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Rissa al Maffei tra studenti

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    Davide
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    00 09/10/2009 20:00
    Verona, volantinaggio sul convegno con gli assessori di An, scoppia lo scontro tra esponenti del Collettivo e del Blocco studentesco

    L’unica cosa cer­ta è una. Che quello che è succes­so poco prima delle 8 davanti al liceo Maffei è tutto, tranne che una «lite». Perchè davanti a quel liceo classico le cui mura da tempo ris­pecchiano quello che in questa città sta accadendo - ma che co­me sempre viene liquidato nel bassofondo delle «schermaglie studentesche» - si è consumata quella che le cassandre dell’anta­gonismo politico avevano previ­sto da tempo. C’è chi la potrà ar­chiviare come una «scazzotta­ta ». Come una «rissa» tra due esponenti politici del mondo gio­vanile. Ma quello che è successo è altro. E non può sciogliersi nel­la prognosi di cinque giorni che i «contendenti» in questione hanno incassato al pronto soc­corso. Perchè quello che è acca­duto all’ingresso ­assolutamente violabile se non altro con le bombolette che lo vergano quasi quotidianamente - del Maffei, ha ben altri risvolti.

    Hanno un pregresso ben diver­so da quello di una «bega» tra giovanotti di opposte idee politi­che, i pugni che ieri mattina han­no coinvolto uno dei leader del collettivo studentesco, Zeno Roc­ca e il segretario regionale di Ca­sapound Italia - a cui fa riferi­mento il Blocco studentesco - Marcello Ruffo. L’antifascita e il «fascista del terzo millennio». E il pregresso nasce - in ultima bat­tuta, anche se ha una fecondazio­ne ben più lontana - dal conve­gno che sabato si terrà nella se­de di Casapound sull’istruzione, con la presenza dell’assessore re­gionale Elena Donazzan e di quello provinciale, Marco Lucia­ni. Pregresso che mette le radici dalla nascita del Blocco Studente­sco. «Pregresso» che per qual­che tempo si era limitato alle schermaglie delle bombolette. Ma che poi ha alzato il tiro, con il passaggio del Blocco dalla Fiam­ma Tricolore a Casapound, con l’arresto di un ex militante, Raffa­ele Dalle Donne, condannato in primo grado per l’omicidio di Ni­cola Tommasoli. Con una bom­ba carta fatta esplodere davanti alla sede del Cutty Sark, il pub di Casapound. Con le scritte «Ocio» siglate BS fuori dal collet­tivo Metropolis. Con le ultime «vergate» e gli ultimi blitz com­piuti dai «fascisti del terzo mil­lennio » fuori dal Maffei.

    Il collet­tivo studentesco si era «presentato» con un blitz nell’ufficio di Luciani, «invitandolo» a non presenzia­re. E l’invito lo aveva rivolto pro­prio Zeno Rocca. Zeno frequenta il liceo Maffei. E ieri mattina, quando è arrivato davanti a scuo­la, ha trovato Marcello Ruffo e al­tri due militanti del Blocco Stu­dentesco che volantinavano per l’incontro di sabato. E’ da qui in poi che i racconti divergono. Stando al leader del collettivo studentesco i tre lo avrebbero ri­conosciuto e provocato. Lui, in risposta, avrebbe strappato qual­che volantino e uno lo avrebbe appallottolato, tirandolo addos­so a Ruffo. Che ha reagito con uno schiaffo. Questo è l’unico punto in cui le versioni concor­dano. «Quel ceffone - dice Ruffo - l’ho tirato solo perchè lui ci ha esasperato con i suoi insulti». Peccato che dallo schiaffone si sia passati ai pugni. Rocca ha det­to di essere stato aggredito da tutti e tre gli esponenti del Bloc­co, di essere stato buttato per ter­ra, di essere stato preso a calci e cazzotti, mentre altri due militan­ti del collettivo assistevano im­pietriti alla scena. «Non escludo - ha detto - di aver dato qualche colpo anch’io. Avevo lo zaino, il casco sul braccio e ho tentato di difendermi».

    Per entrambi la prognosi è di cinque giorni. «Ma che Ruffo - ha dichiarato Rocca ­non dichiari di aver agiro da so­lo, perchè anche gli altri due mi hanno picchiato». «Lui - rispon­de il segretario regionale di Casa­pound - ci ha tirato pugni e colpi di casco e sputato sangue addos­so. E non era affatto da solo». Uno dei due mi­litanti del Blocco, a sua volta, è andato in pron­to soccorso. E per lui la prognosi è di dieci giorni. Ma al di là di quella fisica, è la valen­za politica di quello che è accaduto, a pesa­re. Si sono fatte sentire tutte e due le fazioni, ie­ri. «Non c’era bisogno di quest’ennesima ag­gressione per sapere che dietro i patetici ten­tativi di mostrarsi nuo­vi da parte di quelli che si autodefiniscono 'fascisti del terzo mil­lennio' ci sono sem­pre e solo fascisti - ha dichiarato il collettivo studentesco - Chiedia­mo la chiusura imme­diata di Casapound e tutti i covi neo-fascisti. Diffidiamo gli assesso­ri e tutte le istituzioni dal partecipare all’assemblea di Casapound e a qualsiasi altra ini­ziativa futura. E ci auguriamo che il fatto non venga definito una 'ragazzata'...».

    Il Blocco Stu­dentesco si è limitato alla rico­struzione del fatto. «Nessuno vuole nascondere di essersi dife­so, ma si vuole chiarire chi ci ha provocato». Sabato il convegno organizza­to da Casapound si terrà. Ecco­me. Alla presenza di tutti e due gli «invitati». «Sarò - ha dichiara­to Elena Donazzan - , presente a Verona perché ritengo sia giusto confrontarsi con chi mi invita ai dibattiti, piaccia o meno a coloro che hanno già criticato me e l’as­sessore Marco Luciani per que­sta scelta. A chi vorrebbe zittire chi non si omologa al pensiero unico della sinistra, ricordo che solo nello scorso anno, in tutta la penisola, questi ragazzi (i mili­tanti di Casapound, ndr) hanno subito quaranta aggressioni, e non vorremmo che questo cli­ma portasse ad un punto di non ritorno». Stessa linea per Lucia­ni. «Il Blocco ha rappresentanti eletti nella consulta studentesca e io dialogo con tutti. L’ho fatto anche con quelli del collettivo, che pure si sono presentati da me con un blitz. Gli ho rispar­miato una querela. Quando an­che loro, che attualmente non lo sono, saranno legittimati dal vo­to degli studenti saranno dei miei interlocutori». Intanto quel convegno che probabilmente non avrebbe visto che una man­ciata di «auditori» sta diventan­do una questione di ordine pub­blico. A Casapound l’appunta­mento è per le 17. Ma dalle 15, il largo Caldera a Valverde, si terrà il presidio degli studenti antifa­scisti. Giusto perchè nessuno pensi che si tratti di una «ragaz­zata ».

    An. Pe.

    www.corriere.it



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    Iuzzolino
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    Hall of Fame
    00 11/10/2009 00:32
    Ma un bel chissenefrega ce lo mettiamo?
    Se dei figli di papà si vogliono menare cxxxi loro! [SM=x572535]