00 27/02/2009 22:51
IL CONTRASTO ALL'EVASIONE? SINTETICO

La Finanziaria estiva (decreto legge 112/2009) e i provvedimenti che l’hanno seguita hanno messo in luce in modo molto evidente quale sia la strategia del governo e dell’amministrazione finanziaria, nei confronti dell’evasione fiscale.
È stata ben sintetizzata dalla Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, che ha “manifestato grande apprezzamento per gli sforzi dell’Agenzia delle Entrate in materia di lotta all’evasione e nella predisposizione di modelli d’accertamento non invasivi nei confronti delle piccole e medie imprese, che sono, invece, diretti a contrastare l’evasione fiscale dei soggetti che presentano elevati indici di capacità contributiva (tutoraggio delle grandi imprese e accertamento sintetico)”. (1)
Ma in cosa consiste, più in dettaglio, questa strategia?

LASCIARE IN PACE I LAVORATORI AUTONOMI E LE PICCOLE-MEDIE IMPRESE

La volontà di distogliere l’attenzione dai lavoratori autonomi, dai professionisti e dalle piccole e medie imprese, che pure sono indicati da tutti gli studi sul tema come i soggetti a cui è imputabile la fetta di gran lunga più rilevante dell’evasione nel nostro paese, ha preso le forme di una esplicita inversione di rotta rispetto all’azione intrapresa dal governo precedente. Si è infatti proceduto a un sistematico smantellamento, presentato come “semplificazione”, di un insieme di strumenti, in parte non ancora operativi, introdotti nella legislatura precedente, che potevano permettere all’amministrazione finanziaria di ottenere, per via telematica, informazioni utili ai fini del contrasto all’evasione. Èstato soppresso l’obbligo di allegare alla dichiarazione Iva gli elenchi clienti/fornitori, che pure, come sostenuto dalla Corte dei Conti, “in ragione dell’ormai generalizzata informatizzazione nella tenuta delle contabilità, non avrebbe provocato particolari complicazioni gestionali ed oneri aggiuntivi ai contribuenti”. Sono state abolite le limitazioni nell’uso di contanti e di assegni; la tracciabilità dei pagamenti e la tenuta da parte dei professionisti di conti correnti dedicati. Èstato soppresso l’obbligo di comunicazione preventiva per compensare crediti di imposta superiori ai 10mila euro. Eppure si trattava di uno strumento importante: l’istituto della compensazione ha reso possibile recuperare con molta facilità eventuali crediti Iva, come è giusto avvenga in un paese civile. Allo stesso tempo, però, la forte dinamica delle compensazioni Iva richiede un attento monitoraggio, in quanto i più importanti meccanismi di frode fiscale, ad esempio le cosiddette frodi carosello, consistono nel rendere possibile la detrazione dell’imposta all’acquirente (che vanta quindi un credito), pure a fronte di un’Iva non versata dal venditore. Èstata significativamente ridimensionata la solidarietà in materia di versamento di contributi e ritenute tra committente, appaltatore e subappaltatore. Viene in particolare meno la corresponsabilità del committente per quanto riguarda gli adempimenti fiscali relativi alle prestazioni lavorative che riguardano l'oggetto del contratto. La responsabilizzazione di un soggetto terzo, il committente appunto, poteva invece rendere più difficoltosi eventuali accordi elusivi tra appaltatore e subappaltatore.
Un ammiccamento nei confronti dei “piccoli” viene anche sul fronte degli studi di settore: è stato previsto l’obbligo della loro pubblicazione entro il 30 settembre dell’anno a cui devono applicarsi, invece che entro il 31 marzo dell’anno successivo. In questo modo, il contribuente è sempre in grado di conoscere in corso d’opera quali sono le aspettative del fisco nei sui confronti e di adeguarvisi. Peccato però che il nostro sistema fiscale non richieda al contribuente di adeguarsi agli studi di settore, che sono solo uno strumento di controllo, ma di dichiarare correttamente il proprio reddito effettivo.
Un ulteriore trattamento di favore viene riservato alle imprese dei distretti industriali alle quali, rispolverando una vecchia normativa mai attuata, viene consentita la possibilità di effettuare un concordato preventivo triennale (cioè di concordare, in anticipo, per tre anni, le imposte dovute) anche per i tributi locali, specificando che “in caso di osservanza del concordato i controlli sono eseguiti unicamente a scopo di monitoraggio”.

