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Canone ebraico chiuso nel v sec.A.C.

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    shanina
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    00 30/06/2009 17:51
    Il canone ebraico,nel v secolo A.C.,era già stato completato? [SM=x570868]
    Adriana,la mia parente tdg,ha affermato questa cosa,in merito al canone,per avvalorare il fatto che la chiesa cattolica abbia deciso cosa inserire nel canone dell'A.T,senza tenere conto che il canone ebraico era già chiuso nel v sec.A.C.
    Mentre invece,il resto dei protestanti,abbiano tenuto in alta considerazione il fatto che il canone era stato chiuso dagli ebrei,molto tempo prima che la chiesa nascesse e che hanno optato,quindi,per il canone stabilito dagli ebrei.
    Mi aiutate a capire?Grazie
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    virtesto
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    00 30/06/2009 18:10
    E' una colossale balla che il canone ebraico si chiuse nel V° secolo A.C ; in quel periodo si stavano ancora scrivendo i libri della Bibbia. Pensi solamente al "TritoIsaia" (Cap.55/65), Giobbe è del IV° secolo A.C. Daniele è attestato nel II° secolo A.C., verso il 165 a.C.;
    Ecclesiaste è del III° secolo A.C. e altri ancora.
    Una data di riferimento di chiusura del canone ebraico è il loro concilio che si tenne a Jamnia nel 90 D.C. Ma la cosa è complicata. Si discusse ancora e il II° secolo D.C. finalmente, pare, si ebbe il canone definitivo.
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    shanina
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    00 30/06/2009 18:34
    Re:
    virtesto, 30/06/2009 18.10:

    E' una colossale balla che il canone ebraico si chiuse nel V° secolo A.C ; in quel periodo si stavano ancora scrivendo i libri della Bibbia. Pensi solamente al "TritoIsaia" (Cap.55/65), Giobbe è del IV° secolo A.C. Daniele è attestato nel II° secolo A.C., verso il 165 a.C.;
    Ecclesiaste è del III° secolo A.C. e altri ancora.
    Una data di riferimento di chiusura del canone ebraico è il loro concilio che si tenne a Jamnia nel 90 D.C. Ma la cosa è complicata. Si discusse ancora e il II° secolo D.C. finalmente, pare, si ebbe il canone definitivo.

    Sempre tramite un concilio?


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    virtesto
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    00 30/06/2009 19:37
    No, dopo un po' di discussioni fra le varie sette.
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    gabriele traggiai
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    00 30/06/2009 20:18
    Non capisco il senso di tale argomentazione. Nel V sec. a.c. molti libri del vecchio testamento non erano ancora stati scritti. La "versione dei Settanta" venne commissionata, a quanto pare, dal sovrano egiziano Tolomeo II Filadelfo, il cui regno è datato 285-246 A.C. Questa prima traduzione che prevedeva la traduzione in greco del solo Pentateuco venne commissionata per la nuova biblioteca Alessandrina.

    Poi tra il II e il I sec. A.C. vennero inseriti nella versione dei settanta, in varie fasi, altri libri che oggi appartengono al vecchio testamento. Prima di ciò non esisteva alcun canone e comunque il "canone protestante" non ha nulla a che vedere con tutto ciò.

    I testimoni di Geova adottano il canone protestante semplicemente perchè nascono (i TDG) dalla scuola avventista, in quanto RUSSELL inizialmente apparteneva a questo gruppo religioso. Di conseguenza per i TDG abbracciare il canone protestante era più che ovvio.

