LA CARICA DI FLACHI
Il fantasista azzurro ha compiuto da poco 34 anni: «Ma me ne sento 10 di meno»
«Empoli, i play off sono a un passo»
EMPOLI - Il suo compleanno era mercoledi, ma pensava di festeggiarlo questa sera, dopo il derby col Grosseto. Il campionato si è fermato per il lutto nazionale, ma per Francesco Flachi l'appuntamento rimane. « Non sarà nulla di particolare
- confessa - perché nessuno può restare indifferente di fronte alla tragedia che in Abruzzo ha procurato morte e dolore a tanta gente, per cui sarà solo l'occasione di stare insieme alla mia famiglia e agli amici più cari. D'altra parte sono un po' abituato a trascorrere questo giorno particolare senza far follie, visto che la stessa cosa mi accadde anni fa per la morte di papa Giovanni Paolo II, erano anche allora i primi di aprile » .
Ma torniamo ad oggi, quanti sono gli anni, trentaquattro o ventiquattro?
« Ma conta l'anagrafe - ribatte - o valgono di più le sensazioni? »
Meglio ascoltare le seconde. «D'accordo, allora vuol dire che, a dispetto di quel brutto 34 che vedo scritto sulla carta d'identità, potrei dire di averne 24. E magari anche qualcuno di meno, perché più passano i giorni e più mi sento giovane, anche perché a Empoli e con l'Empoli ho riassaporato il gusto del giocare a calcio» .
Ma come stanno andando le cose ad un “ attempato” ventiquattrenne?
« Bene, benissimo - ribatte -
perché sto migliorando ogni giorno che passa e sento che la forma giusta è ormai dietro l'angolo. Potrei ritrovarla domani, magari dopodomani, ma non più in là. Però è stata dura. Durissima » . In che senso?
«Giuro che non avrei mai pensato di dover faticare così tanto per tornare al calcio giocato - commenta - perché un conto sono gli allenamenti, durante i quali puoi gestirti e prendere fiato, un altro, e un conto assai diverso sono i novanta minuti con i punti in palio, gli scatti mozzafiato, i calci e le spinte degli avversari » . Scoraggiato allora?
«No, no, anzi. Sempre più convinto di tornare ad essere il Francesco Flachi di prima, anche se non è facile togliersi di dosso la ruggine di due anni di riposo forzato. Un inferno che sto già dimenticando, così come non mi porto dietro alcun ricordo di due compleanni trascorsi senza calcio. In quei giorni non sapevo cosa raccontare ai miei figli. Ora invece anche quello più piccolo mi ha visto con la maglia numero 7 in mezzo al campo. Questa sì che è vita» .
Sabato prossimo sarà di nuovo campionato. « E noi siamo pronti a tornare in campo - conclude - coscienti di dover fare risultato pieno col Treviso, così poi da poter andare a Grosseto a giocarcela. I play off non ce li siamo ancora conquistati, ma sono alla nostra portata» . Magari anche grazie a qualche gol di Francesco Flachi? « Sono un attaccante e quindi il gol ce l'ho nel dna. L'assist per Buscè mi ha reso felice, ma un gol mio mi restituirebbe in un attimo tutto quanto ho perduto in due anni di profonda sofferenza » .
Antonio Bassi/atc
corriere dello sport