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Polemica sui Condom

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    00 19/03/2009 19:31
    Sciocche polemiche di uno sciocco continente! Che schifo! La Chiesa ha ribadito le sue posizioni, quelle che da papa Paolo VI a Benedetto XVI sono state ribadite più volte, senza suscitare questo clamore. Il problema è che li piace criticare e fare del Papa carne da macello per le loro sporche demagogiche delegittimazioni fatte su una massa di ignoranti babbalei che pendono dalle labbra di stupidi giornali che forse prima erano seri, come Le Monde e Co., e che ora fanno parte del ciarpame quotidiano che non si sa elevare ad essere vero giornalismo, ma è solo mera sporcizia che, a conati continui, è gettata dentro bocche inermi di poveri smidollati che fanno l'opinione pubblica: un'opinione pubblica veramente inquietante! Patetica! Leggetevi questo articolo.
    OREMUS PRO PONTIFICE NOSTRO BENEDICTO
    EXTRA ECCLESIAM NULLUS OMNINO SALVATUR
    IN HOC SIGNUM VINCES
    IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM" E' QUANTO DI PIU' GIUSTO SI SIA FATTO IN QUESTI ANNI PER LA CHIESA CATTOLICA
    "O glorioso S. Francesco, gettate uno sguardo sopra il Successore di Pietro, alla cui sede, vivendo, foste così devoto" (Pius PP. IX).
    "Ma se fu sempre necessario, Venerabili Fratelli, ora specialmente, in mezzo a così grandi calamità della Chiesa e della società civile, in tanta cospirazione di avversari contro il cattolicesimo e questa Sede Apostolica, e fra così gran cumulo di errori, è assolutamente indispensabile che ricorriamo con fiducia al trono della grazia per ottenere misericordia e trovare benevolenza nell’aiuto opportuno". (Pius PP. IX, enclica Quanta Cura).
    Tu es Petrus e super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam, et portae inferi non praevalebunt adversum eam. Et tibi dabo claves regni coelorum. Et quodcumque ligaveris super terram, erit legatum et in coelis; Et quodcumque solveris super terram, erit solutum et in coelis. (Mt 16, 18-19)
    "Che ci sia una ed una sola Santa Chiesa Cattolica ed Apostolica noi siamo costretti a credere ed a professare, spingendoci a ciò la nostra fede, e noi questo crediamo fermamente e con semplicità professiamo, ed anche che non ci sia salvezza e remissione dei nostri peccati fuori di lei, come lo sposo proclama nel Cantico: "Unica è la mia colomba, la mia perfetta; unica alla madre sua, senza pari per la sua genitrice", che rappresenta un corpo mistico, il cui capo è Cristo, e il capo di Cristo è Dio, e in esso c'è "un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo". (...) Noi sappiamo dalle parole del Vangelo che in questa Chiesa e nel suo potere ci sono due spade, una spirituale, cioè, ed una temporale, perché, quando gli Apostoli dissero: "Ecco qui due spade" (che significa nella Chiesa, dato che erano gli Apostoli a parlare (il Signore non rispose che erano troppe, ma che erano sufficienti). E chi nega che la spada temporale appartenga a Pietro, ha malamente interpretato le parole del Signore, quando dice: "Rimetti la tua spada nel fodero". Quindi ambedue sono in potere della Chiesa, la spada spirituale e quella materiale; una invero deve essere impugnata per la Chiesa, l’altra dalla Chiesa; la seconda dal clero, la prima dalla mano di re o cavalieri, ma secondo il comando e la condiscendenza del clero, perché è necessario che una spada dipenda dall’altra e che l’autorità temporale sia soggetta a quella spirituale. Perché quando l’Apostolo dice: "Non c’è potere che non venga da Dio e quelli (poteri) che sono, sono disposti da Dio", essi non sarebbero disposti se una spada non fosse sottoposta all’altra, e, come inferiore, non fosse dall’altra ricondotta a nobilissime imprese. (...) Perciò se il potere terreno erra, sarà giudicato da quello spirituale; se il potere spirituale inferiore sbaglia, sarà giudicato dal superiore; ma se erra il supremo potere spirituale, questo potrà essere giudicato solamente da Dio e non dagli uomini. Quindi noi dichiariamo, stabiliamo, definiamo ed affermiamo che è assolutamente necessario per la salvezza di ogni creatura umana che essa sia sottomessa al Pontefice di Roma". (Unam Sanctam, Bonifacius PP. VIII, 18 Novembre 1302).
    "Bisogna dare battaglia, perchè Dio conceda vittoria" (S. Giovanna d'Arco)
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    proRatzinger
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    00 19/03/2009 19:32
    Il Papa, l’Aids e la malafede di Francia, Germania e Ue
    di Riccardo Bonacina