    Ciao
    Gabry
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    Polymetis
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    00 30/06/2009 20:19
    Il canone si chiude tra fine I e inizio II secolo, Jamnia non fu un vero e proprio "concilio" come noi lo intendiamo, ma solo una discussione su quali fossero i libri canonici (il concetto di canone poi, va preso con le più caute molle, perché è più cristiano che ebraico). Per una documentazione delle beghe su Ester, Cantico dei Cantici e Ecclesiastiche ancora a inizio II secolo d.C. si veda Mishna, Yadaim, 3,5 (altro che V secolo a.C.!).
    Comunque il canone di Jamnia è il canone che discende dal giudaismo farisaico. Nel giudaismo del II tempo esistevano varie correnti, ognuna della quali con libri sacri diversi. I sadducei ad esempio non credevano alla resurrezione, perché probabilmente non accettavano altri libri fuori dal Pentateuco. Quindi quando si dice che prima di Jamnia c'era un canone in via di sviluppo bisogna chiedersi: di che corrente giudaica sto parlando?
    Esseni e sadducei avevano altri libri considerati "ispirati" rispetto a quelli della corrente farisaica. Quindi è corretto dire che il canone ebraico attuale è un canone farisaico-talmudico, fissatosi DOPO che il cristiano s'era già staccato e reso largamente indipendente dalla sinagoga. Viene dunque da chiedersi perché per i cristiani dovrebbe essere rilevante un canone stabilito da degli Ebrei a inizio II secolo... che autorità hanno costoro sulla Chiesa? Nessuna. Il canone dell'AT coi libri deuterocanonici greci s'è delineato e fissato nella stessa Chiesa che ha stabilito il canone del Nuovo Testamento, non ha senso accettare la decisione della Chiesa per quanto riguarda la selezione dei libri del Nuovo Testamento e poi dire che quella medesima Chiesa fu incapace di selezionare i testi dell'Antico Testamento, o che fosse ispirata mentre faceva un'operazione ma non ispirata mentre faceva l'altra. E con che criterio?
    Se la tua amica ti ha detto che il canone fu chiuso nel V secolo a.C. è perché si rifà ad una leggenda riportata da Giuseppe Flavio in base al quale il canone sarebbe stato chiuso al tempo di Esdra, ma nessuno studioso serio prende oggi in considerazione la cosa perché al tempo di Esdra alcuni dei libri dell'AT attuale neppure erano stati ancora scritti.
    La tua amica TdG ti potrebbe replicare che il Nuovo Testamento non cita mai dei deuterocanonici, e che dunque non facevano parte del canone considerato ispirato da Cristo. Quest'argomentazione è debole.
    Né la citazione né la non citazione nel NT sono criteri di canonicità, se infatti sono canonici solo i libri citati allora non sono canonici Esdra, Neemia, Ester, Cantico dei Cantici ed Ecclesiaste, se sono canonici tutti i libri citati allora dovrebbe divenire canonico Enoch.
    ---------------------
    Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
    Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
    Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
    (Κ. Καβάφης)
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    shanina
    Post: 56
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    00 30/06/2009 20:58
    Re:
    Polymetis, 30/06/2009 20.19:

    Il canone si chiude tra fine I e inizio II secolo, Jamnia non fu un vero e proprio "concilio" come noi lo intendiamo, ma solo una discussione su quali fossero i libri canonici (il concetto di canone poi, va preso con le più caute molle, perché è più cristiano che ebraico). Per una documentazione delle beghe su Ester, Cantico dei Cantici e Ecclesiastiche ancora a inizio II secolo d.C. si veda Mishna, Yadaim, 3,5 (altro che V secolo a.C.!).
    Comunque il canone di Jamnia è il canone che discende dal giudaismo farisaico. Nel giudaismo del II tempo esistevano varie correnti, ognuna della quali con libri sacri diversi. I sadducei ad esempio non credevano alla resurrezione, perché probabilmente non accettavano altri libri fuori dal Pentateuco. Quindi quando si dice che prima di Jamnia c'era un canone in via di sviluppo bisogna chiedersi: di che corrente giudaica sto parlando?
    Esseni e sadducei avevano altri libri considerati "ispirati" rispetto a quelli della corrente farisaica. Quindi è corretto dire che il canone ebraico attuale è un canone farisaico-talmudico, fissatosi DOPO che il cristiano s'era già staccato e reso largamente indipendente dalla sinagoga. Viene dunque da chiedersi perché per i cristiani dovrebbe essere rilevante un canone stabilito da degli Ebrei a inizio II secolo... che autorità hanno costoro sulla Chiesa? Nessuna. Il canone dell'AT coi libri deuterocanonici greci s'è delineato e fissato nella stessa Chiesa che ha stabilito il canone del Nuovo Testamento, non ha senso accettare la decisione della Chiesa per quanto riguarda la selezione dei libri del Nuovo Testamento e poi dire che quella medesima Chiesa fu incapace di selezionare i testi dell'Antico Testamento, o che fosse ispirata mentre faceva un'operazione ma non ispirata mentre faceva l'altra. E con che criterio?
    Se la tua amica ti ha detto che il canone fu chiuso nel V secolo a.C. è perché si rifà ad una leggenda riportata da Giuseppe Flavio in base al quale il canone sarebbe stato chiuso al tempo di Esdra, ma nessuno studioso serio prende oggi in considerazione la cosa perché al tempo di Esdra alcuni dei libri dell'AT attuale neppure erano stati ancora scritti.La tua amica TdG ti potrebbe replicare che il Nuovo Testamento non cita mai dei deuterocanonici, e che dunque non facevano parte del canone considerato ispirato da Cristo. Quest'argomentazione è debole.
    Né la citazione né la non citazione nel NT sono criteri di canonicità, se infatti sono canonici solo i libri citati allora non sono canonici Esdra, Neemia, Ester, Cantico dei Cantici ed Ecclesiaste, se sono canonici tutti i libri citati allora dovrebbe divenire canonico Enoch.


