Purtroppo nel mio «Lancelot» l’episodio di Camilla è soltanto riassunto. Ho trovato soltanto alcuni dettagli in più… Lancelot riesce ad entrare nella fortezza di Camilla grazie all’anello magico della Dama del Lago, che dissolve ogni incantesimo. In un sotterraneo è prigioniera, legata ad una colonna, una fanciulla di cui Camilla è gelosa perché il suo «ami», Gadresclain, ne era innamorato. La fanciulla spiega ai liberatori che per annullare il potere dell’incantatrice occorre impadronirsi del suo baule e distruggere i suoi libri di magia. Allora Camilla sceglie di uccidersi, gettandosi dalla propria torre, chiamata Roche aus Saisnes.
Nel suo «Studies in the Fairy Mythology of Arthurian Romance» (pp. 97-99), Lucy Allen Paton nota somiglianze tali, fra l’episodio di Camilla e l’avventura della Val Sans Retour, da suggerire che possano essere ispirate a un’unica fonte. Si tratta dunque del rapimento dell’eroe da parte di una Donna oltremondana, una Fata. Come ha osservato Violet, le amanti di Arthur (e di altri eroi, in altre narrazioni) sono «Donne, […] chiaramente "ultraterrene" e legate ai poteri della Terra e dell'Altromondo». Aggiungo che spesso Arthur viene rapito nell’Altrove dalle Dame oltremondane.
Nella Triade 56 sono nominate le tre grandi regine di Arthur. Ecco la Triade 57:
«E le sue Tre Amanti furono costoro:
Indeg, figlia di Garwy di Alta Statura,
e Garwen (“Bella Gamba”), figlia di Henin il Vecchio,
e Gwyl (“Modesta”), figlia di Gendawd (“Grosso Mento” [?]).»
Di Gwyl non è rimasta alcuna notizia.
Di Indeg si sa che la sua bellezza era tale da costituire criterio di paragone. È nominata spesso negli antichi testi, ma nulla si sa della sua storia. All’amore di Arthur per lei si allude in un passo del «Red Book of Hergest».
Garven, o Garwen, o Earwen il cui nome significa «Bella Gamba», compare in una famosa poesia contenuta nel «Black Book of Carmarthen», «Englynion y Beddau» («The Stanzas of the Graves», «Le strofe dei sepolcri»), in cui sono elencate e descritte, in maniera molto concisa e suggestiva, le tombe di numerosi sovrani, eroi, personaggi illustri e mitici, fra cui Pryderi, Gwalchmai (Gawain), Bedevere, Owain (Ywain), Mor e Gwrgi (rispettivamente figlio e fratello di Peredur), Erbin (padre di Gereint). Questa poesia è conociuta soprattutto perché contiene alcuni versi enigmatici sulla tomba di Arthur.
Questa, comunque, è la strofe in cui è nominata Garwen:
«Le tombe sulla sponda del mare,
Pochi coloro che le piangono [scarsamente ornate].
Là giace Sanawg, fiera fanciulla;
Là giace Rhun, ardente in battaglia;
Là giace Garwen, figlia di Henin;
Là giacciono Lledin e Llywy.»
Anche di lei non si sa nulla. Immagino una spiaggia su cui si rompe fragorosa e schiumeggiante la risacca, sotto un cielo di nubi che fuggono veloci e sotto i voli roteanti dei gabbiani schiamazzanti, e un disadorno sepolcro in rovina, perduto e dimenticato fra le dune cosparse di erbe selvatiche scosse e piegate dal vento, dove nessuno si reca più a ricordare la defunta. Così è andato dimenticato gran parte di ciò che furono l’epoca e il regno di Arthur. E la malinconia, la nostalgia e l’amore inducono ad immaginare chi fosse Garwen. Forse, fanciulla dalla chioma corvina e dalla veste grigia o verde, camminò lieta lungo quella stessa spiaggia, guardando il tramonto di oro rosso ad occidente, sul mare. Forse era una spiaggia di Avalon, o di Man, dov’erano custodite le tombe del regno di Arthur. Forse ella fu istruita là, come altre fanciulle, e conobbe le Dame del Lago…
E sempre il vento e l’ombra misuravano il tempo,
il sole portava riflessi come grate di gioia
alloggiata là fuori, incurante degli agguati—
quella che si sarebbe dovuta cercare.
Crevice Weeds