    Sull’aereo che portava il Papa nel suo primo viaggio in Africa, rispondendo ad una domanda di un giornalista di France 2 sulla posizione della Chiesa riguardo il problema della lotta all’Aids e dell’uso dei preservativi, Benedetto XVI, come è ormai noto, ha detto: «non si può superare questo problema dell’Aids solo con slogan pubblicitari. Se non c’è l’anima, se gli africani non si aiutano con cure gratuite, non si può risolvere il flagello con la distribuzione di profilattici, al contrario, il rischio è di aumentare il problema». Insomma, una posizione meno rozza e tranchant di quelle restituite dai media (per chi fosse interessato alla trascrizione dell’intervista e farsi un’idea un po’ più personale qui il testo).

    Per chiunque abbia un minimo di conoscenza, e magari anche un minimo di frequentazione con i progetti di sviluppo e di assistenza sanitaria in Africa, queste parole di Ratzinger appaiono più di buon senso che di dottrina. È vero, verissimo, che la pubblicità e la distribuzione di preservativi sia nelle megalopoli che nelle zone rurali hanno spesso creato più problemi che benefici e che sono servite più alla coscienza e ai budget delle agenzie occidentali piuttosto che alle popolazioni. Per battere l’Aids, come ha giustamento detto il Papa occorrono tre cose: a) “cure gratis”, b) “una umanizzazione della sessualità” a tutela soprattutto delle donne, c) “una vera amicizia per le persone sofferenti capace di sacrificio”. Insomma, una sfida un pochino più complessa della distribuzione del preservativo, e mi si permetta, un pochino più giusta, ragionevole, umana.

    Certo, vallo a spiegare alle Big Farma, ballo a spiegare ai pagatissimi funzionari delle Agenzie Onu. Per loro (anche per i loro tour nella prostituzione locale) il preservativo basta e avanza, altro che cure gratis, altro che educazione alla sessualità (entra la quale sta l’uso del preservativo, altrimenti davvro fa danni), altro che amicizia a rischio della propria vita. Il Papa, del resto, se ne intende, tante sono le esperienze laiche o religiose che hanno vinto la battaglia con armi più complesse del preservativo. Dice con giusto orgoglio Benedetto XVI: «Penso che la realtà più efficiente, più presente sul fronte della lotta contro l’Aids sia proprio la Chiesa cattolica, con i suoi movimenti, con le sue diverse realtà». Basti pensare al progetto Dream della Comunità di Sant’Egidio in Mozambico e ai suoi sorprendenti risultati.

    Ora, i media, come sempre, hanno fatto di questo dibattitto serio, carne da macello e attaccare il Papa è ormai di moda in un continente che (povero illuso Giovanni Paolo II) si voleva richiamasse le proprie origini cristiane! Tutto questo, però, sta nell’ordine carnevalesco dell’oggi. Ma c’è qualcosa che è davvero intollerabile. Sono le prese di posizione dì governi come Francia e Germania e della Commissione europea. Questo no, risparmiatecelo, ministri e ministre arrossite un po’ di vergogna!

    A salire in cattedra, oggi, infatti sono stati gli stessi responsabili di aver fatto carta straccia di tutti gli impegni internazionali da qualche decennio in qua, e questo fa un po’ incazzare. A parlare sono gli stessi rappresentanti di quei Governi che non arrossiscono neppure per aver fallito e tradito l’obiettivo fissato alla conferenza di Barcellona del 2002 di destinare agli aiuti internazionali lo 0,33 per cento del PIL entro il 2006. Di aver tradito e fallito un ulteriore impegno, quello preso nel 2004 sugli Obiettivi del Millennio, quando firmarono e controfirmarono con inchiostro invisibile l’impegno di innalzare la quota per la cooperazione allo sviluppo sino allo 0,7% del Pil entro il 2015. E ancora la promessa del G8 2005 che disse di voler raddoppiare l’aiuto all’Africa.Come stiano le cose l’ha spiegato poche settimane fa l’Ocse.
    ”I Paesi donatori avevano promesso di aumentare i loro finanziamenti di circa 50 miliardi di dollari l’anno entro il 2015, a partire dai livelli del 2004 - si legge nel Development Co-operation Report pubblicato in questi giorni - ma le proiezioni dell’OCSE rispetto alla destinazione di questi fondi registrano una caduta complessiva di circa 30 miliardi ciascun anno. I numeri sono abbastanza eloquenti: tra 2006 e 2007 i Paesi di area Ocse hanno diminuito il loro impegno dell’8,5% a livello internazionale, con punte del 29,6% per il Regno unito, del 29,8% del Giappone, del 16,4% della Francia e dell’11,2% del Belgio. Anche l’Italia perde terreno: meno 2,6% nel 2007”. La crisi economica e finanziaria, infatti, ”che si e’ scatenata nei Paesi sviluppati, e sta ora colpendo i Paesi in via di sviluppo: riducendo i loro livelli di crescita e di commercio, di abbassare i margini che ricevono per risorse naturali, abbassando l’impatto delle rimesse e bloccando i flussi di investimenti verso i loro Paesi. Considerati i differenti gruppi di Paesi, l’Europa risulta aver aumentato i propri contributi del 3,1%, ma i Paesi europei membri dell’Ocse hanno ridotto il proprio impegno del 6,6%, i G7 del 13,9% mentre i Paesi non G7 hanno aumentato i loro contributi del 5,4%.
    L’OCSE/DAC chiede inoltre che Donatori E beneficiari coordinino meglio le loro attivita’, considerato che oggi circa 225 realta’ bilaterali e 242 multilaterali finanziano oltre 35mila attivita’ ogni anno. Il Rapporto rivela infatti che per 24 Paesi poveri meno di 15 donatori nel loro complesso assicurano meno del 10% degli interventi totali in quei Paesi, mentre il resto e’ ancora piu’ frammentato con grande dispendio di sforzi e di costi di transazione.
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    00 19/03/2009 19:35
    D. – E ora, diamo di nuovo la parola ad una voce francese: è il nostro collega Philippe Visseyrias di France 2:

