Forum dello scalatore Luogo d'incontro per salitomani

Brunig - Melchsee - Susten

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    -Emiliano-
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    Registrato il: 30/03/2005
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    00 06/02/2010 16:11
    Ecco che finalmente proseguo ed incrementare la “mia” sezione del forum con la descrizione di un altro fantastico, inedito e particolare giro lungo alcune bellissime salite svizzere.
    “Fantastico” perché lo reputo uno dei più bei giri inaugurati nel 2009 (e ne ho fatti!): immerso in scenari alpini veramente mozzafiato ed estremamente vari.
    “Inedito” perché ideato a tavolino da me senza trovare praticamente notizie in merito su Internet: il percorso prevede difatti un emozionante tratto di circa 1km da farsi a piedi, quindi in pochi – sinora – l’avevano preso in considerazione.
    “Particolare” perché, oltre al tratto a piedi già citato, parte “in quota” e prevede subito una lunghissima discesa (almeno una volta all’anno mi diverto in quest’uscita decisamente atipica, quasi sempre partendo dalla cima del Sustenpass).
    Sono sicuro che, viste le foto (scattate in una giornata meteo di una bellezza ineguagliabile; in assoluto una delle migliori da quando pedalo), sarete concordi con me. La mia speranza è che qualcuno di voi prenda coraggio, si cimenti nel tratto di “trekking”, e scopra insieme questa incontaminata parte della Svizzera.


    Dati tecnici:
    Percorso: Sustenpass, Innertkirchen, Meiringen, Brunigpass, Lungern, Ewil, Flueli-Ranft, Melchtal, Melchsee-Frutt, Engstlenalp, Nessental, Steingletscher, Sustenpass.
    Lunghezza: 132 km circa
    Dislivello totale: 3.900 m circa
    Grafico (comprende anche un tratto sterrato oltre Melchsee-Frutt):


    Mappa della strada (in rosso il tratto sterrato da percorrere a piedi):


    Foto dal satellite:



    Le salite:
    Meiringen - Brunigpass: da 592 a 1008 m in 7,1 km
    Ewil - Melchsee-Frutt: da 486 m a 1905 m in 22,7 km
    Nessental - Steingletscher: da 845 a 2096 m in 19,9 km
    Steingletscher - Sustenpass: da 1864 m a 2224 m in 5,0 km


    La località di partenza:
    Il Sustenpass, per chi come me parte da Milano, non è propriamente “dietro l’angolo”. Siamo difatti in piena “Svizzera del nord” (ossia oltre il Traforo del San Gottardo) e bisogna pertanto mettere in preventivo, se ci si muove in auto dall’Italia, poco meno di due ore di viaggio dalla Dogana di Como.
    Vi stupirete però del poco traffico che incrocerete in territorio elvetico (specie se sarete mattinieri come il sottoscritto). Discorso diverso per il ritorno, quando potreste essere costretti ad una lunga coda per entrare nel Traforo (ad onor del vero io, andando sempre di sabato oppure durante giorni infrasettimanali di luglio/agosto, non ho mai fatto neanche 10 secondi di fila...).
    Inoltre posso assicurarvi che farsi due ore per andare da Milano al Sustenpass non è certo come farsi due ore nella Pianura Padana per andare da Brescia a Torino. Credo che la foto scattata durante il tragitto in auto mi renda pienamente ragione:




    Il percorso:

    Parcheggiata l’auto in cima al Sustenpass, ci copriamo per benino: la discesa sarà lunghissima (ben oltre la mezzora) e, anche nelle giornate più calde, all’alba, difficilmente troveremo più di 7/8°C lungo il tragitto.
    Prima, però, è obbligatorio ammirare il riflesso dello Steingletscher nello specchio d’acqua proprio in cima al passo (con questo, oggi sfioreremo ben sette, tra laghi e laghetti!). Non c’è nemmeno una nuvola in giro; la giornata si preannuncia a dir poco straordinaria:



    La discesa è a tratti tecnica, a tratti veloce ed a tratti pedalabile, anche se non presenta alcuna contropendenza degna di nota. Il primo tratto (foto), pur essendo in quota, è praticamente tutto all’aperto e – con il sole che fa capolino tra le montagne – è ben più “caldo” del tratto immerso nel bosco che precede Gadmen (quindi, mi raccomando, non scopritevi!).



