Lago di Loye – Bardoney
E’ venuto il momento della mia consueta escursione solitaria autunnale… la scelta cade sull’anello lago di Loye – Bardoney… percorso ben 15 anni fa, prima che cominciassi ad andare in montagna seriamente…
Purtroppo, contrariamente al previsto, il cielo in montagna è coperto da spesse velature, che assicurano una luce orribile e niente sole o quasi.. Arrivo a Cogne, la valle è un caleidoscopio di colori, ma con questo cielo lattiginoso non rende. Parto da Lillaz piuttosto nervoso, e salgo imprecando contro il tempo per un’ora abbondante. Sul sentiero c’è a tratti neve e ghiaccio, il che mi obbliga a salire con attenzione.
Arrivo tosto all’alpe di Loye, e da qui al lago praticamente l’innevamento è continuo. C’è un camoscio “raffreddato” che sale sul pendio, nient’altro. Arrivo al lago in un’ora e mezza contro le 2.15 della palina indicatrice a Lillaz… lo scoglionamento per il tempo mi ha impresso un ritmo indiavolato.
Sono però di nuovo al lago di Loye dopo 15 anni. E’ mezzo gelato. C’è solitudine. Risalgono a galla ricordi e ricordi. I primi passi in montagna, le gite con mio papà. L’ultima volta ero stato qui proprio con Lui, agosto 1994. Una vita fa. Una vita….
Vorrei rimanere qui a lungo, ma fa freddo. Sorseggio del the caldo e mi mangio il mio krapfen fresco alla crema, poi mi rimetto in cammino. Salgo ad un colletto a circa 2400 m, poi comincio la traversata-discesa sul Bardoney. C’è qualche camoscio in giro, ma mi aspettavo più animali.
Raggiungo una specie di pianoro acquitrinoso, poi faticosamente risalgo un erto pendio, per arrivare in cima alla Testa Goilles 2367 m, autentico belvedere sui valloni di Bardoney e Urtier. Faccio pranzo qui, in totale solitudine. Il vallone di Bardoney è innevato. Ricordo bene quell’agosto 1997, quando arrivai al colle omonimo, sempre con papà. E lì avevo già cominciato ad andare “seriamente” per monti. Rimango a lungo su questa cima, un pallido sole mi permette anche di riposare un poco, poi decido che è ora di andare.
Scendo all’alpe Bardoney, e qui mi concedo un’altra sosta su un angolo di prato libero da neve. Pace. Riparto, seguo il sentiero che mi condurrà a Lillaz. Da Teppelonghe in giù, ecco che accade ciò che mi riconcilia del tutto con il mondo dopo il nervoso di inizio giornata.
Scendo per un’ora buona in un bosco di larici stupendo. Non c’è il sole, ma le “fiamme” degli aghi arancioni fanno il loro dovere. Silenzio totale, il sentiero è ricoperto di aghi, il terreno morbidissimo e non sento nemmeno il rumore dei miei passi. Completano l’opera la solitudine palpabile e la pioggia di aghetti, come se nevicasse. Pace, pace, pace e poesia pura. Tra me e me dico grazie, non so a cosa né a chi.
Raggiungo una radura a circa 1800 m, qui mi fermo per un’altra sosta. Poi riprendo il cammino, attraversando il torrente Bardoney, toccando Gollie e per sentiero costeggiato da larici monumentali, arrivo sopra Lillaz. Un veloce sguardo, da lontano, alla falesia.. interessante. E poi in breve eccomi a Lillaz. Fa fresco, la gita è alle spalle. Il cielo, beffardamente, si pulisce del tutto. Ma la giornata non è stata persa. Una giornata in montagna, e specie in questa valle, non sarà mai persa.
Un tramonto dalle tonalità blu e rosse, sulla testata della Valnontey, è il saluto che mi da questa amata valle. Arrivederci, le dico. Arrivederci….
Foto:
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"Ci sono delle persone che si incontrano, prima si assaggiano... poi vedono se possono camminare insieme, come noi adesso.." M. Rigoni Stern