    Proprio Giuseppe Flavio mi è stato citato! [SM=g1537154]
    Sò che l'argomento è complesso e per me che ho frequentato solo le scuole dell'obbligo,sarebbe difficile comprenderlo appieno,ma a grandi linee ho capito,perchè nonostante la tua immensa cultura,sei stato molto semplice ,nel cercare di spiegarmi la questione.Ti ringrazio immensamente,come ringrazio tutti voi,per l'aiuto che mi date.

    PS:La tdg non è mia amica,ma mia parente.

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    Trianello
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    00 30/06/2009 21:13
    Re: Re:
    shanina, 30/06/2009 20.58:


    Proprio Giuseppe Flavio mi è stato citato! [SM=g1537154]
    Sò che l'argomento è complesso e per me che ho frequentato solo le scuole dell'obbligo,sarebbe difficile comprenderlo appieno,ma a grandi linee ho capito,perchè nonostante la tua immensa cultura,sei stato molto semplice ,nel cercare di spiegarmi la questione.Ti ringrazio immensamente,come ringrazio tutti voi,per l'aiuto che mi date.

    PS:La tdg non è mia amica,ma mia parente.





    Come ha spiegato Polymetis, il Canone ebraico si è chiuso non prima della fine del I secolo d.C. e, secondo alcuni studiosi, addirittura non prima dela fine del II secolo. Prima di queste periodo non esisteva un Canone biblico unanimemente diffuso tra gli ebrei (basta dare un'occhiata ad un qualsiasi manuale di storia delle origini cristiane per verificare quanto composito fosse all'epoca di Cristo il mondo ebraico). La "leggenda" della chiusura del Canone al tempo di Esdra si deve alla corrente farisaica, quella corrente che trionfò in seno al giudaismo successivo alla distruzione di Gerusalemme da parte delle truppe di Tito e sul cui Canone, almeno parzialmente, è stato ricalcato il Canone ebraico odierno (e sulla cui definizione non possiamo escludere che sia pesata anche una qualche componente anti-cristiana).

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    Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

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    gabriele traggiai
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    00 30/06/2009 22:26
    Giuseppe Flavio viene citato a favore solo quando fa comodo alla WTS. Insomma, è il solito metodo usato per far dire alla storia ciò che in realtà non è mai avvenuto.
    Ovviamente hanno vita facile solo ed esclusivamente perchè i testimoni di Geova, in generale, non si prendono la briga di verificare quanto il CD provvede.

    Ciao
    Gabry
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    Topsy
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    00 30/06/2009 23:35
    Re:
    shanina, 30/06/2009 17.51:

    Il canone ebraico,nel v secolo A.C.,era già stato completato? [SM=x570868]
    Adriana,la mia parente tdg,ha affermato questa cosa,in merito al canone,per avvalorare il fatto che la chiesa cattolica abbia deciso cosa inserire nel canone dell'A.T,senza tenere conto che il canone ebraico era già chiuso nel v sec.A.C.
    Mentre invece,il resto dei protestanti,abbiano tenuto in alta considerazione il fatto che il canone era stato chiuso dagli ebrei,molto tempo prima che la chiesa nascesse e che hanno optato,quindi,per il canone stabilito dagli ebrei.
    Mi aiutate a capire?Grazie






    Cercare di capire "in che modo" i testi sacri di una comunità acquistano autorevolezza, richiede certamente un'approfondita analisi storica, che non è possibile trattare in questa sede.