    Poco prima di giungere a fondovalle s’incrocia alla nostra destra il bivio per l’Engstlenalp, dal quale giungeremo in discesa all’inizio del pomeriggio. Noi però proseguiamo dritti, in quanto il giro in senso antiorario è altamente sconsigliato: il tratto a piedi sarebbe difatti in questa maniera da affrontare in salita!
    Arrivati ad Innertkirchen possiamo iniziare a svestirci: per raggiungere Meiringen dobbiamo infatti superare un breve strappo che risale le gole dell’Aare (peccato veramente non le si possa costeggiare in bicicletta: viste in foto, sono uno spettacolo mozzafiato!).
    Pochi chilometri e siamo pronti ad iniziare il Brunigpass. Ovviamente quest’ultimo è ben diverso da un Grande Passo Alpino, ma da questo lato è piacevolmente immerso nel bosco, poco trafficato (diversamente dal lato di Brienz) ed ogni tanto lascia intravedere bei panorami sulla piana di Meiringen ed, in lontananza, il Brinzersee.
    La pendenza media è del 7% e risulta più marcata prima di immettersi sulla strada principale, con qualche breve strappo a due cifre. In totale superiamo poco più di 400m di dislivello ed infine arriviamo in maniera un po’ anonima al Passo:



    La discesa inizia subito abbastanza veloce; nonostante la quota non sia elevata, essendo di mattina quasi tutta all’ombra, avverto che è comunque fredda. Obbligatoria la sosta, dopo meno di 1km, al Belvedere che regala una splendida prospettiva del Lungernsee, specchio d’acqua fotogenico e romantico come pochi!



    Tornati sul tracciato, costeggiamo tutto il lato orientale del piccolo lago in falsopiano, mentre in lontananza la sagoma del Monte Pilatus si delinea inconfondibile (il monte sovrasta Lucerna ed è raggiunto da un’ardita ferrovia a cremagliera; chissà se con la MTB riuscirò a scalarlo?...).
    Siamo nel Canton Obwaldo, poco conosciuto (a torto!) ciclisticamente, perché lontano dai Passi Alpini più celebri, può essere paragonato alle nostre Prealpi lombarde (ad esempio alla provincia di Lecco): tanti laghi, qualche monte che supera i 2000m, salite brevi ma cattive (Acherli, Glaubenberg) e scenari estremamente mutevoli.
    Anche se il mio “habitat naturale” (lo sapete bene) è l’Altissima Montagna, devo ammettere che questo Cantone della Svizzera è veramente ricco di fascino:



    Raggiunto in questo ambiente idilliaco l’argine settentrionale del lago, ci buttiamo a capofitto nella discesa che ci porta a Giswil ed alla piana del Sarnersee. Poco prima che il traffico diventi fastidioso (la strada si sta per “trasformare” in Autostrada...), consiglio fortemente di immettersi nella pista ciclabile alla nostra sinistra: la stessa infatti è sufficientemente ampia per consentire buone “velocità di crociera” anche alle BdC ed è ben diversa dalle piste ciclabili che vediamo in Italia!
    Una volta ai bordi del terzo lago di giornata, dobbiamo affrontare circa 350m di dislivello per immetterci nella Melchtal – la valle alla nostra destra che ci condurrà nello splendido altopiano di Melchsee-Frutt. Per raggiungerla ci sono un’infinità di strade; io (per accorciare il percorso) ho seguito la più meridionale, che parte da Ewil ed attraversa Flueli-Ranft con il suo caratteristico Grand Hotel.
    Devo ammettere che la scelta mi è piaciuta: qualche strappo duro per raggiungere l’abitato di Flueli (dove consiglio l’approvvigionamento idrico), belle prospettive sul Sarnersee, dopodiché un fresco falsopiano immerso nel bosco, praticamente senza traffico, ci conduce nella vallata.



