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Tecnica d tiro
Il tiro alla mattonella è molto impegnativo, per la distanza (125 metri), per le dimensioni del bersaglio (mattonella cm. 20x20), per il tipo di arma impiegata (fucile a canna liscia), per la modalità di tiro (in piedi, arma imbracciata e senza appoggio).
Per poter effettuare bene il tiro alla mattonella, occorre avere già imparato i fondamenti essenziali del tiro: posizione, impugnatura, traguardo della linea di mira, trazione del grilletto, respirazione.

POSIZIONE
Considerato il rilevamento dell’arma ed il suo peso, il piede sinistro va posto avanti in direzione verticale, il piede destro indietro in direzione diagonale, la gamba sinistra deve essere flessa, la gamba destra deve essere dritta.
(Per i mancini, tutto al contrario)

IMPUGNATURA
Il fucile va appoggiato saldamente al muscolo pettorale destro, non sulla clavicola e non sulla testa dell’omero.
L’indice destro deve entrare agevolmente nel ponticello del grilletto (perciò si deve adeguare alla lunghezza del proprio braccio la lunghezza del calcio).
La mano sinistra deve sostenere il fucile nella parte prossimale dell’astina (quella parte più vicina alla culatta).
Il gomito destro non deve essere esteso (posizione da caccia) ma deve essere chiuso per stringere il calcio e gonfiare il pettorale (posizione da “cecchino”).
(Per i mancini, tutto al contrario)

TRAGUARDO DELLA LINEA DI MIRA
La tacca di mira deve essere posizionata a distanza che l’occhio del tiratore possa metterla a fuoco (dai 45 anni in poi, si sposta la tacca più avanti a causa della presbiopia fisiologica).
Il mirino deve essere di dimensioni adeguate alla finestra della tacca, possibilmente in fibra ottica rossa, né troppo piccolo, né troppo largo, ma in modo che, inquadrando la mattonella, di essa ne resti qualche margine all’interno della finestra della tacca.
L’escursione verticale del mirino, all’interno della finestra della tacca, deve essere tale da poter dare al tiratore la possibilità di correggere il tiro in verticale a seconda delle diverse cartucce utilizzate e delle condizioni atmosferiche che possono alzare o abbassare la traiettoria del proiettile.
Durante la punteria, il tiratore deve mettere a fuoco il mirino, poi la tacca, poi il bersaglio, e poi ancora il mirino prima del fuoco, ciò per poter controllare la corretta punteria su un bersaglio di così piccole dimensioni e a così grande distanza.

TRAZIONE DEL GRILLETTO
Il peso dello scatto non deve essere eccessivo né troppo leggero.
Un peso di scatto eccessivo ha bisogno di maggiore abilità per essere gestito, un peso di scatto “piuma” può causare partenze non volute del colpo. Per informazione dei tiratori, i “tiratori scelti” dell’esercito usano uno scatto di circa 1500 grammi, perché durante la punteria (anche su parti ridotte del bersaglio umano) preferiscono lasciare il dito appoggiato sul grilletto mentre esercitano una pressione parziale e, solo quando sono certi dell’esito del colpo, proseguono nella trazione finale. Con uno scatto troppo leggero, questa tecnica non può essere applicata perché al minimo contatto col grilletto, il colpo parte con la conseguenza di un errore.

RESPIRAZIONE
La tecnica della respirazione controllata serve ad ossigenare bene il cervello e a mitigare i sintomi dell’emozione.
Un cervello ben ossigenato consente una punteria in apnea di circa sette secondi, un cervello non ben ossigenato ne consente appena tre.
Prima del tiro si devono fare due inspirazioni profonde, fino alla massima capienza dei polmoni, poi si espira metà dell’aria e si va in punteria in apnea.
Per i primi quattro secondi il mirino salta come uno scoiattolo, poi si quieta e ci sono circa tre secondi in cui appare inchiodato sulla mattonella. Quello è il momento di dare l’ultima trazione al grilletto (gli ultimi 100 grammi) e il bersaglio sarà colpito.
E’ importante che in quel momento la corsa del grilletto sia già stata premuta in parte durante il corretto allineamento, in modo che nel momento cruciale la pressione da esercitare sia ridotta al minimo.
Non serve cominciare l’allineamento dal basso o dall’alto, il fucile deve essere portato in punteria subito e bisogna saper sfruttare al meglio i sette secondi di “lucidità” ottimale conseguenti ad una ossigenazione forzata delle cellule cerebrali.
La respirazione controllata serve pure a diminuire l’emozione, la cui conseguenza è un battito cardiaco accelerato, una vista offuscata e dei movimenti non ben coordinati. Bisogna forzare la calma e, durante la preparazione al tiro, eseguire movimenti lenti e precisi, quasi al rallentatore, che siano antagonisti della velocità emozionale.