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    00 04/07/2012 21:46
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    Papa/ Nella villa di Castel Gandolfo trova vitigni e asinelli


    Uve bianche e rosse, 'La vigna del Buon Pastore'

    Città del Vaticano, 4 lug. (TMNews)


    Il Papa trova "un paio di novità" nella fattoria pontificia di Castel Gandolfo. Lo spiega all''Osservatore romano' il direttore delle Ville Pontificie Saverio Petrillo: "Abbiamo impiantato due piccoli vitigni, uno di uva rossa e uno di uva bianca.
    Il Papa avrà certamente occasione di vederli, magari durante una delle sue passeggiate domenicali, solitamente più lunghe di quelle che fa nei giorni feriali che per lui, anche qui a Castello, sono comunque giorni di lavoro, di studio e di riflessione.
    Ho piacere di mostrarglieli perché per noi hanno assunto un simbolismo particolare. Abbiamo collocato l'impianto proprio ai piedi della statua del Buon Pastore. Cosicché qui in Villa lo abbiamo battezzato 'La vigna del Buon Pastore'. E chissà forse il Papa, durante una delle sue passeggiate quotidiane, incontrerà anche gli ultimi abitanti della fattoria, i due asinelli recentemente donati alle Ville e gelosamente allevati da tutta la comunità".
    Da segnalare, inoltre, alcune novità che Benedetto XVI vedrà nella residenza estiva. Si tratta - spiega sempre l''Osservatore romano' - innanzitutto della ristrutturazione dell'ala del Palazzo situata al fianco del lago.
    Dove prima c'erano i locali occupati dalla Specola Vaticana ? trasferita nel 2009, come è noto, nell'ex monastero delle monache basiliane ai confini con la piazza di Albano ? sono state allestite, al primo piano, nuove sale per le udienze e, nel sottostante piano rialzato, sono stati ricavati alcuni locali per la Guardia Svizzera e un ulteriore punto di pronto soccorso, modernamente attrezzato, al servizio dei pellegrini che raggiungeranno il Palazzo in occasione di udienze e di altri eventi aperti al pubblico.
    Lavori di restauro anche per la parrocchia di San Tommaso da Villanova. Conclusi quelli relativi alla facciata, stanno ormai arrivando al termine anche quelli all'interno. Obiettivo è restituire al tempio il tratto berniniano originario.


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    00 09/07/2012 23:41
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    PAPA: BREVE VISITA AL CENTRO "AD GENTES" DI NEMI

    Salvatore Izzo


    (AGI) - Nemi, 9 lug.


    Lasciata in auto Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha visitato questa mattina il Centro "Ad Gentes" dei Missionari Verbiti a Nemi dove si svolsero dal 29 marzo al 3 aprile 1965 i lavori della "Commissione Conciliare delle Missioni", ai quali prese parte il giovane teologo perito conciliare Joseph Ratzinger. Al suo arrivo il Papa e' stato accolto dal Superiore Generale eletto, padre Heinz Kuluke, dal predecessore padre Antonio Pernia e dal procuratore generale, padre Giancarlo Girardi. Nella Cappella del Centro, dove lo attendevano i 150 partecipanti al Capitolo Generale dei Missionari Verbiti e la Comunita' della Curia Generalizia di Roma, il Pontefice si e' soffermato in adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento; quindi, dopo il saluto di padre Antonio Pernia, superiore generale uscente, ha rivolto la Sua parola ai presenti. Al termine della visita, durata in tutto poco piu' di mezz'ora, Benedetto XVI e' rientrato al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.


    © Copyright (AGI)

    PAPA: STO MOLTO BENE E SONO GRATO DI POTER TORNARE A NEMI


    Salvatore Izzo

    (AGI) - Nemi, 9 lug.


    "Come sta, Santo Padre?". "Molto bene". E' stato questo il breve dialogo tra Benedetto XVI e il procuratore generale dei verbiti, padre Giancarlo Girardi, che lo ha accolto al Centro "Ad Gentes" di Nemi.
    "Sono veramente grato - ha poi aggiunto il Pontefice nel breve discorso pronunciato in Cappella, che il Papa ha raggiunto con passo spedito, pur tenendo in mano il suo bastone da passeggio - per questa possibilita' di rivedere dopo 47 anni questa casa di Nemi di cui ho un ricordo bellissimo, forse il piu' bello di tutto il Concilio".
    Il Papa ha anche visitato il parco del Centro, dove amava passeggiare in quel periodo di 47 anni fa, e ha ricordato che un altro sacerdote tedesco nuotava invece nel Lago di Nemi. Ai superiori dei verbiti ha poi chiesto se ci sono vocazioni in Germania. "Quasi niente", e' stata la sconfortante risposta.
    Ma i 150 delegati al Capitolo Generale hanno mostrato comunque al Papa il volto di una chiesa formata da uomini di nazioni e etnie molto diverse. "Vedo - ha commentato Ratzinger - che la Societa' del Verbo Divino fiorisce in tante nazioni, la Chiesa vive solo se c'e la gioia del Vangelo se si fa l'esperienza del bene che viene da Dio". Se agiscono cioe', ha concluso, "le stesse forze ispirative dello Spirito Santo che ci hanno accompagnato in quei giorni del Concilio quasi visibilmente".


