Ecco finalmente la cronaca del mio primo “tremilametri”!
Un’incredibile avventura di “bici-trekking” (o di “ciclo-alpinismo”, come l’ho visto definito in un Sito) a cavallo delle più alte e belle montagne delle Alpi – che ha contraddistinto un Ferragosto indimenticabile.
Indubbiamente la più bella avventura in bici della mia vita!
Perché?
Molti mi hanno chiesto “il perché” di questa escursione, decisamente atipica per uno “stradista” come me; la risposta è semplice: foto spettacolari e panorami alpini da cartolina.
Spesso quest’inverno mi sono immerso in GoogleEarth alla ricerca di foto che attirassero la mia attenzione, e spesso mi sono detto: “quest’anno voglio andare là!”. Dopo l’acquisto della bici per sterrati, i miei orizzonti ciclistici si sono ulteriormente ampliati, e così ho potuto osservare ancora con maggior “spirito di scoperta” le foto delle nostre bellissime Alpi.
Pochi giorni prima della mia tradizionale uscita a Zermatt (salita che, pur non essendo esaltante ciclisticamente, ripeto ogni anno per via dei panorami unici che riesce a regalare) mi sono trovato così a dover decidere il percorso.
I punti fissi erano: Zermatt, Ottavan e il ritorno a Gamsen entro le 16:45 (perché la sera di Ferragosto ahimé dovevo lavorare...). L’idea iniziale era quella di fare qualche sterrato “pedalabile” intorno a Zermatt e quindi rientrare per la Moosalp; ma poi ho visto che mi sarebbe ancora avanzato del tempo (ed inoltre la Moosalp l’avrei ripetuta anche più in là, in stagione...).
Avevo in pratica quattro ore di tempo da “riempire”...
E’ così che è nata l’idea della mia uscita “in scarpe da ginnastica” per riscoprire quella passione (il trekking ad alta quota) che, quando ancora non pedalavo, per prima mi avvicinò alla montagna: se a quindici anni “andavo per Rifugi” in Val d’Aosta, vuoi che adesso io non riesca a raggiungere in tre ore (un’ora la userò per la discesa) il Gornergrat (distante meno di 10km da Zermatt)?
Dove ci troviamo?...
Zermatt credo abbia bisogno di poche presentazioni.
Una delle località più famose delle Alpi si trova nel Canton Vallese, tutto sommato non molto distante dal confine con l’Italia (60km circa): vero e proprio paradiso per gli amanti del trekking, della mountain bike e delle scalate ai quattromilametri (che qui di certo non mancano!).
Il Gornergrat, in particolare, è una cresta montuosa collegata a Zermatt da un’ardita e spettacolare ferrovia a cremagliera dalla cui cima (celeberrima meta turistica) si possono osservare una ventina di quattromilametri. Non montagne “qualsiasi”: se escludiamo Monte Bianco e le vette bernesi che circondano l’Aletschgletscher i rimanenti quattromilametri delle Alpi sono per buona parte nella conca che circonda Zermatt (delle 20 vette più alte delle Alpi, fonte
wikipedia, ne mancano infatti solo 4 all’appello:
gise-go ne sa qualcosa!!!)
La salita.
Ovviamente la mia giornata non parte da Zermatt, bensì dal fondovalle: dai 630m di Gamsen ai 3.089m del Gornergrat mi attende così una lunghissima cavalcata.
Scherzo del destino, appena immesso nella
Mattertal, un cartello pubblicitario mi saluta con una frase emblematica: “next stop: Gornergrat”!
La valle è ancora parzialmente immersa nell’ombra delle imponenti montagne che la circondano:
Quasi senza accorgermene, in perfetto orario, giungo a
Zermatt.
E’ d’obbligo la foto al Cervino:
Comincia l’avventura!
In tutti i sensi...
La cartina stampata da Internet si rivelerà infatti parzialmente sbagliata, e – fin dalle prime pedalate – comincio a muovermi nella direzione sbagliata. In totale accumulerò ben: tre strade sbagliate all’andata e una al ritorno!
