00 10/12/2009 21:05
per me l'importante nel viaggio è il partire e l'approdo e mai il ritorno. dico mai perchè in definitiva posso dire di non essere mai tornato per davvero, non avendo alcun baricentro da 16 anni a questa parte.

l'approdo mi dà gioia e mi fa riassaporare la sensazione di ineffabile trepidazione quando l'Alfetta di mio padre, seguendo la larga curva sul fiume, svelava attraverso il parabrezza la prospettiva alberata che conduceva alla facciata intarsiata della villa della mia prozia, dentro le cui stanze dai soffitti irraggiungibili avrei passato giorni estivi rinchiusi e sognanti.

ma quell'epoca fanciulla non contemplava la delusione oltre la trepida aspettativa - nessuna amarezza era possibile, e il ritorno era una cosa ovvia e dovuta la corresponsione degli affetti.

e i miei percorsi successivi avevano mete più o meno stabilite - c'era il libero arbitrio, un padre venuto meno e la concatenazione delle morti mancate.
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