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    00 09/07/2012 23:41
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    Papa/ A Nemi ricorda soggiorno 1965: Ero teologo senza importanza

    "Il più bel ricordo di tutto il Concilio"

    Città del Vaticano, 9 lug. (TMNews)

    Il Papa ha ricordato il suo passato, in occasione di una visita compiuta oggi ad una casa dei missionari Verbiti a Nemi dove aveva soggiornato ai tempi del Concilio vaticano II nel 1965, sottolineando che all'epoca era un "teologo senza grande importanza".
    Dopo essere giunto poco dopo le 11.30 ed essere entrato tra gli applausi nella casa con il consueto supporto del bastone da passeggio il Papa - come si vede nelle immagini del 'Centro televisivo vaticano' - si è soffermato alcuni minuti in preghiera ed ha poi rivolto ai missionari un breve discorso. Benedetto XVI si è detto "grato" di "rivedere dopo 47 anni questa casa", legato a "forse il più bel ricordo di tutto il Concilio". Ratzinger - perito del Concilio - ha ricordato che all'epoca abitava nel Collegio dell'anima, dove era "anche bello" ma c'era "tutto rumore", "ma stare qui nel verde e avere questo respiro della natura, questa freschezza dell'aria era già in sé una cosa bella. E poi - ha ricordato Ratzinger a proposito del soggiorno teso a reimpostare il decreto conciliare 'Ad Gentes' - in compagnia con tanti grandi teologi e con l'incarico improtante di preparare il decreto sulla missione. Mi ricordo che il generale di quel tempo era pieno di dinamismo missionario per dare nuovo slancio allo spirito missionario e aveva me - ha aggiunto Ratzinger - che ero teologo senza grande importanza, invitato chissà perché, ma per me era un grande dono".
    Il Papa ha concluso la visita con una passeggiata con i superiori dei Verbiti che ha compreso anche un affaccio sul lago di Nemi Il Papa ha ricordato come all'epoca del concilio il segretario del cardinale tedesco Frings, padre conciliare, "fece a nuoto tutto il lago".

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    00 09/07/2012 23:55
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    VISITA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AL CENTRO "AD GENTES" DEI MISSIONARI VERBITI A NEMI (ROMA), 09.07.2012


    Alle ore 11.30 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI è partito in auto dalle Ville Pontificie di Castel Gandolfo per recarsi in visita al Centro "Ad Gentes" dei Missionari Verbiti in Nemi (Roma). In questa Casa, che allora si chiamava Centro Internazionale della Società del Verbo Divino, si svolsero dal 29 marzo al 3 aprile 1965 i lavori della "Commissione Conciliare delle Missioni", ai quali prese parte il giovane teologo perito conciliare Joseph Ratzinger.
    Al Suo arrivo il Papa è stato accolto dal Superiore Generale eletto, P. Heinz Kulüke, dal Superiore Generale uscente, P. Antonio Pernia e dal Procuratore Generale, P. Giancarlo Girardi.
    Nella Cappella del Centro, dove lo attendevano i 150 partecipanti al Capitolo Generale dei Missionari Verbiti e la Comunità della Curia Generalizia di Roma, il Santo Padre si è soffermato in adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento; quindi, dopo il saluto di P. Antonio Pernia, Superiore Generale, ha rivolto la Sua parola ai presenti.
    Al termine della visita, il Santo Padre Benedetto XVI ha lasciato il Centro "Ad Gentes" ed è rientrato al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.