    D. – Santità, tra i molti mali che travagliano l’Africa, vi è anche e in particolare quello della diffusione dell’Aids. La posizione della Chiesa cattolica sul modo di lottare contro di esso viene spesso considerata non realistica e non efficace. Lei affronterà questo tema, durante il viaggio? Très Saint Père, Vous serait-il possible de répondre en français à cette question?

    R. – Io direi il contrario: penso che la realtà più efficiente, più presente sul fronte della lotta contro l’Aids sia proprio la Chiesa cattolica, con i suoi movimenti, con le sue diverse realtà. Penso alla Comunità di Sant’Egidio che fa tanto, visibilmente e anche invisibilmente, per la lotta contro l’Aids, ai Camilliani, a tutte le Suore che sono a disposizione dei malati … Direi che non si può superare questo problema dell’Aids solo con slogan pubblicitari. Se non c’è l’anima, se gli africani non si aiutano, non si può risolvere il flagello con la distribuzione di preservativi: al contrario, il rischio è di aumentare il problema. La soluzione può trovarsi solo in un duplice impegno: il primo, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l’uno con l’altro, e secondo, una vera amicizia anche e soprattutto per le persone sofferenti, la disponibilità, anche con sacrifici, con rinunce personali, ad essere con i sofferenti. E questi sono i fattori che aiutano e che portano visibili progressi. Perciò, direi questa nostra duplice forza di rinnovare l’uomo interiormente, di dare forza spirituale e umana per un comportamento giusto nei confronti del proprio corpo e di quello dell’altro, e questa capacità di soffrire con i sofferenti, di rimanere presente nelle situazioni di prova. Mi sembra che questa sia la giusta risposta, e la Chiesa fa questo e così offre un contributo grandissimo ed importante. Ringraziamo tutti coloro che lo fanno.
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    00 29/03/2009 16:53
    Oggi, durante l'Angelus, gli africani presenti a Roma sono scesi in piazza S. Pietro per manifestare la loro solidarietà al Vicario di Cristo in Terra, Benedetto XVI, vilmente ed ingiustamente attaccato sulle sue parole sui condom, quantomai veraci e razionali. E' una vergogna senza limite che esponenti di quest'Europa che ha preferito voltare le spalle alle proprie radici culturali che cieca vuole solo schiavizzare l'Africa. Già perchè non usare i preservativi vuol dire non pagare le multinazionali che li vendono! E questo fa paura all'Europa e anche le parole del Papa contenute nell'Instrumentum Laboris per il Sinodo dei Vescovi nell'Africa fanno paura: tant'è che si è preferito spostare l'attenzione dei mass-media su questa mezza frase di Benedetto XVI tutt'altro che fuori luogo o sbagliato. E che questi patetici ignoranti pagliacci che si assurgono a sommi sacerdoti e giudici, stracciandosi le vesti, è oltremodo ingiurioso per la vecchia Europa ormai comandata da un manipolo di inetti, oscurantisti e pieni di privilegi! Ebbene bene ha fatto il Papa a parlare e bene hanno fatto gli africani a dargli la solidarietà che merita. Tra l'altro sono veramente caduti in basso e l'UE, l'ONU, la Francia, la Germania, l'Olanda,... e le riviste scientifiche come il "The Lancet" che ora attacca il Papa ma prima gli dava ragione sulla stessa questione. Pagliacci! Andate a lavorare!
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