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Ciao amici, come tutti sanno al senato si è discusso sul Biotestamento per quando riguarda la scelta dei medici. Anno parlato anche dei tdg. Ecco l'articolo.



Cronaca
- 26 marzo 2009
Biotestamento, bagarre al Senato «Dat» non vincolante, insorge il Pd

Sì all’emendamento Udc: il medico potrà non attenersi alla dichiarazione anticipata di trattamento del paziente

ROMA - Nell’Aula del Senato (dove alle 18 è in programma il voto finale sul ddl Calabrò in vista del passaggio a Montecitorio) è scontro sul biotestamento, dopo il via libera all’articolo che riguarda la forma e la durata della «dichiarazione anticipata di trattamento». Con il sì all’articolo 4 è passata, infatti, una modifica sostanziale alle legge, che cancella, di fatto, il carattere vincolante per i medici delle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat) firmate dai malati. È stato accolto un emendamento dell’Udc, a prima firma del senatore Fosson, che modifica il primo comma dell’articolo e questa scelta ha scatenato una bagarre in aula. L’opposizione ha accusato la maggioranza di aver «svuotato la legge» che ruota proprio sul concetto del testamento da parte del malato che vuole evitare l’accanimento terapeutico.

SCONTRO MAGGIORANZA-OPPOSIZIONE - «Eravamo qui - ha protestato Anna Finocchiaro - per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma con questo emendamento mi chiedo di cosa stiamo discutendo, visto che le dichiarazioni non conteranno assolutamente nulla. C’è un limite oltre il quale la finzione non si regge più». Alla Finocchiaro, che ha parlato di «legge imbroglio», ha replicato lo stesso relatore Raffaele Calabrò, spiegando come l’intenzione della modifica all’articolo 4 è quella di «tener conto delle valutazioni del medico» visto che ci possono essere progressi della medicina che vanno presi in considerazione. Il senatore del Pd, Ignazio Marino, ha sostenuto che con le dat non più vincolanti, le stesse dichiarazioni «sono ormai del tutto prive di senso». «Questo è il bacio della morte alla legge sul testamento biologico, da stamane ufficialmente carta straccia» ha aggiunto Marino. Un altro emendamento approvato all’articolo 4 prevede che le dichiarazioni anticipate di trattamento hanno validità per un periodi di tre anni e non più di 5 anni, come era stato deciso in Commissione Sanità. Contrari all’articolo 4 anche i senatori dell’Italia dei Valori, che hanno inscenato una breve protesta nella sala lettura di Palazzo Madama contro il provvedimento sul testamento biologico e hanno ribadito l’intenzione di raccogliere le firme per un referendum abrogativo. Il capogruppo Felice Belisario ha esibito cartelli con le scritte «Testamento ideologico», «Testamento bio-illogico», «Referendum». Belisario ha poi spiegato che «l’aula di Palazzo Madama sta approvando una bruttissima legge che imbroglia gli italiani. L’Idv proporrà ai cittadini di impugnare subito la legge con un referendum abrogativo riportando i cittadini al centro delle scelte. Lo Stato viene dopo la volontà dei cittadini».

TESTIMONI DI GEOVA - Dibattito acceso nell’aula del Senato anche sul comma 6 dell’articolo 4 che, secondo il Pd e i radicali, obbligherà i testimoni di Geova a ricevere trasfusioni di sangue contro la loro volontà. Il comma definisce la forma e la durata delle dichiarazioni anticipate di trattamento. In esso si prevede che «in condizioni di urgenza o quando il soggetto versa in pericolo di vita immediato, la dat non si applica». Una ulteriore dimostrazione, secondo l’opposizione, che la maggioranza vuole togliere ogni vincolo alle volontà espresse dal paziente.

GLI ALTRI ARTICOLI - L’Aula di Palazzo Madama ha approvato gli altri cinque articoli: il 5, che prevede che le Regioni assicurino assistenza domiciliare ai soggetti in stato vegetativo persistente, il 6 che prevede nella «dat» la possibilità di nominare un fiduciario che potrà interagire con il medico agendo nell’interesse del paziente. Via libera poi agli ultimi tre articoli del ddl Calabrò: il 7 che regola il ruolo del medico, l’articolo 8 che disciplina l’autorizzazione giudiziaria e, infine, le disposizioni finali che prevedono - tra le altre cose - l’istituzione di un Registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) nell’ambito di un archivio unico nazionale informatico, di cui titolare sarà il ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali.