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In queste aree i bambini sono le vittime più numerose. Il ruolo essenziale dell’assistenza
Brescia, 6 aprile 2009 – Il volto dell’AIDS è sempre più giovane. L’Africa subsahariana è tuttora la regione maggiormente colpita da una vera e propria pandemia: qui vivono 30 milioni di individui portatori del virus HIV (pari a tre quarti dei sieropositivi del mondo) e addirittura il 90% dei bambini infetti dal virus. La tragedia assume proporzioni spaventose in alcuni Paesi dell’Africa australe, come il Botswana o lo Swaziland, dove un adulto su tre ha già contratto il virus e gli epidemiologi stimano che per un quindicenne di oggi vi siano più probabilità (60%) di ammalarsi che non di arrivare sano all’età adulta. Per discutere delle strategie migliori per trasferire gli strumenti della ricerca scientifica e dell’assistenza anche nei Paesi poveri, mercoledì 8 aprile, dalle 9.30 alle 16.00, l’Associazione “Essere Bambino”, in collaborazione con la Clinica Pediatrica degli Spedali Civili di Brescia, organizza presso il Centro Pastorale Paolo VI (Brescia, Via Gezio Calini 30) il convegno “AIDS nel bambino, promuovere l’assistenza e la ricerca nei Paesi poveri”. “Non tutti i bambini nati da madre affette da HIV – spiega il Prof. Alberto G. Ugazio, Direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma - contraggono il virus (la probabilità, in assenza di terapie, varia dal 20 al 45%), ma, garantendo i servizi di prevenzione da madre a figlio dell’HIV, tale percentuale può essere ridotta al 2%. Come accade in Italia e negli altri Paesi industrializzati, dove l’AIDS pediatrico è virtualmente scomparso”. Le ultime statistiche dimostrano che l’epidemia si è allargata in tutte le aree del mondo in via di sviluppo (America Centrale, Caraibi, Asia Meridionale…). Viceversa nei Paesi industrializzati nell’ultimo decennio la diffusione della malattia è stata molto contenuta. Questi risultati positivi sono stati ottenuti grazie soprattutto alla ricerca medica, al monitoraggio e alla prevenzione. Nella prima parte dell’incontro ampio spazio sarà dato alla voce delle associazioni: con la Comunità S.Egidio si discuterà dell’“Organizzazione dell’Assistenza nei paesi a risorse limitate”, Simonetta Coppini di “Essere Bambino” parlerà dell’“Evoluzione dell’assistenza: l’esperienza di Brescia” e Paola Luini di “Arché” descriverà l’esperienza di “Arché in ospedale: il gioco, la comunicazione, la relazione con tante ‘diversità’”. Al centro del dibattito anche il tema della ricerca scientifica. Nella seconda parte del convegno, con la moderazione del dott. Guido Castelli Gattinara dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, il prof. Carlo Collivignarelli dell’Università di Brescia interverrà sulla “Ricerca in campo medico e tecnico/ambientale: una sinergia indispensabile per i Paesi in via di sviluppo” e il dott. R Fabian Schumacher della Clinica pediatrica degli Spedali Civili di Brescia sulla “Collaborazione ESTHER: l’esempio del Progetto Burkina Faso-Brescia”. Parteciperanno all’incontro anche i proff. Giampiero Carosi e Francesco Castelli della Clinica di Malattie Infettive e Tropicali dell’Università degli Studi di Brescia.

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