Strano che in questa parte della Svizzera i cartelli segnaletici non siano perfetti come nel resto del territorio elvetico (ma lo sapevo, l’avevo letto, ma fiducioso del mio senso dell’orientamento avevo deciso di andare un po’ “all’avventura”).
Tra le strade sbagliate segnalo questo sentiero prettamente pedonale:
Ma non ci son problemi: sono conscio del fatto che dovrò camminare per un bel po’ e, fintanto che la strada sale, so di non essere completamente in errore (dopo tutto devo andare sul punto “pedonale” più alto raggiungibile a piedi a sud-est di Zermatt...).
Difatti, dopo ogni piccola deviazione, riesco sempre a tornare sulla “retta via”.
Anche se i ritardi accumulati, alla fine, mi faranno arrivare con poco “tempo libero” in cima al mio obiettivo (ed inoltre non mi consentiranno di ottenere una versione “ufficiale” della terribile salita al Gornergrat).
Dopo mezz’ora di camminata (lo sterrato comincia a 1850m slm) arrivo alla prima tappa della mia ascesa: l’alpeggio di
Riffelalp:
Siamo a 2200m slm (il che indica una VAM “pedestre” di 700m/h): da qui in avanti i panorami sulla catena alpina saranno grandiosi ed entusiasmanti!
Da questo alpeggio fino alla successiva “tappa” (Riffelberg) c’è in pratica l’unico tratto (under 15%) ciclabile anche con il mio 34x29! Con orgoglio inforco così la mia Bianchi, tra lo stupore di alcuni turisti, e affronto il tratto di strada che corre parallelo alla ferrovia. Proprio in quel mentre sta salendo (più o meno alla mia velocità “fantozziana”) il trenino: diversi gitanti allibiti mi salutano ed incitano.
Forse emozionato, sbaglio per l’ennesima volta la strada, imboccando un attimo il sentiero che conduce a
Fluhalp; non appena vedo una contropendenza, mi accorgo dell’errore:
Non senza fatica arrivo così alla stazione di
Riffelberg (2580m slm). La sagoma del Cervino che ci accompagna silenziosa lungo tutta la scalata, è da questa prospettiva di un’eleganza senza paragoni:
Prima di proseguire getto uno sguardo sulla valle e la strada che mi hanno condotto fino a lì: ho così la conferma che Rifferlberg sia effettivamente la stazione che si vede fin da Zermatt
Immortalare da questa prospettiva i duemilametri di dislivello percorsi in questa splendida mattinata mi riempie il cuore d’orgoglio. Ma sono appena all’inizio!
Ora inizia il bello: appena abbandonata la stazione il tracciato volge decisamente verso est e si cominciano ad intravedere le prime lingue di ghiaccio del Gornergratgletscher!
Obbligatoria per un amante delle fotografie è a questo punto la deviazione dalla strada principale. Questa volta le deviazione è però voluta, e mi consente di giungere (dopo aver abbandonato per un breve tratto la bici) al celeberrimo
Riffelsee (2760m slm).
La foto che segue vale, per me, un’intera stagione ciclistica!
Essere arrivato lì, in bici, partendo da fondovalle, dopo quasi quattro ore di fatica, “non ha prezzo”:
Estasiato, decido di proseguire di lì in direzione Gornergrat, senza ritornare allo stradone sterrato che mi attende dall’altra parte della ferrovia.
Pagherò questa decisione trovandomi a “scalare” un sentiero veramente impervio e pieno di turisti (mentre dall’altra parte consiglio a chi volesse tentare la scalata in MTB un’autostrada sterrata tutto sommato – pendenze escluse... – pedalabile).
Ma, come ben sapete, per scattare foto come questa, sono disposto a qualsiasi fatica aggiuntiva:
Ecco un’altra prospettiva nella quale scorgiamo la lingua più occidentale del ghiacciaio, il Riffelhorn, il Riffelsee, il Cervino e la
Gornergratbahn:
Ancora qualche tratto a spinta, o addirittura con la bici in spalla, ed ecco che finalmente supero la soglia dei 3000m slm e si presenta davanti ai miei occhi l’inconfondibile sagoma del
Rifugio del Gornergrat!