    Il canone ebraico così come l'affermarsi di un testo vocalizzato ed autoritativo (la Bibbia Ebraica riporta le sole consonanti) non fu un qualche cosa di ufficiale, decretato da qualche concilio o accademia rabbinica, sebbene all'indomani della distruzione del II Tempio, Jochanan ben Zakkai seppe riunire a Yavne i rappresentanti delle correnti più diverse del giudaismo dell'epoca precedente il 70. Le scuole da lui fondata divenne la base di ogni sviluppo eccessivo e vennero assecondate alcune tendenze che portarono da li a poco alla definizione di quello che noi oggi chiamiamo "Bibbia Ebraica". ("Talmud. Introduzione, testi, commenti" - Stemberger Günter, 2008, EDB).

    In realtà gli ebrei non furono chiamati a "realizzare" un canone partendo da zero poichè, la Legge Mosaica era già da tempo la base della vita di ogni singolo ebreo da tempo, anche se poi ciascuna setta giudaica accanto alla Legge Mosaica affiancava anche una propria produzione letteraria. Il popolo ebraico non considera le Scritture Sacre come ispirate tutte allo stesso modo, ciascuna parte possiede un grado diverso di ispirazione. E questo già diffenzia gli ebrei dai cristiani protestanti (tdg compresi).

    Così, il "Pentateuco" (Legge di Mosè) in seno al popolo ebraico possiede il massimo grado di ispirazione, esso è la parte più autorevole delle Scritture, e poi a seguire vengono i "Profeti", ed infine gli "Scritti". Le discussione rabbiniche che si protassero sino almeno sino al II secolo d.C. riguardavano in principal modo alcuni libri degli "Scritti" (i meno autorevoli, dal punto di vista dell'ispirazione profetica), e cmq veniva assecondato la tendenza a non includere testi composti in lingua diversa dall'ebraico/aramaico, e non recepire una lista troppo lunga di testi (22 o 24 al massimo). Adesso, non credo che il criterio della lingua utilizzato dagli ebrei avrebbe senso per i cristiani.

    Questo processo di definizione delle proprie Scritture Sacre è parallelo alla nascita del cristianesimo. E a questo proposito, continuano a tornarmi alla mente le parole del prof. Mauro Perani (docente di letteraura ebraica) che ci ricordava come il "canone" nasce quando la comunità deve "autodefinirsi per sopravvivere" e per "differenziarsi" da altre comunità e questo scopo, accomunò sia le comunità ebraiche che quelle cristiane.




    [Modificato da Topsy 30/06/2009 23:37]
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    Polymetis
    Post: 8.113
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    00 30/06/2009 23:49

    Il popolo ebraico non considera le Scritture Sacre come ispirate tutte allo stesso modo, ciascuna parte possiede un grado diverso di ispirazione.



    Questa posizione mi ha sempre creato dei problemi, perché non riesco a capire come la cosa sia possibile. Significa forse che dobbiamo fare delle percentuali e dire che c'è meno parola di Dio in alcuni testi, cosicché alcuni sono ispirati all'80% e umani al 20%, mentre il Pentateuco sarebbe ispirato al 100%? In che misura gli altri libri sarebbero più "umani"? Può cioè Dio darsi "a gradi"?
    O forse significa semplicemente dire che, pur essendo tutti ispirati allo stesso modo, nella Torah sono comunicate le verità e i precetti più importanti, e dunque è maggiormente venerabile, pur essendo ugualmente parola di Dio in misura pari agli altri scritti?

    Per i cattolici invece la Bibbia è parola di Dio al 100% e parola dell'uomo al 100%, ma su piani diversi. Prima di approfondire e spiegare la visione cattolica, vorrei però avere dei chiarimenti su questi "gradi di ispirazione" dei vari libri che fanno parte del sentire comune ebraico.
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    Trianello
    Post: 6.073
    Registrato il: 23/01/2006
    Utente Master
    00 01/07/2009 08:08

    Per i cattolici invece la Bibbia è parola di Dio al 100% e parola dell'uomo al 100%, ma su piani diversi.



    E' anche vero, però, che così come per l'Antico Testamento, il Pentateuco gode di una certa preminenza sugli altri testi, la Chiesa ha sempre considerato i Vangeli come il cuore del Nuovo Testamento. Si pensi, ad esempio, al ruolo specialissimo che i brani tratti dai Vangeli hanno nella liturgia della Parola.