    Risaliamo la vallata con pendenze dolci attraversando alcuni caratteristici abitati, prima di giungere a Stockalp.
    Da lì in avanti non si scherza più: superato il semaforo che regolamenta il traffico, da quota XXX fino al nostro arrivo sull’altopiano la pendenza media sarà del 10,5%! La stretta e selvaggia insenatura nella Melchtal che risaliamo ripaga però con la sua bellezza ogni nostra singola goccia di sudore: pur lontana dalle Alte Vette e dai scintillanti ghiacciai che caratterizzano buona parte delle salite elvetiche, la bellezza di questa ascesa teme pochi paragoni (a mio parere una delle più belle novità asfaltate che ho inaugurato nel 2009).
    In breve usciamo dal bosco e, nonostante la quota non sia elevata, l’ambiente in cui ci si muove pare proprio d’Alta Montagna:



    Dietro di noi la stretta vallata ci garantisce comunque splendide visuali sui chilometri appena percorsi, mentre in lontananza riusciamo addirittura a scorgere la pianura al di là delle montagne. È quasi un peccato che, ad un certo punto, la salita termini per immetterci nell’altopiano; ma, tutto sommato, lo spettacolo che ci attende in cima è ancor più strepitoso e pertanto non saremo costretti a rimpiangere più di tanto la fine delle fatiche.
    Seppur inizialmente funestato dal troppo cemento della stazione di Melchsee-Frutt, l’altopiano conclusivo con i suoi caratteristici due laghetti è una vera perla incastonata tra le rocce selvagge che ci hanno accompagnato per tutta la salita e, in lontananza, le sagome imbiancate di Piz Titlis e Wetterhorn.



    Una sosta fotografica è a questo punto d’obbligo, prima di proseguire in leggera ascesa percorrendo tutto l’altopiano fino a Tannen.



    Raggiunta quest’ultima località la strada diviene sterrata e conduce fino all’alpeggio più alto della Melchtal, posto a circa 2100m slm.



    Il nostro percorso gira invece a destra e, seguendo le indicazioni per Engstlenalp, si riduce ad un piccolo sentiero pedonale che, in poco più di un chilometro, conduce alla rinomata località turistica. Con una MTB ed un po’ di coraggio, si potrebbe anche provare a percorrere in sella il tracciato quasi tutto il tracciato (tranne un tratto veramente esposto di una pericolosità inaudita).
    Con la BdC bisogna tassativamente scendere di sella: comincia così “un’avventura nell’avventura”, in quanto il tratto pedonale si rivela ai limiti della fattibilità, con le scarpette da bicicletta. Sia per l’enorme quantità di turisti che ci costringe spesso a fermarci, sia per un tratto veramente scivoloso intagliato direttamente nella roccia (...e con tanto di corda alla quale aggrapparsi!). Ma vi garantisco che lo spettacolo dell’Engstlenalp vista dall’alto, con l’ennesimo laghetto a far bella mostra di sé, e gli sguardi stupiti degli altri turisti vi ripagheranno da qualsiasi fatica aggiuntiva!



    Dopo meno di mezz’ora arriviamo finalmente ad Engstlenalp e possiamo finalmente tornare a pedalare!
    Abbiamo così “inaugurato”, grazie a questo tratto di trekking, un inedito circuito ciclistico che mette in comunicazione due splendidi altopiani, famosi più che altro per gli sport invernali, uno (a circa 1950m slm) nel Cantone Obwaldo e l’altro (a 1800m slm) nel Cantone Bernese.
    Dopo aver visitato velocemente l’abitato, ci buttiamo a capofitto nella discesa, ammirando di tanto in tanto il Wetterhorn che si staglia ben riconoscibile innanzi a noi.



