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Ingaggio dei bersagli
IMPORTANTISSIMO: il primo bersaglio di ogni string, che sia tiro rapido o dinamico, va mirato bene, anche se è vicino. Così facendo saremo sicuri che l’arma ha assunto un assetto preciso e se saremo bravi a non muovere i polsi, basterà spostare le braccia per avere sempre l’arma in punteria esatta in altezza. La ripetizione veloce dei colpi dipenderà dalla distanza dei bersagli e dalla preparazione atletica del tiratore.
Su bersagli vicini fino a cinque metri, se la pistola è impugnata bene e si è aggiustata bene la mira per il primo colpo, non sarà necessario riallineare tacca e mirino fra un colpo e l’altro, ma basterà eseguire una doppietta veloce e i colpi saranno sempre a bersaglio in zona A. Non è un miracolo, è solo tecnica.
Dopo avere sparato migliaia di colpi, sarà facile eseguire la stessa tecnica, ma con velocità diverse, anche a distanze maggiori. Perciò non fatevi impressionare da chi dice che il mirino non lo guarda nemmeno, perché è così solo per i bersagli di una string successivi al primo.
Lo spostamento della pistola da un bersaglio all’altro deve avvenire nel modo più veloce possibile (questo è un tempo morto), e si effettua bene se le braccia non sono proprio tese ma leggermente flesse (isoscele modificato). La bravura del tiratore consiste nel percepire il momento esatto dell’allineamento perfetto e “mollare” la doppietta di colpi.
Mi piace considerare il tiro dinamico come un’arte del movimento (velocità) e della concentrazione (precisione), perciò nell’esecuzione di un esercizio ricerco quasi un ritmo musicale dei colpi e dei movimenti. Nell’esercizio base del “presidente”, per esempio, mi piace sentire una serie di doppiette di colpi senza soluzione di continuità (ritmo jazz), piuttosto che una cadenza di doppiette, magari più veloci, ma separate da spazi morti (ritmo tarantella).