    -------------------------------------------

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    Vazda Vjeran
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    00 01/07/2009 09:22
    Re:
    Trianello, 01/07/2009 8.08:


    Per i cattolici invece la Bibbia è parola di Dio al 100% e parola dell'uomo al 100%, ma su piani diversi.



    E' anche vero, però, che così come per l'Antico Testamento, il Pentateuco gode di una certa preminenza sugli altri testi, la Chiesa ha sempre considerato i Vangeli come il cuore del Nuovo Testamento. Si pensi, ad esempio, al ruolo specialissimo che i brani tratti dai Vangeli hanno nella liturgia della Parola.

    Infatti anche all'interno del NT la Chiesa distingue vari gradi di importanza teologica. Ma si parla di rilevanza teologica non di ispirazione. Condivido la perplessità di Polymetis, come si fa ad avere un'ispirazione al 63,58%? E soprattutto, come la si calcola?
    Aspetto di capire meglio da Topsy cosa intendeva dire.




    ******************************

    "Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell'umanità, finiscono col combattere anche la libertà e l'umanità pur di combattere la Chiesa" (G.K. Chesterton)
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    (Mario70)
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    00 01/07/2009 11:42
    Re: Re:
    Vazda Vjeran, 7/1/2009 9:22 AM:

    Infatti anche all'interno del NT la Chiesa distingue vari gradi di importanza teologica. Ma si parla di rilevanza teologica non di ispirazione. Condivido la perplessità di Polymetis, come si fa ad avere un'ispirazione al 63,58%? E soprattutto, come la si calcola?
    Aspetto di capire meglio da Topsy cosa intendeva dire.






    Immagino che molto dipenda dall'autorevolezza dello scrittore, facendo finta che Mosè scrisse il pentateuco è normale che i suoi scritti abbiano più favore o importanza di quelli di baruc o giona.
    Come del resto accade nel NT... i logia di Cristo valgono di più di ogni scritto dei suoi discepoli per ovvi motivi.
    ciao
    Mario
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    Topsy
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    00 01/07/2009 13:30

    Ragazzi, sono di partenza, non posso trattenermi quanto vorrei. Al momento posso solo accennarvi che, presso l'ebraismo, i profeti si differenziano gli uni dagli altri a seconda della prossimità a Dio e del loro rango nell'ambito della profezia. Ciò spiega perchè Torah, Nevim e Ketuvim, costituiscono tre blocchi di libri con tre livelli livelli profetici diversi che li ispirano: un livello profetico superiore - un livello profetico inferiore - un livello di spirito Santità; tripartizione da cui dipendederà la maggiore o minore autorità/autorevolezzaa dello scritto.
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    socrates56
    Post: 249
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    00 01/07/2009 14:31
    Re:
    Topsy, 01.07.2009 13:30:


    Ragazzi, sono di partenza, non posso trattenermi quanto vorrei. Al momento posso solo accennarvi che, presso l'ebraismo, i profeti si differenziano gli uni dagli altri a seconda della prossimità a Dio e del loro rango nell'ambito della profezia. Ciò spiega perchè Torah, Nevim e Ketuvim, costituiscono tre blocchi di libri con tre livelli livelli profetici diversi che li ispirano: un livello profetico superiore - un livello profetico inferiore - un livello di spirito Santità; tripartizione da cui dipendederà la maggiore o minore autorità/autorevolezzaa dello scritto.




    Appena possibile mi piacerebbe che completassi il discorso. Socrates
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    virtesto
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    Utente Junior
    00 01/07/2009 14:54
    Vediamo anche di stare al passo coi tempi circa il fatto se la Bibbia sia o meno ispirata.

    Sul N.Y.Times del 9 marzo 2002 apparve il famoso articolo di Michael Massing :" As Rabbis face facts, Bible tales are wilting" (potete ripescarlo con google) Il giornalista annunciava l'uscita di una nuova Torah a cura della United Synagogue of Judaism" che rappresenta gli ebrei tradizionalisti americani. Ha edito un libro :"Etz Hayim" (L'albero della vita). viene offerta un'interpretazione dei testi sacri che tiene conto delle più recenti scoperte archeoloiche, filologiche e antropologiche.

    Il nuovo pensiero introduce la visione della Bibbia come scrtta da umani e NON PIU' UN DOCUMENTO DI ISPIRAZIONE DIVINA. (Ovviamente gli ebrei ortodossi, quelli con le treccine, non sono d'accordo).

