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Firma contro il ddl sulle intercettazioni

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    00 11/06/2009 14:58
    link per firmare - la repubblica
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    ...e non dio ma qualcuno che per noi l'ha inventato ci costringe a sognare in un giardino incantato...
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    ivanspider82
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    00 12/06/2009 17:54
    Intervista del procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli a Micromega.net
    Al Csm le dimissioni di un altro consigliere: "Da Alfano dichiarazioni inaccettabili"
    Caselli contro il ddl intercettazioni
    "Siluro alla sicurezza dei cittadini"
    Protesta Google Italia: "Un blogger amatoriale viene equiparato al direttore di un quotidiano nazionale"



    Il procuratore generale di Torino, Giancarlo Caselli
    ROMA - "Un siluro alla sicurezza di tutti i cittadini e l'impunità per fior di delinquenti". Non ha dubbi il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli: il ddl Alfano sulle intercettazioni varato ieri alla Camera, produrrà effetti "devastanti", dice a micromega.net. Caselli non esita a puntare il dito contro un governo che "strilla sicurezza! sicurezza! sicurezza! ma che così produce insicurezza".

    ASCOLTA L'AUDIO INTEGRALE

    "Nominiamo ministro degli Interni o della Giustizia Penelope, quella che di giorno tesseva e la notte disfaceva - aggiunge il magistrato - perché in tema di sicurezza la maggioranza si sta comportando proprio così. Da un lato tolleranza zero, esercito, flotta, ronde e dall'altra il vero baluardo protettivo della sicurezza dei cittadini, le intercettazioni, picconate e ridotte in macerie, con conseguenze che saranno devastanti per quanto riguarda la tutela della sicurezza di tutti".

    La protesta al Csm. Si allarga intanto la protesta al Csm contro le accuse del ministro della Giustizia che due giorni fa in un'intervista al Tg2 ha parlato di una 'lottizzazione sistematica' nella scelta dei capi degli uffici giudiziari. Dopo le dimissioni dei tre consiglieri dalla commissione che si occupa degli incarichi direttivi, arriva oggi una nuova dimissione per protesta, sempre nella stessa commissione. Il consigliere Ciro Riviezzo (togato del Movimento per la giustizia), ha fatto sapere che non parteciperà ai lavori della commissione finché "non sarà ricostituita nella sua attuale composizione" e "non sarà ripristinato il necessario clima di fiducia e credibilità nel suo operato, senza il quale non è possibile attendere ai delicati compiti che le sono attribuiti".

    Quelle di Alfano, insiste Riviezzo, "sono dichiarazioni inaccettabili, per il contenuto, per il tono, per la carica istituzionale di colui che le ha pronunciate. Sono false, perché tali accordi programmatici non sono mai stati presi né praticati. Sono ingenerose nei confronti dello sforzo che sta compiendo il consiglio, soprattutto negli ultimi due anni, di attuare lealmente la riforma dell'ordinamento giudiziario".

    La protesta di Google. Intanto la questione approda anche sul blog ufficiale di Google. "Un blogger amatoriale viene equiparato come responsabilità al direttore responsabile di un qualsiasi quotidiano nazionale", avverte Marco Pancini, responsabile per le relazioni istituzionali di Google in Italia. Pancini sottolinea con preoccupazione che dietro all'espressione "siti informatici", usato nel provvedimento, sembra profilarsi un vero e proprio giro di vite per "tutti coloro che producono contenuti". Dunque nessuna distinzione tra la testate giornalistiche online, i blogger amatoriali, i motori di ricerca e le piattaforme di contenuti creati dagli utenti come YouTube ed i social network come Facebook.

    "Ai gestori di siti, pagine web e blog amatoriali non dovrebbero essere richiesti adempimenti propri dei mezzi di informazione professionali e quindi sproporzionati rispetto ad attività di tipo amatoriale o comunque non lucrative", afferma il portavoce di Google Italia.


    Pancini ricorda inoltre che "qualche settimana fa la commissione Trasporti e Comunicazioni della Camera aveva approvato un ordine del giorno sul disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche e telematiche in cui si sottolineavano chiaramente le criticità legate al riferimento generico ai "siti informatici" e si suggeriva che l'obbligo di rettifica riguardasse solamente i giornali e periodici diffusi per via telematica e soggetti all'obbligo di registrazione, escludendone quindi i gestori di siti amatoriali (lo stesso Sottosegretario Romani ha data il proprio consenso a questo approccio). Purtroppo nel testo presentato ieri alla Camera e su cui è stata posta la fiducia non stati integrati questi suggerimenti".

    Insomma, conclude Pancini, "la strada che porta all'affermazione della specificità della Rete e dei diritti dei navigatori è ancora molto lunga".

    repubblica.it
    [Modificato da ivanspider82 12/06/2009 17:54]
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