    La discesa attraversa una vallata molto rigogliosa e, dopo una strettoia puntellata di splendide cascatelle (foto), riduce le proprie pendenze per qualche chilometro (consiglio in questa parte di rifornirsi d’acqua, visto che l’inizio della successiva salita è da “bollino rosso”!). È quest’ultimo un tratto superbo: ci troviamo nuovamente in un paradiso dal traffico regolato (stiamo infatti percorrendo una strada a pedaggio) e, mentre attraversiamo un lungo falsopiano in compagnia di un torrente spumeggiante e numerose mandrie al pascolo, davanti a noi abbiamo i primi contrafforti del ghiacciaio dell’Aletsch e una delle Montagne più belle della Svizzera.



    Solo un’antipatica contropendenza ci distoglie da questi pensieri e ci costringe a spingere nuovamente, per poche centinaia di metri, sulla corona più piccola.
    È solo un attimo; dopodiché entriamo nel bosco e in pochi minuti di veloce discesa ci immettiamo nuovamente sulla Sustenstrasse: siamo all’altezza di Nessental e davanti a noi abbiamo ancora circa 1500m di dislivello!
    La prima parte si svolge allo scoperto, e il caldo potrebbe essere nostro nemico, mentre innanzi a noi ammiriamo il Piz Titlis – che abbiamo lasciato pochi chilometri fa nella vallata laterale – da un’altra prospettiva:



    L’ascesa presenta continue variazioni di ritmo che, complice anche la pendenza media non eccessiva, mettono sempre in crisi la mia “prestazione sportiva”.
    Superato l’ultimo abitato della valle (Gadmen) entriamo nel tratto più fresco ed ombroso della salita (abbiamo già avuto modo di sperimentarlo in mattinata), peraltro ricco di numerose fontanelle da dove attingere l’acqua in previsione del finale di giornata.
    Mentre la fatica comincia ad essere nostra compagna ad ogni colpo di pedale, arriviamo infine all’ultimo lungo rettilineo prima del bivio per lo Steingletscher: da quel momento il paesaggio, dominato dalla presenza di uno dei ghiacciai più belli della Svizzera, diverrà semplicemente maestoso!
    Praticamente d’obbligo la deviazione (poco più di mezz’ora tra salita e discesa, a meno che non siate in crisi...) al parcheggio finale della stradina che s’intrufola nel ghiacciaio. Anche se il paesaggio risulta più fotogenico la mattina, bisogna ammettere che oggi il meteo regala splendidi scatti anche alle quattro del pomeriggio:



    Ammirato velocemente il paesaggio lunare, torniamo sui nostri passi e riprendiamo l’ultima parte della salita al Sustenpass. Abbiamo quasi 4000m di dislivello sulle gambe e gli ultimi chilometri presentano una pendenza media superiore al 7% che potrebbe seriamente metterci in difficoltà. Per fortuna un paio di fontanelle e lo spettacolo della Natura che ci accompagna dall’alto della sua millenaria imponenza ci danno la forza per andare avanti...



    Arrivati al Passo è difficile non essere gonfi d’orgoglio. Sia per il giro superbo ideato ed inaugurato quest’oggi, sia perché finire “in salita” dà molto la “sensazione di Giro d’Italia” (ecco perché mi piace, almeno una volta all’anno, cimentarmi in un’uscita con partenza in quota!).


    In definitiva...