    Viene affermato per esempio che molto probabilmente Abramo è un personaggio di fantasia (Lo scrive anche Mons. Ravasi). Così come lo era Mosè in quanto non c'è nessuna prova di soggiorno di ebrei in Egitto. Naturalmente il Pentateuco non fu affatto scritto da Mosè, è molto tardo /Idem per Mons.Ravasi). Davide e Salomone vengono notevolmente ridiensionati. E via di questo passo. I rabbini americani spiegano tutte queste cose ai loro fedeli.

    D'altronde leggevo quanto scriveva il Card Carlo Maria Martini ad un lettore del Corriere; questi non si spiegava la crudeltà di Dio che uccise tutti i primogeniti egiziani; Il cardinale rispose: tranquillo, è una balla, Dio non è cattivo.
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    socrates56
    Post: 250
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    00 01/07/2009 17:29
    Re:
    virtesto, 01.07.2009 14:54:

    Vediamo anche di stare al passo coi tempi circa il fatto se la Bibbia sia o meno ispirata.

    Sul N.Y.Times del 9 marzo 2002 apparve il famoso articolo di Michael Massing :" As Rabbis face facts, Bible tales are wilting" (potete ripescarlo con google) Il giornalista annunciava l'uscita di una nuova Torah a cura della United Synagogue of Judaism" che rappresenta gli ebrei tradizionalisti americani. Ha edito un libro :"Etz Hayim" (L'albero della vita). viene offerta un'interpretazione dei testi sacri che tiene conto delle più recenti scoperte archeoloiche, filologiche e antropologiche.

    Il nuovo pensiero introduce la visione della Bibbia come scrtta da umani e NON PIU' UN DOCUMENTO DI ISPIRAZIONE DIVINA. (Ovviamente gli ebrei ortodossi, quelli con le treccine, non sono d'accordo).

    Viene affermato per esempio che molto probabilmente Abramo è un personaggio di fantasia (Lo scrive anche Mons. Ravasi). Così come lo era Mosè in quanto non c'è nessuna prova di soggiorno di ebrei in Egitto. Naturalmente il Pentateuco non fu affatto scritto da Mosè, è molto tardo /Idem per Mons.Ravasi). Davide e Salomone vengono notevolmente ridiensionati. E via di questo passo. I rabbini americani spiegano tutte queste cose ai loro fedeli.

    D'altronde leggevo quanto scriveva il Card Carlo Maria Martini ad un lettore del Corriere; questi non si spiegava la crudeltà di Dio che uccise tutti i primogeniti egiziani; Il cardinale rispose: tranquillo, è una balla, Dio non è cattivo.


    il testo riportato mi pare un po' confusionario: un conto è credere che la Bibbia sia stata ispirata da Dio, un altro conto è dire che è stata scritta da uomini e un altro conto ancora è il pretendere che tutta la Bibbia sia "storica". Non so il mondo ebraico (per l'AT), ma sicuramente il mondo cattolico e parte del mondo riformato oggi ritiene che la Bibbia non sia necessariamente un libro storico. Per quanto riguarda il rapporto fra ispirazione divina e composizione umana, rinvio a quanto detto da altri in altri posto. Socrates

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    Topsy
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    00 01/07/2009 17:54
    Re:
    virtesto, 01/07/2009 14.54:

    Vediamo anche di stare al passo coi tempi circa il fatto se la Bibbia sia o meno ispirata.

    Sul N.Y.Times del 9 marzo 2002 apparve il famoso articolo di Michael Massing :" As Rabbis face facts, Bible tales are wilting" (potete ripescarlo con google) Il giornalista annunciava l'uscita di una nuova Torah a cura della United Synagogue of Judaism" che rappresenta gli ebrei tradizionalisti americani. Ha edito un libro :"Etz Hayim" (L'albero della vita). viene offerta un'interpretazione dei testi sacri che tiene conto delle più recenti scoperte archeoloiche, filologiche e antropologiche.

    Il nuovo pensiero introduce la visione della Bibbia come scrtta da umani e NON PIU' UN DOCUMENTO DI ISPIRAZIONE DIVINA. (Ovviamente gli ebrei ortodossi, quelli con le treccine, non sono d'accordo).