ALLA RICERCA DEI GRANDI EVASORI

La seconda parte della strategia del governo mira a recuperare gettito sottoponendo a controllo soggetti che potrebbero essere grandi evasori.
Curiosamente, questa parte della strategia non si appoggia su vere e proprie innovazioni normative, ma sull’insolita approvazione per legge di linee guida per l’azione di accertamento che sono generalmente fornite per via amministrativa.
L’attenzione è rivolta principalmente alle persone fisiche diverse da impresa. Si prevede un piano straordinario triennale di controllo attraverso un massiccio ricorso a strumenti di accertamento sintetico, peraltro già in uso. Consistono, ad esempio, nell’incrociare informazioni su diversi indici di capacità di spesa - possesso di auto di lusso, immobili, imbarcazioni, eccetera - con i redditi dichiarati. Oppure nel confrontare sempre con i redditi dichiarati gli “incrementi patrimoniali” che risultano da atti di registro. L’uso di questi strumenti sarà principalmente rivolto a soggetti che non abbiano dichiarato nessun debito di imposta e che si configurino quindi come possibili evasori totali.
Saranno poi oggetto di particolare attenzione i soggetti che spostano fittiziamente la propria residenza all’estero (uno, cento, mille Valentino Rossi?) In entrambi i casi si intende far leva sulla compartecipazione dei comuni all’attività di accertamento. Ma anche questa è già prevista, in questi come in altri settori dell’attività di contrasto all’evasione, dal provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 3 dicembre 2007, in attuazione dei disposti di cui all’articolo 1 del decreto legge n. 203/2005.
Il decreto anticrisi (185/2008) volge l’attenzione anche sulle grandi imprese, con volume d’affari superiore a 300 milioni di euro, fino a scendere, progressivamente a 100 milioni di euro entro il 2011, disponendo che siano sottoposte a un controllo sostanziale “di norma” annuale. Il controllo non potrà coinvolgere tutte queste imprese, ma sarà attuato in modo selettivo, si dice, sulla base di specifiche analisi di rischio. Saranno sottoposte a “tutoraggio”: una vigilanza costante, finalizzata a garantire la compliance.

PIÙ CONSENSO E PIÙ GETTITO. DA SPENDERE

La funzione delle norme richiamate, molte delle quali non aggiungono granché alla normativa preesistente, è duplice. In primo luogo, sul piano politico, del consenso, si rende esplicito un patto di non belligeranza nei confronti dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese.
In secondo luogo, disciplinando per legge le nuove linee d’azione dell’amministrazione finanziaria, è possibile quantificare, nelle relazioni tecniche, le entrate attese dagli accertamenti e dalle riscossioni ad esse imputabili e utilizzarle a copertura di altri provvedimenti di minori entrate o maggiori spese. Si tratta, però, di previsioni che andrebbero sempre fatte con molta cautela, in quanto difficilmente definibili ex ante e verificabili ex post. Particolarmente discutibile è l’iniziativa fatta propria dal decreto anticrisi: quantificare, anche il maggior gettito imputabile all’effetto deterrenza delle azioni di tutoraggio nei confronti delle grandi imprese e il conseguente aumento degli adempimenti spontanei da parte dei contribuenti.

INTANTO L’EVASIONE RIPRENDE QUOTA

Mentre è ancora presto per valutare gli effetti di gettito dell’attività rivolta ai grandi evasori, primi segnali di una riduzione della tax compliance da parte dei piccoli e medi contribuenti sembrano emergere dai dati sulle entrate tributarie relative ai primi dieci mesi del 2008. Particolarmente indicativo è l’andamento del gettito Iva sugli scambi interni, che è risultato decrescente, pure a fronte di un aumento dei consumi e delle vendite al dettaglio cui l’imposta si applica, con un’accentuazione nei mesi da luglio a ottobre. Questo andamento si ripercuoterà inevitabilmente anche sulle entrate relative all’Irap e alle imposte sui redditi del 2009, e troverà maggior forza nella consapevolezza che l’evasione è un’attività sempre meno rischiosa: non solo perché è minore la probabilità di essere scoperti, ma anche perché nel disgraziato caso in cui ciò avvenga, le sanzioni sono state dimezzate. Ma a questo tema dedicheremo un altro approfondimento.

(1) Comunicato del 27 gennaio 2009 dell'Agenzia delle Entrate.

Fonte
----------------------------------------------------------------------------------
"I always hope for the best. Experience, unfortunately, has taught me to expect the worst."
Elim Garak DS9

Il mio album