Pius Augustus, 09/01/2009 14.20:
Spartak puoi spiegarmi con precisione la situazione?
per farla breve quelli che oggi sono i vendoliani rappresentano quella che è stata per quindici anni la maggioranza del partito, che ha condotto il prc attraverso la svolta istituzionalista fino al governo, che oggi, come passo conclusivo di questo cammino, avrebbero voluto sciogliere rifondazione comunista all'interno di un partito di sinistra non identitaria alternativo ma alleato del pd a livello locale ed a livello nazionale.
naturalmente in questa operazione hanno incontrato l'appoggio dei ds/pd e di buona parte dei media italiani (repubblica, corriere,... liberazione è un discorso a parte ancora più scandaloso): loro hanno permesso a rifondazione comunista di avere molte seggioline in più nelle amministrazioni locali (e nel 2006 al governo) e hanno iniziato a considerarla una forza "rispettabile"; rifondazione in cambio si è impegnata nel pervenire gradualmente ad una svolta a destra, annacquando la sua identità e il suo messaggio politico fino a snaturarli, approdando ad un orizzonte socialdemocratico ed istituzionale.
solo che ci si mette di mezzo il risultato di aprile e nel congresso di luglio gli equilibri interni del partito vengono rovesciati.
il neo-segretario riesce a far approvare un documento finale di compromesso tra i ferreriani e tutte le minoranze del partito (tra cui c'è pure chi vorrebbe l'unità comunista col pdci, e qui ferrero ha dovuto fare i salti mortali per non escluderla al 100% cercando allo stesso tempo di non renderla vincolante... io per la cronaca sono contrario all'idea della fusione dei due partiti) che tenta un analisi della sconfitta la più oggettiva possibile e conclude esprimendo la necessità di rilanciare sul piano organizzativo il prc (e con questo si intende fare tutto il possibile per tornare nelle fabbriche, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e di disagio sociale, recuperare il rapporto con l'elettorato, devastato da anni di svolte politiche incomprensibili, piovute dall'alto sulla testa dei militanti), rinunciare se necessario nel breve termine alla lotta istituzionale, rinunciare alla costituente di sinistra se questo dovesse significare la svendita della storia, dell'identità comunista, del patrimonio critico ed antagonista del partito.
a questo punto la scissione era già inevitabile, come non ha tardato a testimoniare il comportamento dei bertinottiani che mo' si chiamano vendoliani, i quali immediatamente rifiutano l'offerta di una gestione collegiale del partito e iniziano una campagna sconcertante di demonizzazione della neo-maggioranza.
rifondazione per la sinistra (questo il nome della corrente vendoliana) inizia ad organizzare iniziative autonome e in molti casi politicamente opposte alla linea democraticamente decisa a chianciano ed adottata dal partito, viene boicottata in ogni modo l’azione della maggioranza in quei territori dove la mozione 2 aveva vinto, il quotidiano di partito si schiera (come già aveva fatto in fase congressuale) decisamente e spudoratamente dalla parte della minoranza.
si cerca insomma in ogni modo di avvelenare il clima onde accelerare la scissione, possibilmente in tempo per le europee/amministrative (soprattutto per le amministrative) onde correre eroicamente in soccorso al pd (che nemmeno un anno fa ci ha chiuso la porta in faccia e attribuito ogni colpa nel fallimento del governo prodi in modo da poter correre da solo ma insieme a idv e radicali e succhiarci via tutti i nostri voti che non sono andati all’astensione).
la questione del giornale è se possibile quella più deprimente, e in ogni caso è stata adottata dai vendoliani come il casus belli per arrivare finalmente alla scissione.
liberazione ha sempre avuto una redazione di bertinottiani di ferro e ok, lo posso capire… un quotidiano di partito, i bertinottiani sono maggioranza del partito da sempre, è lecito aspettarsi che il direttore non sia un anti-bertinottiano (può anche esserlo, ma il giornale di partito mica può lavorare contro il partito stesso)… arriviamo a chianciano: liberazione, che in quanto quotidiano di tutto il prc dovrebbe dare eguale spazio a tutti i documenti congressuali, in una serie di editoriali di sansonetti si schiera nettamente a favore della mozione 2, a congresso finito già iniziano a parlare di stalinismo e continuano imperterriti a contestare ogni atto di questa maggioranza.
ora, figuriamoci se non sono per l’autonomia assoluta dell’informazione, ma qui parliamo di un quotidiano di partito, il cui target sono militanti e simpatizzanti di rifondazione, che va in stampa grazie ai soldi del partito… è lecito aspettarsi che si impegni a esporre la linea del partito in merito alle diverse questioni senza volerla strumentalmente confutare in ogni modo.
questo giornale, oltre ad aver registrato un calo impressionante delle vendite ed oltre ad essere in rosso di tre milioni (ragione peraltro a mio avviso sufficiente per commissariarne la direzione), contesta quotidianamente la linea della maggioranza del partito, una maggioranza democraticamente indicata dall’ultimo congresso nazionale, sponsorizza le iniziative di una minoranza il cui obbiettivo primario è distruggere il partito per scioglierlo all’interno di una specie di sinistra arcobaleno meno il pdci e una parte di verdi.
ora… voi che fareste?
la segreteria del partito annuncia qualche giorno fa la sua intenzione di licenziare, nella riunione del 12 gennaio della direzione nazionale, il direttore di liberazione sansonetti.
vendola & soci approfittano per accusare subito, in modo sguaiato e sospetto, la maggioranza di essere stalinista (loro che non hanno mai criticato una volta una bertinotti, e che hanno accettato cose che sfiorano il culto della personalità), autoritaria (loro che hanno ridicolizzato ogni forma di dissenso per 12 anni, hanno cacciato ferrando e turigliatto perchè hanno "recato grave danno all'immagine del partito", hanno commissariato di recente il circolo di avellino perché contrario alla decisione della federazione provinciale, vendoliana, di presentarsi in lista insieme al pd per le amministrative), giustizialista e addirittura omofoba!!!
morale della favola sansonetti viene oggi licenziato dalla direzione del partito, e sostituito da dino greco, i rappresentanti di rifondazione per la sinistra abbandonano la riunione al momento del voto, e se non fosse stato per la permanenza in aula degli esponenti vendoliani contrari alla scissione sarebbe mancato il numero legale.
e così ci avviamo ad una scissione che i vendoliani, che hanno spadroneggiato sul partito per più di un decennio, non hanno voluto provare ad impedire in nessun modo, nessun accomodamento, nessun tentativo di compromesso.
ognuno per la sua strada e vedremo se la vicinanza al pd e la piena accettazione da parte del sistema politico/mediatico italiano basteranno a vendola per riconquistare la fiducia con gli ex elettori di rifondazione
questa è più o meno la situazione, mi scuso per l’inevitabile mancanza di imparzialità