Ecco la meta della mia giornata:
Riesco addirittura a pedalare per qualche metro prima di giungere sull’asfalto della stazione!
In leggero ritardo sulla mia tabella di marcia (15 minuti), ma ce l’ho fatta!
Mentre pedalo verso un punto panoramico della stazione, tra una moltitudine (...decisamente troppi per i miei gusti...) di turisti (uno mi ricorda che “le Tour il n’est pas ici”), il ghiacciaio alla mia destra si apre in tutto il suo splendore.
Dal
Monte Rosa:
...fino al
Cervino, tutto è neve o ghiaccio:
Persino il ghiacciaio dell’Aletsch (conquistato con la bici poche settimane fa), si deve inchinare di fronte alla bellezza di questo scorcio delle Alpi.
Se volete, potete scaricare il
panorama, frutto dell’unione di ben 4 foto scattate con un grandangolo di 28mm (estensione del campo visivo di circa 140°!). La prospettiva è ovviamente un po’ distorta, ma rende bene l’idea:
Non ero mai stato sopra i tremilametri prima d’ora e non avevo mai visto tante vette “hors categorie” tutte insieme prima d’ora. Cerco di scattare più foto possibili e di immortalare nei miei ricordi quanti più particolari.
Anche a nord, difatti, il panorama è di tutto rispetto, e spazia dal
Mischabel fino a Weisshorn e Dent Blanche, per terminare dove nascono le prime vette del Bernese:
Ma, come già scritto, il tempo stringe e in un attimo mi devo già preparare alla discesa.
Discesa (suppongo) “libidinosa” con la MTB si rivela “fattibile” e senza particolari problemi anche con la mia ciclocross. Non supero mai i 20km/h e scendo prudenzialmente di sella in un paio di punti (in uno per via del traffico turistico, nell’altro per il fondo troppo “sabbioso”), ma in mezzora (soste-foto comprese) torno a Zermatt.
Di qui mi dirigo verso Ottavan, stupendo, isolato e durissimo duemilametri dell’alta Mattertal che – dopo averci regalato ulteriori indimenticabili scorci sul Cervino – si conclude in una splendida conca sul versante “meno noto” del gruppo del
Mischabel (il terzo massiccio montuoso, per importanza, delle Alpi):
Peccato non poter proseguire oltre il termine dell’asfalto: di lì una splendida sterrata s’inoltra difatti verso il massiccio... La mia bicicletta mi consentirebbe di spingermi oltre, ma il “coprifuoco” si sta avvicinando e oramai è tempo di tornare a casa.
Dopo aver salutato le baite e gettato un ultimo sguardo verso l’imponenza del
Weisshorn mi getto nella discesa che, superate due brevi contropendenze, mi ricondurrà a Brig!
Che dire, in conclusione?
Quella al Gornergrat è decisamente un’uscita atipica, se si pensa alla bicicletta “tradizionale” (ed in particolare alla bici da corsa), e non so quanto possa interessare e/o essere copiata dagli altri utenti del forum.
Però so che molti di noi hanno anche (o solo...) una MTB, quindi spero che questa recensione (non ne ho trovate molte in Rete; anzi) possa essere utile a qualcuno per intraprendere quest’esperienza veramente unica.
Negli ultimi anni ho pedalato lungo buona parte dell’arco alpino, prestando particolare attenzione – oltre che alle salite ciclisticamente più importanti e remunerative – a scorci panoramici mozzafiato sulle vette più alte ed imponenti d’Europa (Monte Bianco, Monte Rosa, Cervino, Mischabel e gli altri
quattromila del bernese e del vallese). Ebbene: se volete vedere il luogo più “hymalaiano” del Vecchio Continente raggiungibile in bici, credo proprio che dobbiate venire qui!
Sui 3.089 metri del Gornergrat!
Alle prossime!
Emiliano
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