    Viene affermato per esempio che molto probabilmente Abramo è un personaggio di fantasia (Lo scrive anche Mons. Ravasi). Così come lo era Mosè in quanto non c'è nessuna prova di soggiorno di ebrei in Egitto. Naturalmente il Pentateuco non fu affatto scritto da Mosè, è molto tardo /Idem per Mons.Ravasi). Davide e Salomone vengono notevolmente ridiensionati. E via di questo passo. I rabbini americani spiegano tutte queste cose ai loro fedeli.

    D'altronde leggevo quanto scriveva il Card Carlo Maria Martini ad un lettore del Corriere; questi non si spiegava la crudeltà di Dio che uccise tutti i primogeniti egiziani; Il cardinale rispose: tranquillo, è una balla, Dio non è cattivo.








    La notizia è di alcuni fa: fra i gruppi ebraici più consistenti d'America, il movimento «conservative» concepisce l'identità in pacato equilibrio fra tradizione e aderenza ai tempi moderni, e da sempre applica il metodo storico e critico allo studio del testo biblico.

    La Bibbia detta Etz Hayim («Albero di Vita»)è la nuova, tanto attesa edizione della Torah con Commentario a cura dell'Assemblea Rabbinica dell'Ebraismo Conservatore Americano(pubblicata dalla mitica Jewish Publication Society), che sostituisce il vecchio «Hertz», il testo biblico di riferimento per questa comunità, la cui ultima revisione risaliva al lontano 1936.

    I curatori di Etz Hayim, ferma restando la «radice divina della legge ebraica», non esistano a riflettere sulle lacune contraddizioni e altre simili corrutele del testo sacro, cosa che secondo tradizione era già cmq nota anche ad Esdra e la sua cerchia di scribi, che si impegnarono a restaurarla. I problemi che assillano cioè gli studiosi contemporanei erano già noti ai responsabili della canonizzazione stessa.

    Quanto alla lettura mitica di alcuni brani del Pentateuco, già nel secolo scorso grandi rabbini ortodossi come Shemuel David Luzzatto scriveva che la Torah non è un testo di scienze naturali, o di storia come oggi noi la concepiamo, ma fu promulgata per indirizzare gli uomini sulla via dell'umanità e della giustizia, per infondere loro la fede dell'unità di Dio.

    Il fondamentalismo attanaglia l'uomo in ogni campo, ed ovviamente anche in materia religiosa. E' compito delle guide di una data comunità invitare i suoi membri all'equilibrio.


    Per Socrates
    Mi auguro di riuscire a scrvere qualcosa di più decente questa sera!



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    socrates56
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    00 01/07/2009 18:10
    Re: Re:
    Topsy, 01.07.2009 17:54:


    Per Socrates
    Mi auguro di riuscire a scrvere qualcosa di più decente questa sera!







    Grazie. Socrates
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    Polymetis
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    00 01/07/2009 22:35

    Vediamo anche di stare al passo coi tempi circa il fatto se la Bibbia sia o meno ispirata.



    Scusa ma stai confondendo i problemi. Per un cattolico la categoria dell'ispirazione non ha nulla a che fare con la categoria della storicità. Un testo può essere ispirato e non storico. Non occorre per passare un messaggio che la storia che lo incarna sia vera, anche il mito è fonte di ammaestramento.

    Ad maiora
    ---------------------
    Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
    Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
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    (Κ. Καβάφης)
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    Topsy
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    00 17/07/2009 02:05
    Sono rientrata soltanto da alcuni giorni dalle vacanze e mi son ricordata di questo topic rimasto incompleto. Il problema è che ho poco tempo a disposizione e devo necessariamente sintetizzare l'argomento. Posso semplicemente offrire delle indicazioni generali.


    I tre gruppi delle Scritture Ebraiche non sono dotate tutte della medesima autorità poiché si ritiene (e riteneva) che la Legge di Mosè scaturisse dal livello più alto di profezia, rispetto ai Profeti e agli Scritti. In parole povere, Mosè sul Monte Sinai profetò in uno stato cosciente e consapevole. Un evento assolutamente unico e straordinario quello narratoci. Un popolo intero che “vede” le voci di Dio. Colui che dette la Torah non si rivelò solo a Mosè, ma all’intero popolo di Israele. Il popolo scorse la grandiosa visione, ma non osò avvicinarsi. Fu Mosè che si avvicinò…