    Un percorso a “semianello” inedito ed impegnativo, che – seppur un po’ al di fuori dei canoni classici del cicloturista (visto il tratto a piedi) – merita senz’altro di essere affrontato per unire quattro salite e quattro vallate che altrimenti sarebbe difficile vedere nella stessa giornata (parlo di Susten, Brunig, Melchsee ed Engstlenalp).
    Affrontato con la bici da ciclocross, mi sento di consigliarlo con una normale BdC: tanto il tratto da farsi a piedi è comunque da farsi a piedi (il traffico turistico non consente a mio parere alcuna “acrobazia” neanche alle MTB...)!
    Anche se non è pienamente un giro d’Alta Montagna come quelli che percorro abitualmente, e anche se non percorre Passi celebri e celebrati, mi sento di consigliarlo a tutti: i panorami attraversati, oltre ad essere di una bellezza assoluta, sono vari come non mai!
    Nella stessa giornata affrontiamo difatti uno dei Passi d’Alta Montagna più belli e “ghiacciati” della Svizzera (Sustenpass), quindi un Passo “prealpino” verde e boscoso (Brunigpass), ed infine una salita dura e selvaggia come poche (Melchtal): e un po’ come se (fatti i debiti paragoni) dopo al Passo del Bernina, scalassimo il Ghisallo e quindi risalissimo la Val di Susa.
    E, tutto questo, a pochi chilometri di distanza!
    Che dire? La Svizzera offre anche questo!...

    Alla prossima,
    Emiliano
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    Valerio Capsoni
    Post: 104
    Registrato il: 15/05/2009
    Utente Junior
    00 06/02/2010 16:26
    Giro bellissimo, e per te semi turistico! Abituato come sei alle altissime quote, avrai dovuto "sopportare" un po' più di compagnia del solito... Mi avevi già accennato del tratto con le corde da fare a piedi, e con la bici in mano immagino cosa si possa provare in quei metri! [SM=g8081]
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    mauro 72.
    Post: 131
    Registrato il: 03/07/2008
    Utente Junior
    00 06/02/2010 16:50
    Molto bello, mi preoccupa solo dover camminare mezz'ora con le scarpette. Forse conviene portarsi delle scarpe leggere da camminata?
    Lo mettiamo nel programma 2010.

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    CiclistaperCaso@
    Post: 966
    Registrato il: 07/02/2009
    Utente Senior
    00 06/02/2010 17:42

    BELLISSIMO ED AVVENTUROSO GIRO !!!

    Devo solo aggiungere che non ti è mancato il coraggio per fare il tragitto a piedi con bici spinta a mano e senza avere notizie certe di come realmente fosse.

    Io non ce l'avrei fatta, sinceramente.
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    fricius
    Post: 41
    Registrato il: 12/01/2010
    Utente Junior
    00 06/02/2010 23:18
    Grande giro, grazie per l'esplorazione e la fantasia creativa.

    Ho visto che ti è piaciuto il sistema di mettere mappa e immagine satellitare, in effetti rende e vale più di molte parole.

    Attendiamo con piacere le prossime news.

    Fricius

    -------------
    Duc in altum!
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    -Emiliano-
    Post: 949
    Registrato il: 30/03/2005
    Utente Senior
    00 07/02/2010 20:41
    Il tratto a piedi

    Come realmente fosse non lo sapevo, ma non parlerei tanto di "coraggio" quanto di "attenta valutazione".
    L'idea del giro m'è venuta in mente parlando con biciticino mentre mi consigliava Melchsee-Frutt; vista dal satellite mi sono accorto della vicinanza con l'Engstlenalp e dell'esistenza di una specie di sentiero di collegamento.
    Anche lui si ricordava che qualche temerario s'era avventurato nell'impresa (però non sapeva dirmi se a piedi, in bici o in MTB...).
    A Luglio sono andato in ispezione, durante il mio consueto Susten-Grimsel-Furka, sull'Engstlenalp ed ho intravisto la strada intagliata nella roccia.
    Un paio di cartelli segnaletici mi hanno confermato la fattibilità, quanto meno a piedi, della mia idea. Un cartello l'ho addirittura fotografato per essere più sicuro:



    Poi mi sono "dato da fare" per cercare foto inerenti il tratto di trekking. Ecco cosa ho trovato.

