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INTERVISTA A DAVID CRONENBERG - APRILE 2009

David Cronenberg sembra determinato a riconciliare cinema d'autore con intrattenimento hollywoodiano. Recentemente il regista canadese è andato a casa di Tom Cruise a Los Angeles per discutere di un blockbuster d'azione che sta pensando di dirigere, con Cruise e Denzel Washington nel cast (l'adattamento di uno spy-thriller di Robert Ludlum, The Matarese Circle). Ieri notte Cronenberg era a un incontro molto speciale – un ricevimento in un grattacielo di Toronto dove l'ambasciatore francese in Canada ha riconosciuto al regista la massima onoreficenza governativa: la medaglia di Cavaliere della Legione d'Onore. In una cerimonia barocca con discorsi su filosofia e arte, Cronenberg ha parlato abilmente, riflettendo sui suoi legami con Napoleone e prendendo la grandiosa formalità dell'evento con sovversiva ironia.
“Con questo premio”, ha meditato, “la Francia è inestricabilmente diventata la mia complice criminale. Vedo questa medaglia come un talismano, un amuleto con magici poteri che ne fanno uno scudo contro le punizioni – punizioni per commettere il crimine dell'arte. La Francia ha sempre capito le tensioni che esistono tra l'arte innata e sfrenata e il desiderio dell'ordine sociale. I crimini dell'arte, i crimini della trasgressione non sono contro le leggi sociali che conosciamo, ma contro le leggi sconosciute, le leggi segrete. Quindi questa medaglia è come un passaporto per me, un biglietto 'esci-gratis-di-prigione'.”
A seguito delle orazioni, il critico cinematografico Brian D. Johnson ha parlato con Cronenberg a proposito di Tom Cruise e della possibilità di un “entente cordiale”, un patto d'alleanza, tra arte e commercio.

E' paradossale che appena ricevi questo onore dalla Francia, dove il cinema d'autore è una religione, stai progettando di fare il tuo primo blockbuster hollywoodiano, con Tom Cruise e Denzel Washington.
“Allo stesso tempo, l'apprezzamento per il cinema in Francia non ha mai esitato a considerare film di genere o commerciali qualora avessero merito artistico. Howard Hawks, John Ford. Non è poi quel paradosso che potresti pensare. Anche se guardi A History of Violence o Eastern Promises, sono tecnicamente più commerciali che Spider. Ma mi sentivo molto vicino a essi mentre li stavo facendo, e non sentivo di vendermi. E Dio lo sa, sono felice di vendere. Più soldi sono, meglio è.”

Quindi esattamente cosa vorresti vendere? Cosa c'è in vendita?
“Be', non sono sicuro. Divento alquanto irritabile. Ho rifiutato cose che mi avrebbero fatto guadagnare un sacco di soldi. Amerei poter spendere 150 milioni di dollari. Credo sarebbe molto divertente.”

La scorsa settimana hai incontrato Tom Cruise in casa sua. Stiamo morendo dalla voglia di sapere com'era.
“Be', è una casa molto bella. Ci abita da un anno. L'ha rinnovata con un gusto impeccabile. È davvero bella. Vorrei vivere lì, senza dubbio.”

E' stato d'affari o casuale?
“Casuale. Facevamo conoscenza reciproca. Abbiamo parlato di The Matarese Circle ma ne avevamo già parlato precedentemente. Sto creando un soggetto originale, fondamentalmente. Lui ha letto 40 pagine e gli sono piaciute, e gli è piaciuto il personaggio che ho scritto su di lui, che è insolito per lui.”

Perché lo hai scritto su di lui?
“La MGM era eccitata dal fatto di coinvolgere sia Denzel che Tom, e io pure. Ci siamo accordati che avrei scritto il soggetto. Quindi avevo questi due ragazzi in testa – non potevi non averli in mente a quel punto. L'unica altra volta che l'ho fatto è stato per Spider con Ralph Fiennes, ma c'era già un soggetto.”

