riguardo alla discriminazione dei gay e alla sessualità in genere mi ero fatto una idea molto particolare, e a quanto pare esperimenti scientifici hanno dimostrato che ho ragione.
andiamo per gradi, la prima cosa che mi ha colpito da quando ho iniziato a interagire con gli altri gay è stata constatare che, sebbene esistano persone gay e persone etero, molto spesso sia i gay che gli etero senza nessun tipo di costrizione reale hanno comportamenti opposti a quelli che uno si aspetterebbe. la maggior parte dei gay che conosco è stato con donne, e fin qui la cosa torna.
in fondo in un mondo in cui essere gay era visto come qualcosa di negativo era logico aspettarsi che uno le provasse tutte prima di rassegnarsi (anche se era meno logico che non solo provasse ma gli piacesse). successivamente ho notato che molti molti etero in certe situazioni non disdegnano divertirsi con altri maschi e che, se l'etero non ha motivazioni ideologiche (religiose o politiche o morali o ideali di ogni genere) che lo frenano la percentuale di "disponibili" diviene mostruosamente alta.
quindi riguardo alla sessualità mi sono convinto che "etero puri" come "gay puri" siano casi relativamente rari, la maggior parte delle persone, pur essendo principalmente gay o principalmente etero ha una base, piccola o grande, di bisessualita' che puo' essere espressa o non espressa a seconda della condizione in cui si trova e delle idee che ha.
poi ho considerato un altro fattore, quello dell'omofobia. alcuni uomini etero, oggi pochissimi ma nel passato una grande percentuale,mostrava grande ostilita' nei confronti dei gay. se ci si pensa la cosa è paradossale. da che mondo è mondo gli uomini, come gli animali combattono tra loro per ottenere le risorse, lo spazio, le prede, poi con la civilta' la terra, il denaro, il potere e, ovviamente, le donne. a livello ancestrale gli animali si combattono per le femmine del territorio, a livello tecnologico i ragazzi spesso si sparano in discoteca perchè qualcuno c'ha provato con la donna di qualcun altro...dunque in linea di principio non solo oggi, ma anche in passato gli etero avrebbero dovuto augurarsi che il numero maggiore possibile di altri maschi (specie quelli belli) fosse gay. un concorrente in meno non puo' che essere ben accetto. allora unendo le due cose che avevo "scoperto" mi è venuto il dubbio che l'omofobia servisse non tanto contro i gay veri e propri ma per scoraggiare tutti quelli che hanno una piccola parte di bisessualità dal fare queste esperienze. con la discriminazione del gay si cerca di limitare l'etero.
non è un caso che proprio in quelle epoche, in quegli ambienti, e in quei contesti in cui la bisessualita' "per provare" è diffusissima l'omofobia la fa da padrone. pensiamo agli arabi,quelli che hanno le leggi piu' feroci contro l'omosessualita' e che sono talmente bisessuali da non crederci. o le caserme, o alcune realta' del sud.
ora questa mia idea ha trovato conferme in un bizzarro esperimento condotto dall'Università della Georgia e pubblicato sul bollettino dell'American Psychological Association .La suddetta ricerca è stata condotta su una sessantina di maschi che si dichiaravano
esclusivamente eterosessuali, divisi equamente fra individui apertamente omofobi e individui per cui l'omosessualità non costituiva un problema. Ai volontari che si sono sottoposti a questo test era stato collegato un particolare apparecchio, il pletismografo penile, per misurare l'inturgidimento e le reazioni dei loro genitali nei confronti di vari tipi di filmati pornografici, con scene di sesso etero, lesbico o gay.
La cosa interessante emersa da questo test è che ben
l'80% dei presunti eterosessuali omofobi ha avuto evidenti reazioni di eccitamento durante la proiezione dei filmati pornografici con soggetti omosessuali (
contro il 20% dei non omofobi), e il 54% ha avuto delle vere e proprie erezioni. Un'altra cosa interessante emersa da questa ricerca è che quando è stato chiesto agli omofobi di descrivere la loro reazione hanno tutti negato di essersi realmente eccitati, probabilmente per una qualche forma di censura mentale.