    Foto all'inizio del tratto più esposto (sullo sfondo l'Engstlenalp):



    Il tratto "cordato" (questa francamente non l'avevo trovata, ad agosto...):



    Il tratto finale, in prossimità di Engstlenalp, come si vede - traffico pedonale escluso! - facilmente pedalabile per ciclocross e MTB (...e azzardando anche in BdC):



    Concludo con l'ultima vertiginosa foto che, a sua insaputa, mi ha "passato" ceemo:



    Quindi, come vedete, mi ero ben preparato la strada. Poi è chiaro che un po' di dubbi mi son rimasti fino a Tannen... [SM=g8122]


    Per concludere, vi ho preparato una ricostruzione 3D del tratto da fare a piedi (il verde è l'asfalto, il giallo il tratto "fattibile", l'arancio e il rosso i pezzi più pericolosi):




    Mauro72, mi parli di portare delle scarpe alternative: effettivamente è una buona idea, se non si hanno problemi di spazio e non si vogliono rovinare eccessivamente le tacchette delle scarpe. Però tieni conto che il problema principale non è la "scivolosità" del terreno (tranne una cinquantina di metri in tutto), quanto il "traffico umano" (ci sono strettoie esposte in cui si fa fatica a passare in due alla volta; pensa te che io, con la bici in mano, ho incrociato in un tratto "hard" una turista che portava a spasso, al guinzaglio, ben DUE pastori tedeschi! [SM=g8075] ).
    In definitiva consiglio scarpe da MTB, ma con normali scarpe da bici (magari "da battaglia") lo si riesce a fare tranquillamente.

    Emiliano

    PS x fricius: la tua accoppiata "mappa + satellite" è stata una trovata geniale (anche se quella del Tour del Monte Bianco rende molto di più!).
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    gnaldi
    Post: 184
    Registrato il: 20/08/2007
    Utente Junior
    00 07/02/2010 22:07
    Immagino da qualche parte nel forum tu abbia già risposto: che macchina fotografica usi ?
    GNaldi

    Lent e seguent
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    -Emiliano-
    Post: 950
    Registrato il: 30/03/2005
    Utente Senior
    00 07/02/2010 22:36
    Re:
    gnaldi, 07/02/2010 22.07:

    che macchina fotografica usi ?

    Canon PowerShot SX200IS.

    Soddisfattissimo:
    - grande zoom ottico;
    - buona ottica (almeno 2 volte più grande rispetto ad una normale compatta);
    - non eccessivamente compatta, ma entra facilmente nelle tasche delle magliette.

    Emiliano
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    fricius
    Post: 42
    Registrato il: 12/01/2010
    Utente Junior
    00 08/02/2010 19:43
    Re: Re:
    -Emiliano-, 07/02/2010 22.36:

    Canon PowerShot SX200IS.

    Soddisfattissimo:
    - grande zoom ottico;
    - buona ottica (almeno 2 volte più grande rispetto ad una normale compatta);
    - non eccessivamente compatta, ma entra facilmente nelle tasche delle magliette.

    Emiliano



    Quanto pesa?



    -------------
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    -Emiliano-
    Post: 952
    Registrato il: 30/03/2005
    Utente Senior
    00 08/02/2010 22:28
    Re: Re: Re:
    fricius, 08/02/2010 19.43:

    Quanto pesa?

    Circa 250g (contando anche batteria e scheda di memoria): Sito Canon

    Però adesso ho visto che sta per uscire la SX210IS... [SM=g8216]

    Quasi quasi... [SM=g8071]

    Emiliano
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    ceemo
    Post: 1.272
    Registrato il: 26/03/2004
    Utente Veteran
    00 09/02/2010 10:43
    Spettacolare dimostrazione di cicloalpinismo!
    Secondo me per questi giri "misti" sarebbero consigliabili le scarpe da MTB, anche per la Bdc. Io in prospettiva le ho appena prese.
    No crusar la caretera!
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    SuperIannellus
    Post: 910
    Registrato il: 24/09/2008
    Utente Senior
    00 09/02/2010 11:35
    Come al solito, resoconto di grande qualità!

    e se chiudessi la farmacia e ti mettessi a produrre cartoline?
    [SM=g8119]


    ----

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