È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

L'Isola Incantata delle Figlie della Luna Un luogo protetto dalle Nebbie in cui le Fanciulle studiano insieme...

PAGANESIMO PERSIANO: Anahita la fertile e l'umida

  • Messaggi
  • OFFLINE
    -Acqua-
    Post: 873
    Registrato il: 17/02/2007
    Sesso: Femminile
    Guardiana
    Madre dell'Isola
    00 08/05/2009 13:10
    Terza ed ultima parte del bellissimo articolo sulle Dee del'Acqua
    scritto per il sito www.ilcerchiodellaluna.it


    ANAHITA
    Chiamata anche Ardvi Sura Anahita
    (l’umida, la forte, l’immacolata).



    Anahita era una delle principali divinità dell'antico impero persiano. Dea delle sorgenti d'acqua, della fertilità e della maternità, incarnava le qualità fisiche e metaforiche dell’acqua, la forza fertilizzante che fluiva dalla sua fonte soprannaturale nelle stelle.
    Per estensione governava sul seme, che zampilla e fertilizza e pertanto sulla generazione umana e su tutte le altre forme di propagazione sulla terra.

    Madre e guerriera

    In questa vergine alta e possente il suo popolo vedeva l’immagine tanto della madre che del guerriero; per il suo popolo essa era, essenzialmente una madre protettiva che lo nutriva generosamente e al tempo stesso lo difendeva fieramente dai nemici. Nella statuaria, Anahita compare come la madre d’oro, abbigliata con un copricapo dorato e un mantello ricamato in oro, adorno di trenta pelli di lontra e ornata di orecchini quadrati d’oro e di un diadema tempestato di diamanti. Altre descrizioni dicono che viaggiava su e giù per il nostro mondo su un cocchio tirato da quattro cavalli bianchi che simboleggiavano i venti, la pioggia, le nubi e la grandine. I suoi simboli erano la colomba e il pavone.

    Il culto

    Guaritrice, madre e protettrice della sua gente, Anahita venne adorata in tutto l’impero persiano per parecchi secoli. In occidente si riteneva che essa coincidesse con Anat.
    I greci sostennero che fosse Afrodite, quando non addirittura Atena.
    Sembra che in origine Anahita fosse babilonese e che poi sia passata in Egitto dove appariva come una dea a cavallo e armata.
    Il suo culto si diffuse anche in oriente.
    Essa diventò la divinità persiana più popolare, adorata, così si diceva, perfino dallo stesso grande dio Ahura Mazda.
    Ciò nonostante, Zoroastro fece del suo meglio per ignorare Anahita anche se alcuni autori più tardi rivelano che il saggio aveva avuto dal dio maschile l’ordine esplicito di renderle pubblici onori.
    “Grande signora Anahita, datrice di vita e di gloria alla nostra nazione, madre della sobrietà e benefattrice dell’umanità”: così gli armeni invocavano la loro Dea adorata.
    Essi portavano ai suoi santuari offerte di rami verdi e giovenche bianche e avrebbero volentieri dato in offerta anche se stessi.
    nella religione misterica del mitraismo Anahita era nientemeno che la madre di Mitra.
    Secondo i manoscritti del Mar Morto la setta degli esseni in palestina seguiva il suo culto segreto basato sulla nascita di un maestro di giustizia figlio spirituale della dea attraverso un battesimo in acqua seguito dalla discesa dello Spirito Santo sotto la forma di colomba, che sarebbe stato il Messia o il Saoshyant (salvatore) dei giusti nel giudizio finale.
    Gesù di Nazaret era l'ultimo di questi maestri di giustizia. La terminologia cristiana della vergine Maria è fortemente legata a questa dea che era insieme madre e vergine immacolata.

    Inno ad Anahid


    "Signora Luna, la Genitrice, la Radiosa, la Pura, la Potente, umido Ventre Fecondo, la Fonte Cristallina di tutte le Acque, Signora delle Sacre Danze, Anahid la Splendente.

    Quello che segue è uno splendido Inno alla Dea Anahid, conosciuta anche come Anahita scritta dal maestro Atom Yarjanian meglio conosciuto come Siamanto.

    O Dea, ora che ho purificato la coscienza dalle fiacche religioni,
    E cammino in armonia verso di te, le mie pantofole sono ancora sacre.
    Apri la marmorea porta del tuo tempio, lascia che segni col sangue la tua fronte ...
    Apri il tuo altare e conferiscimi il rosso potere degli Ardashessian, miei antenati ...
    Ascoltami, Madre Dorata, sorella fertile, sorella di bontà,
    Fonte di abbondanza e Dea degli Antichi Armeni,
    Con la mattina del Navasart, la tua antica razza è festosa ...
    Permettimi di pregare in ginocchio di fronte alla tua immagine ...

