Ho trovato questa poesia sul web, è stata scritta in occasione del terremoto del 1976 ed io vorrei dedicarla anche alle vittime del 2009...
La casa vuota ha un gomito strappato.
È necessario ricostruire i tetti,
montare il legno sui cardini, premere
i detriti nel buio sotto pelle.
Di conversazioni ce n’erano a dozzine,
tra la gola e l’insonnia, la terra si è scucita
dallo stomaco, ma che ne pensano le crepe,
le fenditure dei corpi massacrati tra i metalli
dei divani letto? Non ancora,
non del tutto pronti non gli è dato
sapere l’inventario preciso,
il numero puntuale dei gemiti.
Qualche telecamera punge gli angoli
dell’aria, dissotterra le dita corrose
dalla ruggine. Solo il boato ricordo
che non riesco a ricordare quel taglio
di luce che ha bucato la retina. Poi
ho pensato «soffoco, temo di morire».
(Mary Barbara Tolusso, dal catalogo della mostra Sismologie, 2006)
questa invece è per le vittime del 2009...
No, non basta il denaro
per sanare questa ferita profonda
della mia verde terra
Non donerò moneta
alla città de l’Aquila
che ieri è caduta a terra,
con le ali spezzate
Porterò due braccia
per sollevare detriti
Porterò due mani
per fugare macerie
Porterò due occhi e due orecchi
per vedere ed ascoltare
Per sperare di trovare ancora
delle vite sepolte
trovata sempre nel web, ma non c'era la firma... (apolide.wordpress.com/2009/04/07/laquila-il-terremoto-del-6-aprile-2009)
Anche se questo non servirà a molto... io vi sono vicina col cuore....
Siamo così... dolcemente complicate...