00 30/03/2009 02:30
trovo affascinanti e poetiche le tue risposte Arcobaleno. La mia stessa percezione è allineata a quanto dici.
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Secondo voi quale desiderio ci deve dunque spingere all'azione se non c'è attaccamento verso il frutto?
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La prima risposta che mi è venuta in mente è: "la ricerca di Libertà"

Ma "La liberazione si raggiunge con la pratica, mai semplicemente discutendone" -S.N. Goenka-

Questo è il motivo per cui l'Agire e il NonAgire devono essere sostenuti dal puro Intento.

...e i due alleati che possiamo avere in qs lungo cammino sono la Consapevolezza e l'Equanimità. Attraverso qs due alleati abbiamo la magica opportunità di poter accedere alla purificazione della nostra mente, del nostro cuore e del nostro corpo.

"Tutto ciò che si sperimenta durante il cammino, sia esso piacevole o spiacevole, non ha importanza. L'importante è non reagire con desiderio o con avversione, poiché questi non producono altro che sofferenza. L'unico metro su cui misurare il nostro progresso sul sentiero è il grado di equanimità a cui siamo pervenuti. E, se si vuole andare alle massime profondità della mente e sradicarne tutte le impurità, occorre l'equanimità nei confronti delle sensazioni fisiche. Se si impara ad essere consapevoli delle sensazioni ed a rimanere equanimi verso di esse, si potrà, con altrettanta facilità, mantenersi equilibrati nelle situazioni esterne" -discorsi di S.N.Goenka maestro di meditazione Vipassana-

Tutto ciò non fa che sottolineare quanto sia importante imparare ad Agire anzichè Reagire alla realtà. Perchè la realtà stessa non è altro che la codifica del mondo che noi stessi costruiamo sulla base delle percezioni che abbiamo di esso.
Ma la percezione del mondo è Soggettiva, la percezione della "prima realtà" che ci circonda -il quotidiano- cambia con il cambiare della nostra soggettività, della nostra cultura, dei nostri condizionamenti passati e del contesto in cui ci troviamo.
Se uno di qs fattori "cade" allora anche la realtà cadrà.

Credo sia la Paura a guidare la nostra percezione quotidiana.
Credo che qs "mondo" sia così vasto e inconoscibile che l'unico modo per continuare ad agire nel quotidiano -in accordo con la socialità che ci circonda, per non esserne/sentircene escusi- sia rispettare le regole e le gabbie che noi stessi costruiamo ogni giorno. In qs modo possiamo convincerci di averne il controllo, possiamo convincere noi stessi e il mondo che c'è un senso in quello che perseguiamo quotidianamente con tanta energia e passione... che siamo al sicuro, che nulla turberà il nostro fittizio equilibrio ma sopratutto possiamo convincerci che non siamo soli.. E' il più bell'inganno che facciamo a noi stessi, è il grande gioco che ciascuno di noi ama giocare.
Ma a volte, abbiamo la fortuna il dono -come Arjuna ebbe sul campo di battaglia dove bramosia e avversione lo colsero con tanta forza e impietoso impatto- di poter alzare per un attimo quel lembo, di rompere quelle gabbie percettive. Abbiamo il dono di vedere, osservare e percepire per un attimo cosa si nascone dietro il grande gioco e quell'attimo basta a far sì che il nostro cammino continui instancabilmente, per tutta la nostra vita, solo per arrivare ad Osservare -con Consapevolezza ed Equanimità- ancora una volta cosa si nasconde dietro il grande bluff.

Ogni cosa sorge e passa,
tutto muta incessantemente e ciò che vuol essere sarà.
Basta volerlo, niente rimpianti,
tutto cambia
e siamo noi a decidere ogni attimo
quale cammino percorrere.
E nulla rimane immobile
e ciò che vogliamo dev'essere parte della strada che decidiamo di percorrere
e le strade spesso appaiono tortuose ma
se le osserviamo dall'alto vediamo che il sentiero ci ha sempre portato dove volevamo andare.
Dobbiamo solo avere il coraggio di scegliare consapevolmente e non per paura.
Tanto del sentiero non puoi vedere la fine e non esistono cammini sicuri.
Sbirciare dietro l'utlima curva che hai davanti non ti porta a conoscere la meta.
Lascia che il fuoco del tuo cuore governi il tuo sentiero.

con affetto

)O(