CRISTIANI

PENSIERI DI CHARLES DE FOUCAULD

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    00 27/12/2008 13:24
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    La mia vita continua, sempre la stessa: occupatissima esteriormente benché molto calma: ogni giorno la stessa cosa: poveri e malati che si succedono; interiormente, mi rimprovero di non dare abbastanza tempo alla preghiera, alle cose puramente spirituali: di giorno, non smettono mai di bussarmi alla porta e la notte, che sarebbe il tempo propizio, m’addormento meschinamente: è per me una vergogna e una sofferenza, questo sonno che prende più posto di quanto vorrei; io non ho tempo per esso, ed esso se lo prende... Il mio esame di coscienza mi rimprovera soprattutto tre cose: tiepidezza verso Gesù; non Lo prego né tanto né così teneramente come potrei o dovrei; tiepidezza verso il prossimo: non vedo abbastanza, nel prossimo, Gesù, non lo amo come me stesso; tiepidezza dinanzi alla croce: non cerco di soffrire, sono pigro e ingordo...
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    “Venite e vedete come è buono il Signore..”. Quando si è intravisto come è buono il Signore, come si può fare diversamente dal desiderare appassionatamente di passare la propria vita a contemplarlo, ad onorarlo, nel fare ogni sua volontà, lontano dalla vanità del mondo? No, ogni nostro tempo è preso, abbiamo intravisto il Re dei re che ha sedotto per sempre i nostri cuori. Noi l’amiamo, non volgiamo più alcun amore terrestre perché abbiamo un Bene da amare e non c’è in noi posto per due... Abbiamo intravisto il cielo, siamo morti al mondo... Vogliamo essere di Dio solo; è sufficiente ai nostri cuori; non sono i nostri cuori sufficienti per rendergli tutto l’amore e l’adorazione che lui merita... Non vogliamo essere divisi; vogliamo essere tutti di lui, ai suoi piedi, come dei fratelli, ma saremo di lui solo, tutti a lui, tutti a lui... - Noi siamo spose, veramente sposate... spose per il fatto stesso che desideriamo esserlo e che gli promettiamo di essere sempre completamente di lui... come è umile e dolce lui, il Re del Cielo, ad accettare così per sue spose tutte queste povere piccole anime che si offrono a lui... Qualche volta è difficile trovare un fidanzato sulla terra, e, tuttavia, è così poca cosa, è cosa così infima, così cenere e polvere, un fidanzato terrestre; è così un niente, così niente di niente!... Ma Lui, il Re del Cielo, lo si può avere per fidanzato quando si vuole... Accetta ogni anima... la più povera, la più indegna, la più colpevole, la più infangata, che si offre a lui con un cuore sincero... Lui le accetta tutte... Mio Dio, come sei buono!...
    È la fede che fa la vita della sposa del Cristo... essa è nella luce; essa sa, essa vede... Vede che è la sposa di Gesù, che la sua sorte è divina; vede che è felice, che la sua vita deve essere un perpetuo “Magnificat” e che la sua felicità è incomprensibile...
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    Appena credetti che c’era un Dio, compresi che non potevo fare altrimenti che vivere solo per lui: Dio è così grande, c’è una tale differenza tra Dio e tutto ciò che non è lui...

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    Più tutto ci manca, più siamo simili a Gesù crocifisso.
    Più siamo attaccati alla croce, più stringiamo Gesù che vi è inchiodato.
    Ogni croce è un guadagno, perché ogni croce ci unisce a Gesù.
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    Più vado avanti e più sono convinto che per il momento non c’è possibilità di realizzare delle conversioni isolate...
    Non sono qui per convertire in un colpo solo i Tuareg, ma per provare a capirli e a migliorarli. Sono certo che il buon Dio accoglierà in cielo quelli che furono buoni e onesti, senza bisogno che essi siano cattolici romani.