    Ascoltami, Rosa del Miracolo, dea dai piedi d'oro,
    Bianca Sposa della Notte e Amante del Sole,
    E Radiosa Nudità del Velo di Aramazt,
    Lascia che il sole illumini di nuovo con un raggio il tuo altare ...
    Credo in Te. Saldo sulle colline di Bakrevant,
    Io, pagano da molti secoli e figlio tuo, armato di frecce,
    Giungo magnificamente quale messaggero ad implorarti
    Ascoltami, le mie nacchere Haigian nacquero da terra Koltan ...
    Vengo come un pellegrino. Indossando una lunghissima clamide, tenendo ramoscelli verdi in mano come bacchette,
    Ecco un vaso d'argento con essenza di rose per ungere i tuoi seni ...
    Ecco un piatto d’incenso a forma di urna in cui ho pianto lacrime per la tua rovina ...
    Io cammino verso di Te con preziosi caprioli che seguono la mia ombra ...

    Dalle colline di Bakrevant la vita pagana fluisce,
    Figli del sole, magnifici, vestiti di mussola,
    Dopo il loro addestramento con archi, lance e frecce, sulla soglia del tuo luogo sacrificale
    Lascia che trafiggano con le loro spade i colli di possenti tori ...

    Lascia che l’ordinato stormo di tortore s’involi verso la tua statua
    Dalle spalle di feconde spose armene. Lascia che i giochi d'acqua della Giornata delle Rose inizino ...
    E lascia che le sedicenni fanciulle circondino il tuo altare,
    Lascia che ti offrano il loro magico corpo, O Gran Madre di Saggezza ...

    Lascia che oggi colga per te la tua vendetta di venti secoli,
    O dea Anahid…Là ho gettato nei fuochi del tuo altare
    le due ali velenose della mia lignea croce distrutta,
    E gioisci, o Madre Dorata, giacché brucerò per te un osso pestilente delle costole di Colui che Illumina ...

    T’imploro, tu, Bellezza seconda a nessuna fra tutte le potenze,
    Offrendo il tuo corpo al sole, fecondandoti con il suo Elemento,
    e dona agli Armeni il dono di un invincibile e formidabile Dio ...
    Dal tuo grembo di diamante, o Dea, genera per noi un Dio formidabile ...




    Inno inviato da Rebecca Sendroiu [SM=g27838]
    al sito www.ilcerchiodellaluna.it
    Tradotta dall'armeno in inglese da Shant Norashkharian,
    pubblicato a Boston nel 1910 dalla Hairenik Editori e ristampata nel 1979 da Caravan Books.

    Per la traduzione dall'inglese si ringrazia Alessandro Zabini.
    (Il nostro Alessandro!!) [SM=g27838]

    Fonti: "il dizionazio delle Dee e delle Eroine" di Patricia Monoghan
    Wikipedia


    Per approfondimenti etimologici, vi consiglio di leggere il saggio di Umberto Pestalozza dedicato a questa Dea,
    presente nell'opera del medesimo autore:
    "I miti della donna giardino, da Iside alla Sulamita"
    [SM=g27822]
    [Modificato da -Acqua- 13/05/2009 00:59]




  • OFFLINE
    Danae_88
    Post: 167
    Registrato il: 14/12/2008
    Età: 35
    Sesso: Femminile
    Fanciulla dell'Isola
    00 13/11/2009 23:12


    Secondo i manoscritti del Mar Morto la setta degli esseni in palestina seguiva il suo culto segreto basato sulla nascita di un maestro di giustizia figlio spirituale della dea attraverso un battesimo in acqua seguito dalla discesa dello Spirito Santo sotto la forma di colomba, che sarebbe stato il Messia o il Saoshyant (salvatore) dei giusti nel giudizio finale.



    Non è la prima volta che sento una cosa del genere.. [SM=g27820] e forse coloro i quali son poi diventati cristiani sono stati abbastanza furbi da accorgersene per primi..





    "Attenta a ciò che desideri, perchè il desiderio potrebbe avverarsi.."