Eri intimidito da Cruise. Ti sentivi come a un'audizione?
“Eravamo entrambi a un'audizione reciproca, che ci ha facilitato nell'essere franchi, nel senso che ciascuno valutava l'altro. Ma con Tom è così complementare, perché lui conosce davvero i suoi registi. La versione media di Tom e la versione reale di Tom non hanno legami. E' così bizzarro. E' sveglio, elegante, istruito sul cinema. Quando parli con lui lo vorresti veramente come amico.”

Il fatto di Scientology ti ha spaventato?
“Non conosco per forza tutte le religioni o i credi filosofici di tutti gli attori con cui ho lavorato, o del mio stuff. Ogni volta hai una speciale relazione con un attore che include il discutere di tante cose.”

Come Viggo Mortensen?
“Sì. Ma nondimeno io non posso dirti per forza se Viggo ha particolari credi religiosi oppure no. Non è una cosa che salta fuori.”

Come puoi parlare di un cast di superstar a questo punto, se non c'è ancora un contratto?
“Perché ho incontrato Denzel, ho incontrato Tom, e hanno detto che gli piace molto l'idea di uno spy-movie girato da me, con loro due insieme, basato sul libro di Ludlum. E' così che questi ragazzi lavorano. Abbracciano così il loro mestiere, sono star. Hanno da sei a dieci progetti con cui giocano in ogni momento e quando possono diventare film loro dicono 'Okay, ci sono'. E ci vanno prudenti. Perché vogliono essere sicuri che il soggetto sia buono e il regista sia bravo – Tom è particolarmente sensibile a questo. Quello che è il gioco degli Studios invece è diverso.”

Quando giochi quella partita non devi rinunciare a certe possibilità di controllo, sia verso la star che verso lo studio?
“Non ne sono sicuro. Non l'ho ancora fatto. Al momento, è molto congeniale perché i quattro produttori – Lorenzo di Bonaventura, Nick Wexler, Mary Parent e Cale Boyter (l'esecutivo che controllava A History of Violence alla New Line) – loro sono in gamba. Molto scaltri. E vogliono che io sia io.”

Non vuoi assumere un David Cronenberg per essere qualcun altro.
“E' già successo in passato. Vogliono che tu sia tu ma poi ti tolgono ogni cosa che ti caratterizza. Non è questo il caso.”

Parlavi anche di girare il tuo primo sequel, un seguito di Eastern Promises. Quali sono le possibilità perché accada?
“Penso che le possibilità siano buone perché Focus lo vuole fare, io lo voglio fare, Paul Webstere, il produttore del primo, lo vuole fare, Steve Knight, lo scrittore, lo vuole fare e Viggo sarebbe interessato. Quello che serve è un soggetto interessante, e io ho un'idea per farlo diventare tale.”

Puoi riassumerlo in una battuta?
“No perché qualcuno lo ruberebbe! E farebbe il mio sequel senza dire che è un seguito.”

Atom Egoyan sta lavorando con Ivan Reitman e David Cronenberg con Tom Cruise – il mondo è cambiato.
“Il mondo si è capovolto, sì... Mi chiedo quale sia il budget del film di Atom.”

Sotto i 20 milioni di dollari. E The Matarese Circle?
“Attorno a 150 milioni.”

Quindi come proseguirai a scrivere per Tom Cruise? Come sarà creato il suo personaggio?
“Non posso dirti com'è, ma penso che la gente sarà abbastanza stupita quando lo vedrà.”

Si allontana dal personaggio tipico?
“Sì. E se guardi quello che ha fatto in Tropic Thunder, di certo è abile e volenteroso nell'allontanarsene.”

Quindi è un personaggio bizzarro.
“Non come Tropic Thunder.”

Ma non come Mission Impossibile.
“No.”

Brian D. Johnson, macleans.ca
traduzione Matt – davidcronenberg.tk
[Modificato da |Painter| 10/06/2010 18:22]