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    Dio si serve dei venti contrari per condurci in porto.
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    00 27/12/2008 13:25
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    Più noi abbracciamo la Croce
    più stringiamo strettamente Gesù
    che vi è attaccato.
    Quanto più tutto ci manca sulla terra,
    tanto più noi troviamo
    ciò che può darci di meglio la terra:
    la Croce
    Vivere come se io dovessi morire oggi Martire.
    È grazie alle croci che Gesù ci manda, più che alle mortificazioni che noi stessi scegliamo, che berremo nel calice dello Sposo e saremo battezzati nel suo battesimo, perché meglio di noi stessi egli sa crocifiggerci.
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    00 27/12/2008 13:26
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    Mi chiederete qua ’è la mia vita. È la vita di un monaco missionario fondata su tre principi: Imitazione della vita nascosta di Gesù a Nazareth. Adorazione del Santissimo Sacramento esposto. Residenza tra i popoli infedeli più trascurati da tutti, facendo tutto il possibile in vista della loro conversione. Vita d’austerità uguale a quella della Trappa, ma molto più dura per la sua maggiore povertà e perché il clima è duro e snervante e l’alimentazione ben diversa da quella europea, né si può pensare ad introdurre qui quella dei nostri paesi perché ciò sarebbe un lusso costoso. Si deve vivere di ciò che la regione offre: grano, datteri e latticini. Come vesti ed abitazione non troverete che quanto v’è di più povero e di più rustico, nulla che assomigli alle tonache curate e ai conventi di Francia, ma qualcosa di molto simile probabilmente a ciò che dovettero essere il vestito e l’umile casa di Gesù di Nazareth. Avrete una vita diversa da quella della Trappa in questo che, benché tutto vi si faccia secondo un orario e nella più stretta ubbidienza, non vi esistono quelle piccole prescrizioni esteriori la cui minuzia è una caratteristica della Trappa; si tratta di una semplicissima vita di famiglia. Diversa, anche perché non avrete alcun ufficio cantato, né altra preghiera vocale all’infuori del breviario, ma molta orazione e adorazione, molta preghiera o lettura silenziosa ai piedi dell’altare. Sono e sono sempre stato solo da dieci anni. Se Dio m concederà ora dei Fratelli da convertire, dividersi per la salvezza delle anime in piccoli gruppi di tre o quattro, moltiplicando tali gruppi al massimo; ciò riuscirà più efficace per la salvezza delle anime che la fondazione di monasteri con maggior numero di frati... Vedo questi distaccamenti, questi romitaggi di tre o quattro monaci missionari, come delle avanguardie, votate a preparare la via per cedere il posto agli altri religiosi organizzati e al clero secolare, quando il terreno sarà stato dissodato.

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    Quando abbiamo da sopportare una grave prova, da affrontare
    un pericolo od una sofferenza, passiamo nella preghiera solitaria gli ultimi momenti, l'ultima ora che ce ne separa.
    Amiamo e pratichiamo ogni giorno la preghiera solitaria e segreta, quella preghiera che solo il Padre celeste vede, in cui siamo assolutamente soli con lui e nessuno sa che preghiamo, colloquio a due, segreto delizioso, in cui apriamo il nostro cuore in libertà, lontano da ogni sguardo ai piedi del Padre.

