Visto che non sono riuscito a ridurre a meno di 12 il numero di foto della salita in questione (sono tante, in verità, ma è per cercare di invogliare qualcuno di voi a ripetere la mia indimenticabile escursione), ho deciso di postarle in un messaggio a sé.
Dove ci troviamo?...
In Svizzera, in particolare nel Canton Vallese (al di là del Passo del Sempione).
Il
Marjelensee è (o meglio: era...) un laghetto glaciale che si trova all’interno del "perimetro geografico" da cui si può ammirare il celeberrimo ghiacciaio dell’Aletsch, il più esteso ghiacciaio delle Alpi ed uno dei più famosi al mondo: un’impressionante lingua di neve e ghiaccio lunga
oltre 20km!
La conca del ghiacciaio dell'Aletsch è raggiungibile dai “non alpinisti” praticamente solo dal suo versante meridionale: sugli altri tre lati da ben otto quattromilametri (Aletsch, Jungfrau, Monch, Finsteraar, Schreck, Fiescher, Grün, Lauteraar) sbarrano infatti la strada. Il lato sud, invece, è separato da una sottile cresta rocciosa dall’altopiano di Bettmeralp (Aletsch Arena), zona prettamente turistica del Canton Vallese (vietata alle auto e raggiungibile solo mediante funivia!) posta a circa 2000m slm.
La “sottile cresta rocciosa” la credevo invalicabile da una normale (so di temerari in MTB che si spingono fino lassù) bicicletta, fino a quando quest’inverno non ho scoperto l’esistenza del
Gletscherstube – un’incredibile tunnel lungo quasi 1km che mette in comunicazione Kuhboden (la località più orientale dell’altopiano) direttamente con il Marjelensee.
Dal momento di quella scoperta mi si è aperto davanti agli occhi un nuovo orizzonte ciclistico: avrei avuto la possibilità di vedere il ghiacciaio dell’Aletsch, che fino ad allora – come ha giustamente scritto
=stress= – credevo alla portata solo di escursionisti a piedi! Ma non solo: il conseguente acquisto della bici da ciclocross mi avrebbe permesso ulteriori ed impagabili escursioni!...
La salita.
Veniamo alle foto!
Atteso il giorno meteo ideale, ecco che finalmente mi sposto in auto fino a Morel (poco dopo Brig, circa 2 ore in auto da Milano) ed inforco la bici da ciclocross.
Per raggiungere l’altopiano sono tre le strade meglio battute (in primavera ero andato in avanscoperta per individuarle con precisione: non essendo aperte al traffico non ci sono cartelli segnaletici che le indichino!).
La prima parte da Bitsch e raggiunge Riederalp, ma a quota 1600m diventa un sentiero sterrato quasi esclusivamente dedicato alle MTB.
La seconda collega Morel con Bettmeralp: fino a quota 2015m (Bettmersee) è completamente asfaltata; sarà la strada che sceglierò per la discesa.
L’ultima è il mio obiettivo; un “mostro” (12km al 10,0% di pendenza media!) per buona parte sterrato che collega Lax a
Kuhboden: solo a vederne la sagoma dei numerosi tornanti su GoogleEarth c’è da andare in estasi!
Credo che la foto renda bene l’idea della strada: ampia, dura ma mai oltre il 15%, risale lentamente la montagna regalandoci pian piano scorci sempre più maestosi su tutti i quattromilametri che caratterizzano il versante meridionale del vallese di lingua tedesca (ricordo che, al di fuori dei massicci di Monte Rosa e Monte Bianco, queste sono le vette più alte delle Alpi).
Eccezion fatta per il Monte Rosa, avremo infatti modo di ammirare nell’ordine:
Weissmies, gruppo del
Mischabel,
Cervino e
Weisshorn:
Lasciata alle spalle l’inconfondibile sagoma del Cervino, giungiamo finalmente a Kuhboden, laddove ci tuffiamo (nostro malgrado...) nella moltitudine di turisti che percorrono l’altopiano (segnalo però ancora qualche strappo degno di nota) fino ad arrivare all’imbocco del
Gletscherstube.
Durante il tragitto avremo modo di ammirare la straordinaria lingua di ghiaccio del
Fieschergletscher:
Con un po’ di coraggio ci si può finalmente inoltrare nel tunnel!
Scrivo “con un po’ di coraggio” perché la galleria è veramente brutta: stretta, malamente illuminata, dal fondo sconnesso e ricoperto di pozzanghere.
Insomma: unica nel suo genere:
Appena giunti dall’altra parte, però, la Natura ci ripaga ampiamente di tutti gli sforzi.
Il
Marjelensee, nonostante sia oramai ridotto (dal ritirarsi del ghiacciaio e dalla costruzione di una piccola diga a monte) ad un sistema di laghetti, non perde nulla del suo fascino antico e ci regala panorami “da cartolina” da qualsiasi punto lo si osservi:
Sono ovviamente solo all’inizio della mia avventura: sono finalmente in vista del
ghiacciaio dell’Aletsch, ma ancora lontano per poterlo ammirare in tutta la sua estensione. Dal termine della strada sterrata nascono due piccoli sentieri (a tratti ciclabili, a tratti no): io decido di percorrere quello di sinistra che si rivelerà – ahimè – il meno panoramico dei due (sarà per la prossima volta!...).
Ci vuole meno di 1km per arrivare al primo punto panoramico:
Il ghiacciaio è immenso esattamente come me lo immaginavo. L’ho visto così tante volte in foto, che mi sembra di essere sempre stato lì... e invece quanta fatica (non solo ciclistica...) m’è costato arrivare ai suoi piedi!
Un’altra foto, da cui s’intravede il
Jungfraujoch, un panino e quindi ritorno sui miei passi:
Ripercorro quasi tutto l’altopiano (da questa parte ci sono alcuni strappi, che fortunatamente percorro in discesa, veramente al limite della fattibilità per la mia bici) fino ad arrivare a
Bettmeralp. Obbligatoria la deviazione al suo laghetto, punto più alto dove giunge l’asfalto da queste parti.
Mai avrei creduto di immortalare, specchiate nell’acqua, le vette più alte delle Alpi:
Particolare anche questa “barca remi ad alta quota” (la foto non è eccezionale: il Cervino è controluce, ma rende l’idea...):
Soddisfatto, attraverso tutta Bettmeralp e, poco oltre la sua caratteristica Cappella, mi tuffo nella discesa asfaltata che mi ricondurrà al paesino di partenza:
Non prima, però, di essermi voltato alle mie spalle ed aver salutato (ovviamente con un “arrivederci”...) queste strade inedite per il nostro forum!
La giornata doveva proseguire con la salita a
Belalp (altro punto d’osservazione sul ghiacciaio), ma mi sono intrattenuto così tanto in mattinata che ho potuto solamente andare in ispezione per alcuni chilometri...
Sarà per la prossima volta!
Emiliano
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