d’essere un mediocre ballerino.
    Chi mai può accorgersene in quella confusione generale di gambe e in quella blanda oscurità rotta da sprazzi di luce rossa e azzurra che si posa carezzevole sul viso delle donne?
    In quella luce, nell’atmosfera di gioia ed in quella notte, anche il viso di Luisa è bello e giovane. Ed emana un gradevole calore, il calore di una persona che ha piacere di vivere e di godere, la quale sa che sentirsi felici è comunicare agli altri la propria felicità.”


    Grazie zio Fred...
    il Poeta