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    Bisogna passare attraverso il deserto e dimorarvi, per ricevere la grazia di Dio; è là che ci si svuota, che si scaccia da noi tutto ciò che non è Dio e che si svuota completamente questa piccola casa della nostra anima per lasciare tutto il posto a Dio solo... Gli ebrei passarono per il deserto; Mosé ci visse prima di ricevere la sua missione; san Paolo, uscito da Damasco, andò a passare tre anni in Arabia; anche il vostro patrono san Girolamo e san Giovanni Crisostomo si prepararono nel deserto... E indispensabile. E un tempo di grazia. E un periodo attraverso il quale ogni anima che vuol portare frutti deve necessariamente passare. Le sono necessari questo silenzio, questo raccoglimento,
    quest'oblìo di tutto il creato in mezzo ai quali Dio pone in essa il suo regno e forma in essa lo spirito interiore... La vita intima con Dio... La conversazione dell'anima con Dio nella fede, nella speranza e nella carità... Più tardi, l'anima produrrà frutti esattamente nella misura in cui si sarà formato in essa l'uomo interiore.
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    00 27/12/2008 13:26
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    Mi auguro e spero sempre di avere un compagno; ho in vista un ottimo sacerdote. Ma il suo direttore non gli permette ancora dì raggiungermi, esigendo dei segni più chiari della volontà di Dio a suo riguardo. Non rimane che attendere, confidando nel divin Maestro. Conosco tanto il sacerdote quanto il suo direttore, un uomo assai illuminato e virtuoso; entrambi sono la buona volontà
    in persona-- Raccomando tutto questo a Gesù. Personalmente, trovandomi solo ai piedi del santo Tabernacolo, avendo Gesù così vicino notte e giorno, e potendo ormai celebrare la messa osi mattina, non mi manca nulla. Non provo alcun bisogno di compagnia, ne ho anzi paura, gustando infinitamente la solitudine con Gesù e temendo la responsabilità. Ma dovrei amare Gesù ben poco per badare ai miei gusti: e considerando unicamente la sua
    gloria, che è il solo fine da tener presente, sarebbe molto meglio se avessi con me un santo e buon sacerdote; ciò significherebbe adorare e recitare l'ufficio divino in due; ma significherebbe soprattutto avere alla mia morte un sostituto, cosicché il paese conserverebbe il suo Tabernacolo, le sue preghiere, i suoi sacrifici e il suo sacerdote di Gesù...
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    00 27/12/2008 13:27
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    Entro in ritiro la domenica di Passione e vi rimarrò fino alla pentecoste... Ho un bisogno estremo di solitudine...
    Sono felice, sempre più felice, nell'amore del nostro amatissimo Gesù... Sono sempre in ritiro, fino alla Pentecoste; ciò mi fa bene; ritorno alla mia vita di “operaio figlio di Maria”, sotterrandomi, facendomi piccolo, pregando più che leggendo,
    rimettendomi con tutte le mie forze al caro ((ultimo posto”, nella condizione di Cenerentola, nella condizione del nostro amatissimo Gesù lavoratore, servo, povero e oscuro.
    Il mio piccolo ritiro è finito... esso si conclude in una pace profonda, più grande, più dolce di quanto mai abbia provato... è come un'inondazione di pace... quanto è buono il buon Dio!... Sono più che mai deciso a restare qui nella vita di “operaio figlio di Maria”, cercando di imitare la vita nascosta del nostro amato Gesù, in un umile lavoro, nell'oscurità, nella preghiera, nell'umiltà interiore ed esteriore, “nascosto in Dio con Gesù”...
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    00 27/12/2008 13:27
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    I1 sacerdote imita più perfettamente Nostro Signore, Sommo Sacerdote, che ogni giorno offriva se stesso.
    Io debbo collocare l'umiltà dove l'ha collocata nostro Signore, praticarla come l'ha praticata lui e perciò praticarla nel sacerdozio, secondo il suo esempio.
    I fratelli sacerdoti, al pari di Maria e Giuseppe, hanno ogni giorno Gesù tra le loro mani... siano sale della terra, facciano risplendere dinanzi agli uomini le loro buone opere affinché questi glorifichino Dio, muoiano a tutto ciò che non è Gesù, poiché “se il chicco di grano non muore resta solo; se viceversa muore produce molto frutto”.
    Ricordino i fratelli sacerdoti che si fa bene agli altri nella misura di ciò che si ha dentro di sé, quanto a spirito interiore ed a virtù.
    I1 prete è un ostensorio, suo compito è di mostrare Gesù. Egli deve sparire e lasciare che si veda solo Gesù...
    Mai un uomo può imitare più compiutamente Nostro Signore
    come quando offre il Sacrificio o amministra i Sacramenti. Una
    ricerca d'umiltà che si staccasse dal sacerdozio non sarebbe buona perché si staccherebbe da nostro Signore il quale è “la sola via”.
    Chiedo di ricevere l'Ordine sacro per glorificare, per quanto sta
    in me, con l'offerta del divino Sacrificio, il nostro amato Signore Gesù Cristo.
    Predicare il Vangelo, salvare i figli di Dio, distribuir loro con le proprie mani il Corpo di Cristo, quale vocazione.
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    00 27/12/2008 13:27
    38
    Sono sempre solo; ora, anzi, non ho più nemmeno un chierico
    per la messa: il giovane negro che me la serviva non è più con
    me. Qualche giorno dopo la sua partenza il Buon Dio mi ha
    mandato un mio vecchio e buon amico, un orientalista che è venuto qui per studiare la lingua tuareg e che per questo rimarrà con me cinque o sei mesi. Grazie alla sua presenza posso celebrare la santa messa. Gesù è buono e mi colma di grazie nonostante la mia miseria. Mi abbandono a Lui per questo e per tutto. L'unica cosa che mi manca, lo sento, è la mia conversione. Preghi per me, padre amatissimo, affinché io sia finalmente ciò che devo essere, affinché mi decida a corrispondere a tante grazie ed incomincia ad amare Gesù.
    Alla fine di ottobre saranno vent'anni che lei mi ha ricondotto a Gesù, vent'anni che è mio padre. Quante grazie ottenute da Dio in questo tempo e quanti benedici ricevuti da lei! Ed io rimango miserabile, insignificante, indolente e freddo!
    Preghi per il suo figliolo, che prega pure fervorosamente per lei e che si mette ai suoi piedi chiedendole di benedirlo...
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    00 27/12/2008 13:28
    39
    Ho chiesto al Signore, come mia sorte, di condividere tutte le sue tristezze... di essere seppellito in Nostro Signore.
    Stiamo attenti, stiamo attenti a non attaccare il nostro cuore ad una cosa creata, qualunque essa sia, bene materiale, bene spirituale, corpo, anima. Vuotiamo, vuotiamo il nostro cuore di tutto ciò che non è la cosa unica. Nient'altro sia il nostro tesoro che Dio. Né il prossimo, né noi stessi, né i santi, né gli angeli, ne i principati, né le potenze; non attacchiamoci a nulla. A nulla diamo il nostro amore, di nulla facciamo il nostro tesoro. I1 nostro unico tesoro sia Dio, il nostro cuore sia tutto di Dio, tutto in Dio, tutto per Iddio. Lui solo; siamo vuoti di tutto, tutto il
    creato, distaccati anche dai beni spirituali, anche dalle grazie di Dio, vuoti di tutto per poter essere completamente pieni di Dio... Noi non vogliamo, non accettiamo altro tesoro che lui, perché non sopportiamo che ci sia nel nostro cuore altra cosa che lui. Egli ha diritto a tutto, tutto il nostro cuore; noi lo conserviamo tutto, tutto intero per lui solo.
    Svuotiamoci dunque di tutto e stiamo bene attenti perché nulla
    vi rientri e perché questo cuore dato a Dio e svuotato per lui resti sempre perfettamente vuoto e puro, e appartenga veramente a lui solo.
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    00 27/12/2008 13:28
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    Sono felice di essere e di fare quel che vuole Gesù. Felice della felicità infinita di Dio. Se non ci fosse questa sorgente inesauribile di felicità e di pace, il male che si vede attorno condurrebbe alla tristezza.