    Di seguito riportiamo le parole che il Papa ha rivolto ai Verbiti nel corso della visita:


    PAROLE DEL SANTO PADRE


    Sono veramente grato per la possibilità di rivedere dopo 47 anni questa casa a Nemi.
    Ne avevo un ricordo bellissimo, forse il più bel ricordo di tutto il Concilio. Io abitavo nel centro di Roma, nel Collegio di Santa Maria dell’Anima, con tutto il rumore: tutto questo è anche bello! Ma stare qui nel verde, avere questo respiro della natura e anche questa freschezza dell’aria, era già in sé una cosa bella. E poi c’era la compagnia di tanti grandi teologi, con un incarico così importante e bello di preparare un decreto sulla missione.
    Ricordo innanzitutto il Generale di quel tempo, padre Schütte, che aveva sofferto in Cina, era stato condannato, poi espulso. Era pieno di dinamismo missionario, della necessità di dare un nuovo slancio allo spirito missionario. E aveva me, che ero un teologo senza grande importanza, molto giovane, invitato non so perché. Ma era un grande dono per me.
    Poi c’era Fulton Sheen, che ci affascinava la sera con i suoi discorsi, padre Congar e i grandi missiologi di Lovanio. Per me è stato un arricchimento spirituale, un grande dono.
    Era un decreto senza grandi controversie. C’era questa controversia, che io non ho mai realmente capito, tra la scuola di Lovanio e quella di Münster: scopo principale della missione è l’implantatio Ecclesiae o l’annunzio Evangelii? Ma tutto convergeva in un unico dinamismo della necessità di portare la luce della Parola di Dio, la luce dell’amore di Dio nel mondo e di dare una nuova gioia per questo annuncio.
    E così è nato in quei giorni un decreto bello e buono, quasi accettato unanimemente da tutti i padri conciliari, e per me è anche un complemento molto buono della Lumen gentium, perché vi troviamo un’ecclesiologia trinitaria, che parte soprattutto dall’idea classica del bonum diffusivum sui, il bene che ha la necessità in sé di comunicarsi, di darsi: non può stare in se stesso, la cosa buona, la bontà stessa essenzialmente è communicatio. E questo già appare nel mistero trinitario, all’interno di Dio, e si diffonde nella storia della salvezza e nella nostra necessità di dare ad altri il bene che abbiamo ricevuto.
    Così, con questi ricordi ho spesso pensato a questi giorni di Nemi che sono in me, come ho detto, parte essenziale dell’esperienza del Concilio. E sono felice di vedere che la vostra Società fiorisce – il padre Generale ha parlato di seimila membri in tanti Paesi, da tante Nazioni.
    Chiaramente il dinamismo missionario vive, e vive solo se c’è la gioia del Vangelo, se stiamo nell’esperienza del bene che viene da Dio e che deve e vuol comunicarsi. Grazie per questo vostro dinamismo. Vi auguro per questo Capitolo ogni benedizione del Signore, molta ispirazione: che le stesse forze ispiratrici dello Spirito Santo che ci hanno accompagnato in quei giorni quasi visibilmente siano di nuovo presenti tra voi e vi aiutino a trovare la strada per la vostra Compagnia, così per la missione del Vangelo ad gentes per i prossimi anni.
    Grazie a voi tutti, il Signore vi benedica. Pregate per me, come io prego per voi. Grazie!

    © Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana


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    00 13/07/2012 17:01
    Da "Vatican Insider"...

    13/07/2012

    A Castel Gandolfo dal pontefice professore


    Gli allievi di Ratzinger a settembre con il loro maestro a disutere di ecumenismo

    REDAZIONE
    ROMA


    Fedele a una tradizione che dura da oltre 40 anni, istituita quand’era
    professore di Teologia a Ratisbona, e come avviene ogni anno dall’inizio del suo pontificato, Benedetto XVI ritroverà il il primo fine settimana di settembre a Castel Gandolfo un gruppo di suoi ex-allievi - il Ratzinger Schuelerkreis -, che quest’anno si confronterà sul tema dell’ecumenismo come riferisce l’agenzia francofona I.media.

    I circa 30 membri del Ratzinger Schuelerkreis, in gran parte provenienti dai Paesi di lingua tedesca, si dedicheranno in particolare ai risultati ottenuti in materia di ecumenismo e alle questioni ancora in discussione con le chiese evangeliche e gli anglicani. Farà da riferimento il libro intitolato «Raccogliere i frutti», pubblicato nell’ottobre 2009 dal cardinale tedesco Walter Kasper, ex presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani.

    Gli incontri fra il professor Ratzinger e i suoi ex allievi risalgono al 1970, quando era docente a Ratisbona. Sono poi proseguiti quando Ratzinger è diventato arcivescovo di Monaco e successivamente prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede.

    Anche dopo l’elezione al soglio di Pietro nel 2005, Ratzinger ha mantenuto questa tradizione, invitando i suoi ex allievi a riunirsi a Castel Gandolfo all’inizio di settembre. Il tema dell’anno scorso era stato quello della nuova evangelizzazione.


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