_MEMENTO_, 17/11/2009 22.40:
anche la LUCIDITA' però è da considerare nei casi di suicidio "eroico"
Altri due episodi abbastanza noti sono avvenuti a Pozzuolo del Friuli, il 30.10.17, verso la fine dei combattimenti: il primo e' la morte del Maggiore Sante Ghittoni del Genova Cavalleria. Rimasto con alcuni soldati ad una mitragliatrice sulla piazza, riceve l'ordine di abbandonare il paese, ordina agli altri di andarsene (ma qualcuno rimane), continua a sparare con la mitragliatrice e quando finisce le munizioni, invitato ad arrendersi, risponde con la pistola. Ferito da un colpo di fucile, si spara alla tempia. Nelle lettere alla moglie, sin dal 1916, aveva sempre espresso l'intenzione di non darsi mai prigioniero.
Circa mezz'ora dopo questo fatto, un altro ufficiale del Genova Cavalleria, Capitano Ettore Lajolo, ordina al suo 4° Squadrone di raggiungere i cavalli per iniziare il ripiegamento, dato che non c'e' piu' nulla da fare o linea da tenere. E' gia' in sella e ha iniziato la marcia, ma volta il cavallo e gridando una frase (Bella, bisogna dirlo: "Ragazzi, il 4° Squadrone non scappa, ma si calca l'elmetto e galoppa!...") si dirige al galoppo verso i nemici, in un gesto "senza speranza", rimanendo ucciso.
Questi due uomini avevano una famiglia che li aspettava, Ghittoni moglie e due figli piccolissimi, Lajolo la madre, il padre e un fratello, questi ultimi al fronte. Hanno deciso di finire cosi', potevano salvarsi anche nella sconfitta totale, ma hanno scelto di morire. Ovvio per molti, forse incomprensibile per altri (me compreso), ma senza dubbio sono gesti a cui e' impossibile mancare di rispetto...
Saluti,
Enrico