    Scriverà Rambam come, anche se i convenuti furono testimoni del miracolo, non raggiunsero il “grado della profezia” se non coloro che erano adatti, e cmq per gradi. In Esodo 24 è detto che Dio comandò a Mosè, ad Aronne, Nadab, Abiu e settanta anziani d’Israele di salire sulla montagna ma, soltanto a Mosè viene permesso di avvicinarsi al Signore; il resto dei prescelti stava al di sotto di Mosè, e il popolo al di sotto di loro, “secondo la perfezione” di ciascuno”…


    “Mosè scrisse tutto quel che il Signore gli aveva detto” (Esodo 24,4). I commentatori insistono molto su questo particolare: Mosè parlò e Dio gli rispose a “voce” (Esodo 19,19) e viene spiegato che Mosè riferì ogni “parola” come l’aveva udita (Mekilta su Esodo 20,1). Dio parlò a Mosè, e tutto il popolo ne fu testimone. La Torah recita: ”Affinchè la gente ascolti quando Io parlo con te….” (Esodo 19,9) come prova del fatto che il discorso era rivolto a lui, ed essi udivano la grande voce, ma non l’articolazione del discorso. “Voi udiste il suono delle parole, ma non vedeste alcuna forma; solo una voce” (Deut 4,12).


    La Tradizione, sottolinea costantemente che, la percezione di Mosè non fu come quella dei Patriarchi che lo hanno preceduto, ne come quella dei Profeti che lo hanno seguito, ma ben maggiore rispetto a tutti loro. Il livello profetico raggiunto da Mosè non ebbe eguali: “Non sorse più profeta in Israele come Mosè, che conobbe il Signore faccia a faccia” (Deut. 34,10), e la sua autorità è posta molto al di sopra della normale profezia.


    "Ascoltate con attenzione le mie parole: se tra voi c'è un mio profeta,io mi faccio conoscere a lui in visioni, gli parlo per mezzo di sogni.Ma è diverso per Mosè, mio servo. Egli ha autorità su tutta la mia casa. Io gli parlo direttamente in un linguaggio chiaro,senza enigmi.Egli mi vede apparire davanti a sé". (Numeri 12, 6-8)



    Il termine profezia è indicato dalla parola ebraica "nevuah". Il secondo blocco della Bibbia Ebraica è composta appunto dai Nevim( Profeti). Il loro contenuto è stato trasmesso da Dio attraverso "sogni o visioni", ed è per questo motivo che la profezia di solito è espresso simbolicamente. Il messaggio viene trascritto dai profeti(o dalla loro scuola) attraverso lo stile e la formulazione che caretterizza ciascuno di essi. A volte essi profetizzano mediante metafore, o vedono raffigurazioni allegoriche che vanno interpretate. Di alcune, essi riescono a dare una spiegazione, di altre è un angelo che soccorre il profeta facendogli conoscere l'interpretazione. Non è raro che le visioni profetiche appaiono nebulose, problematiche o addirittura oscure nella loro formulazione. Ciò era accettato sulla base di una credenza largamente diffusa all'epoca del II Tempio, ovvero quella secondo cui lo spirito di profezia fosse andato scemando sino a cessare definitivamente,a differenza del "ruach ha kodesh", letteralmente "spirito di santità", che caratterizza il terzo blocco della Bibbia Ebraica, ovvero gli Scritti.

    Il "ruach ha kodesh" è un livello al di sotto della profezia, e da questa influenzata, hanno continuato comporre le loro opere i rabbini dopo la distruzione del Tempio nel 70. d.C. Potremo considerlarla una sorta di "intuizione" che guida l'autore nella composizione del suo scritto (così i Salmi, Lamentazioni, ect...). Non gli viene comunicato un messaggio attraverso "sogni o visioni", tuttavia la sua saggezza lo rende idoneo a ricevere una sorta di "illuminazione" su questioni di Torah e della vita in generale.


    Alla luce di ciò, è comprensibile la notevole distanza che intercorre tra il “Pentateuco” e gli “Scritti”, a livello profetico.






    [Modificato da Topsy 17/07/2009 21:03]
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    socrates56
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    Utente Junior
    00 17/07/2009 07:47
    Re:
    Topsy, 17.07.2009 02:05:


    Sono rientrata soltanto da alcuni giorni dalle vacanze e mi son ricordata di questo topic rimasto incompleto. Il problema è che ho poco tempo a disposizione e devo necessariamente sintetizzare l'argomento. Posso semplicemente offrire delle indicazioni generali.




    Grazie per le informazioni. Spero che in futuro potrai svilupparle. Socrates