ANAHITA
Chiamata anche Ardvi Sura Anahita
(l’umida, la forte, l’immacolata).
Anahita era una delle principali divinità dell'antico impero persiano. Dea delle sorgenti d'acqua, della fertilità e della maternità, incarnava le qualità fisiche e metaforiche dell’acqua, la forza fertilizzante che fluiva dalla sua fonte soprannaturale nelle stelle.
Per estensione governava sul seme, che zampilla e fertilizza e pertanto sulla generazione umana e su tutte le altre forme di propagazione sulla terra.
Madre e guerriera
In questa vergine alta e possente il suo popolo vedeva l’immagine tanto della madre che del guerriero; per il suo popolo essa era, essenzialmente una madre protettiva che lo nutriva generosamente e al tempo stesso lo difendeva fieramente dai nemici. Nella statuaria, Anahita compare come la madre d’oro, abbigliata con un copricapo dorato e un mantello ricamato in oro, adorno di trenta pelli di lontra e ornata di orecchini quadrati d’oro e di un diadema tempestato di diamanti. Altre descrizioni dicono che viaggiava su e giù per il nostro mondo su un cocchio tirato da quattro cavalli bianchi che simboleggiavano i venti, la pioggia, le nubi e la grandine. I suoi simboli erano la colomba e il pavone.
Il culto
Guaritrice, madre e protettrice della sua gente, Anahita venne adorata in tutto l’impero persiano per parecchi secoli. In occidente si riteneva che essa coincidesse con Anat.
I greci sostennero che fosse Afrodite, quando non addirittura Atena.
Sembra che in origine Anahita fosse babilonese e che poi sia passata in Egitto dove appariva come una dea a cavallo e armata.
Il suo culto si diffuse anche in oriente.
Essa diventò la divinità persiana più popolare, adorata, così si diceva, perfino dallo stesso grande dio Ahura Mazda.
Ciò nonostante, Zoroastro fece del suo meglio per ignorare Anahita anche se alcuni autori più tardi rivelano che il saggio aveva avuto dal dio maschile l’ordine esplicito di renderle pubblici onori.
“Grande signora Anahita, datrice di vita e di gloria alla nostra nazione, madre della sobrietà e benefattrice dell’umanità”: così gli armeni invocavano la loro Dea adorata.
Essi portavano ai suoi santuari offerte di rami verdi e giovenche bianche e avrebbero volentieri dato in offerta anche se stessi.
nella religione misterica del mitraismo Anahita era nientemeno che la madre di Mitra.
Secondo i manoscritti del Mar Morto la setta degli esseni in palestina seguiva il suo culto segreto basato sulla nascita di un maestro di giustizia figlio spirituale della dea attraverso un battesimo in acqua seguito dalla discesa dello Spirito Santo sotto la forma di colomba, che sarebbe stato il Messia o il Saoshyant (salvatore) dei giusti nel giudizio finale.
Gesù di Nazaret era l'ultimo di questi maestri di giustizia. La terminologia cristiana della vergine Maria è fortemente legata a questa dea che era insieme madre e vergine immacolata.
Inno ad Anahid
"Signora Luna, la Genitrice, la Radiosa, la Pura, la Potente, umido Ventre Fecondo, la Fonte Cristallina di tutte le Acque, Signora delle Sacre Danze, Anahid la Splendente.
Quello che segue è uno splendido Inno alla Dea Anahid, conosciuta anche come Anahita scritta dal maestro Atom Yarjanian meglio conosciuto come Siamanto.
O Dea, ora che ho purificato la coscienza dalle fiacche religioni,
E cammino in armonia verso di te, le mie pantofole sono ancora sacre.
Apri la marmorea porta del tuo tempio, lascia che segni col sangue la tua fronte ...
Apri il tuo altare e conferiscimi il rosso potere degli Ardashessian, miei antenati ...
Ascoltami, Madre Dorata, sorella fertile, sorella di bontà,
Fonte di abbondanza e Dea degli Antichi Armeni,
Con la mattina del Navasart, la tua antica razza è festosa ...
Permettimi di pregare in ginocchio di fronte alla tua immagine ...
Ascoltami, Rosa del Miracolo, dea dai piedi d'oro,
Bianca Sposa della Notte e Amante del Sole,
E Radiosa Nudità del Velo di Aramazt,
Lascia che il sole illumini di nuovo con un raggio il tuo altare ...
Credo in Te. Saldo sulle colline di Bakrevant,
Io, pagano da molti secoli e figlio tuo, armato di frecce,
Giungo magnificamente quale messaggero ad implorarti
Ascoltami, le mie nacchere Haigian nacquero da terra Koltan ...
Vengo come un pellegrino. Indossando una lunghissima clamide, tenendo ramoscelli verdi in mano come bacchette,
Ecco un vaso d'argento con essenza di rose per ungere i tuoi seni ...
Ecco un piatto d’incenso a forma di urna in cui ho pianto lacrime per la tua rovina ...
Io cammino verso di Te con preziosi caprioli che seguono la mia ombra ...
Dalle colline di Bakrevant la vita pagana fluisce,
Figli del sole, magnifici, vestiti di mussola,
Dopo il loro addestramento con archi, lance e frecce, sulla soglia del tuo luogo sacrificale
Lascia che trafiggano con le loro spade i colli di possenti tori ...
Lascia che l’ordinato stormo di tortore s’involi verso la tua statua
Dalle spalle di feconde spose armene. Lascia che i giochi d'acqua della Giornata delle Rose inizino ...
E lascia che le sedicenni fanciulle circondino il tuo altare,
Lascia che ti offrano il loro magico corpo, O Gran Madre di Saggezza ...
Lascia che oggi colga per te la tua vendetta di venti secoli,
O dea Anahid…Là ho gettato nei fuochi del tuo altare
le due ali velenose della mia lignea croce distrutta,
E gioisci, o Madre Dorata, giacché brucerò per te un osso pestilente delle costole di Colui che Illumina ...
T’imploro, tu, Bellezza seconda a nessuna fra tutte le potenze,
Offrendo il tuo corpo al sole, fecondandoti con il suo Elemento,
e dona agli Armeni il dono di un invincibile e formidabile Dio ...
Dal tuo grembo di diamante, o Dea, genera per noi un Dio formidabile ...