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Sigiriya è un sito archeologico dello Sri Lanka centrale. Contiene le rovine di un antico palazzo, costruito durante il regno di re Kasyapa (477 - 495 d.C.). È uno dei sette Patrimoni dell'umanità dello Sri Lanka, ed una delle attrazioni preferite dai turisti stranieri.

La roccia su cui sorge Sigiriya è composta da una dura placca magmatica eredità di un vulcano eroso. È in un luogo sopraelevato rispetto alle pianure circostanti, visibile per chilometri. La roccia si trova su una collina dai pendii scoscesi. L'altezza della collina è di 370 metri ed è a picco su tutti i lati. Ha una forma ellittica ed una sommità piatta che scende lentamente in direzione dell'asse lungo dell'ellisse.

Sigiriya, considerata da alcuni l'ottava meraviglia del mondo, è composta da un antico castello eretto da re Kasyapa nel quinto secolo. Il sito archeologico di Sigiriya contiene i resti del palazzo maggiore costruito sulla sommità piatta della collina, una terrazza di medio livello che comprende la Porta dei Leoni ed un muro con affreschi, il palazzo secondario che si arrampica sui pendii sotto la roccia, ed i fossati, le mura ed i giardini che si estendono per centinaia di metri oltre il bordo della roccia.

Vista aerea dalla sommità della collinaIl sito fungeva sia da palazzo sia da fortezza. I ruderi rimasti sono sufficienti per permettere ai turisti di restare stupefatti della semplicità ed allo stesso tempo della creatività dei suoi architetti.

Il palazzo maggiore situato sulla cima della roccia comprende delle cisterne tagliate nella roccia che contengono ancora acqua. I fossati e le mura che circondano il palazzo inferiore posseggono ancora una bellezza simile a quella originaria.

Sigiriya potrebbe essere stata abitata fin dalla preistoria. La sua roccia venne usata come riparo per un monastero dal terzo secolo a.C., con grotte preparate e donate dai seguaci del buddista Sangha. I giardini ed il palazzo vennero eretti da Kasyapa. In seguito alla sua morte ne venne mantenuto l'uso monastico fino al quattordicesimo secolo, dopodiché venne abbandonato. Le sue rovine furono scoperte nel 1907 dall'esploratore britannico John Still. Le inscrizioni Sigiri vennero decifrate dal famoso archeologo Paranavithana che pubblicò un lavoro in due volumi, pubblicato da Oxford, noto come "Sigiri Graffiti". Scrisse anche il popolare libro "Story of Sigiriya".

I visitatori arrivano al fossato più esterno. Il percorso attraverso il complesso di fossati e giardini conduce ai piedi del pendio. Le scale in roccia partono dalla base del masso, arrotandosi attorno ai resti della parte inferiore del palazzo, e raggiungendo una terrazza che attraversa il lato corto della faccia della roccia. La roccia che si trova sopra a questa terrazza era un tempo decorata con affreschi, alcuni dei quali sono ancora visibili, nonostante la maggior parte sia andata perduta. Verso il fondo la terrazza si apre in un giardino.

Da questo punto ci si può arrampicare verso la cima della roccia utilizzando una moderna scala in acciaio che porta attraverso l'originale muro in mattoni, la Porta dei Leoni, ora ridotto ad un paio di zampe. I resti delle zampe sono quello che resta di un enorme testa di leone e delle quattro zampe, le cui fauci aperte fungevano da entrata per il palazzo reale. La strada continua attorno alle mura, lungo la salita, con una scala in ferro che sostituisce l'originale in mattoni, crollata con la testa del leone a 1400 anni dalla costruzione del palazzo.

Le scale terminano nel punto più alto della roccia, la parte superiore del palazzo scende gentilmente verso le rocce sul versante opposto. Le rovine del palazzo si elevano solo mezzo metro dalla roccia, ma il grande lavoro di scavo della roccia stessa è ancora ben visibile.