Rifiuto del sangue come suicidio?
No, trovo ci sia una discriminazione netta, anche se il fine ultimo è la morte.
Cosa possiamo sapere noi, che fortunatamente non abbiamo dovuto vivere tale scelta del rifiuto di una trasfusione, dei tormenti morali che implica?
Chi si sente costretto al rifiuto vuole vivere e possiamo solo immaginare quanta sofferenza gli costa.
A chi non è Testimone questi patimenti appaiono ancor più assurdi perchè sa che dipendono da un'interpretazione arbitraria della dottrina, ma pur consapevole è costretto a rispettare la volontà di scelta.
Chi invece sceglie il suicidio come ultima spiaggia lo fa, suppongo, perchè non riesce più a tollerare i tormenti che lo gravano e non ha trovato, accanto a sè, chi lo può capire e aiutare.
Sono condizioni estreme, difficili, per chi le subisce e per chi sopravvive e dovrà portare a vita sensi di colpa per non aver potuto/saputo evitarle.
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posso garantirti Gabriella che per un tdg il rifiuto della trasfusione non è un'agoscia o tormento interiore perchè sie convinti che sè muori lo fai per GEOVA DIO. è questo lo provato io di persona intervento cuore aperto 9,30 ore durata.
poi i suicidi la maggior parte succedono perchè il cervello va in tilt accausa dello stress che la vita ci inpone e questi non vanno condannati perchè qua non possiamo sapere cosa è successo veramente.
salvatore