  • OFFLINE
    Daevayasna
    Post: 4
    Registrato il: 05/05/2011
    Età: 35
    Sesso: Femminile
    Viandante
    00 09/05/2011 23:16
    Erodoto (1. 131) sostiene che il culto di Anahita fosse recente e di origine Mesopotamica, in effetti la dea ricorda in tutti i suoi aspetti Ishtar-Inanna e le sue descrizioni sembrano particolarmente ispirate dalla statuaria. Un’origine Indo-Iranica della dea, inoltre, non sembrerebbe essere dimostrabile: non è riconducibile infatti in alcun modo a Sarasvati, la divinità indiana dei fiumi, e non è identificata in nessun fiume in particolare, mentre invece era già presente nel pantheon iranico la personificazione femminile delle Acque (Apo), il cui cultò continuò parallelamente/indipendentemente.
    Lo Zoroastrismo nel corso dei secoli cambiò notevolmente rispetto alle origini, fino a includere sincretisticamente varie religioni iraniche: così nelle iscrizioni di Artaserse II troviamo Anahita affiancata ad Ahura Mazda, insieme a Mithra, e a lei sono dedicati inni (Yasht) che fanno parte dell’Avesta recente.

    Fonti:
    -M. Schwartz “The religion of Achaemenian Iran” in The Cambridge History of Iran (I-VI, Cambridge, 1968-1986)
    -I. Gershevitch “Old Iranian Literature” in Handbuch der Orientalistik 1/IV/2/1, Leiden 1968)
    -G. Gnoli “L’Iran antico e lo Zoroastrismo” in “L’uomo indoeuropeo e il sacro”
    [Modificato da Daevayasna 09/05/2011 23:31]
  • OFFLINE
    Elke
    Post: 1.894
    Registrato il: 19/02/2004
    Sesso: Femminile
    Guardiana
    Anziana dell'Isola
    00 20/02/2012 22:27
    Tutto davvero molto interessante, e grazie anche a Devayasna per le aggiunte. Reb e Ale, avete ancora il testo originale in inglese? E poi perché ci sono tutti quei puntini a fine frase?
    Come sempre gl'inni antichi hanno una bellezza che incanta:
    "Lascia che l’ordinato stormo di tortore s’involi verso la tua statua
    Dalle spalle di feconde spose armene. Lascia che i giochi d'acqua della Giornata delle Rose inizino ...
    E lascia che le sedicenni fanciulle circondino il tuo altare,
    Lascia che ti offrano il loro magico corpo, O Gran Madre di Saggezza ..."
    Che meraviglia [SM=g27838]
    [Modificato da Elke 20/02/2012 22:27]




    Omnia vincit amor et nos cedamus amori.
    Virgilio


  • OFFLINE
    AlessandroSkryer
    Post: 759
    Registrato il: 18/02/2008
    Età: 65
    Sesso: Maschile
    Madre dell'Isola
    Sognatore dell'Isola
    00 23/02/2012 11:15

    Elkina, i puntini ci sono anche nella versione inglese, che trovi qui:

    The Prayer Of Navasart For Goddess Anahid

    In realtà, non si tratta di versi antichi. Reb lo sa sicuramente, ma io l’ho scoperto soltanto adesso, cercando la versione inglese, perché allora non avevo guardato. Aggiungo qualche dato bibliografico più preciso e qualche notizia biografica perché mi sembra giusto conoscere meglio gli autori di questo testo splendido.

    La versione inglese è di Shant Norashkharian, ingegnere, musicista e scrittore libanese emigrato negli Stati Uniti, autore, fra l’altro, di due volumi di traduzioni inglesi di poesia armena. Il testo originale dell’inno ad Anahid, in lingua armena, è di Atom Yarjanian Siamanto (1878-1915), e, come avevamo già accennato, è stato pubblicato in questa raccolta, in lingua armena:

    Earchanean-Siamanto, Atom, «Amboghjakan Gortse» [«Complete Poems»], Boston, MA., Hairenik Press, 1910.

    In seguito è stato ripubblicato in questa ristampa anastatica della edizione 1910:

    Siamanto, «Complete Poems», Delmar, NY., Caravan Books, 1979.

    Qui ci sono notizie su Siamanto

    E qui ci sono informazioni su Shant Norashkharian e sulla poesia armena, con i link alle versioni inglesi di parecchi altri testi armeni, inclusi l’Inno ad Anahid e altre poesie di Siamanto:

    Armenian Literature.

    Qui, invece, altri versi di Norashkharian:

    Shant Norashkharian Poetry





    E sempre il vento e l’ombra misuravano il tempo,
    il sole portava riflessi come grate di gioia
    alloggiata là fuori, incurante degli agguati—
    quella che si sarebbe dovuta cercare.


    Crevice Weeds






  • OFFLINE
    -Acqua-
    Post: 1.567
    Registrato il: 17/02/2007
    Sesso: Femminile
    Guardiana
    Anziana dell'Isola
    00 28/02/2012 21:55
    Grazie Alle! [SM=g27838]