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    Silenziosamente, nascostamente come Gesù a Nazareth, oscuramente, come lui, “passare sconosciuto sulla terra, come un viaggiatore nella notte”, poveramente, laboriosamente, umilmente, dolcemente, facendo il bene come lui disarmato e muto dinanzi all'ingiustizia come lui; lasciandomi, come l'agnello divino, tosare ed immolare senza far resistenza né parlare; imitando in tutto Gesù a Nazareth e Gesù sulla Croce, conformiamo sempre alla condotta di Gesù a Nazareth e di Gesù sulla Croce, imitare Gesù nella sua vita a Nazareth e, giunta l'ora, imitarlo nella sua Via Crucis e nella sua morte.
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    00 27/12/2008 13:29
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    Rendersi estranei ai modi di pensare, di parlare, di agire delle persone del mondo; non occuparsi di quel che pensano, dicono, fanno; fare ciò che è più perfetto, imitare Gesù, non cercare di essere eccentrico, originale - Gesù non lo era - ma nemmeno aver paura di sembrarlo, se le persone del mondo giudicano tale quel che facciamo perché è il più perfetto, perché Gesù
    l'avrebbe fatto... Se il mondo ci giudica male e ci trova pazzi, tanto meglio, saremo più simili a Gesù!
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    Si può sempre far molto con l'esempio, la bontà, la preghiera, stringendo più strette relazioni con anime tiepide o lontane dalla fede, per ricondurle, a poco a poco, a forza di pazienza, di dolcezza, di bontà, per effetto della virtù più che dei consigli ad una vita cristiana oppure, ancora, entrando in relazioni d'amicizia con persone del tutto contrarie alla religione, per far cadere, con bontà e virtù, le prevenzioni che nutrono e per ricondurle a Dio...
    Bisogna estendere le nostre relazioni con i buoni cristiani per sostenerci nell'ardente amore di Dio e con i non praticanti, cercando di avere con loro, non solo rapporti mondani, ma legami
    di affetto cordiale, conducendoli ad aver per noi stima e confidenza e, per questo tramite, a riconciliarsi con la nostra fede. Bisogna essere missionari in Francia come nei paesi infedeli, e questo è compito di tutti i cristiani: sacerdoti e laici, uomini e donne.
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    00 27/12/2008 13:29
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    Ciò che va a fare la Santa Vergine nella Visitazione non è una visita a una cugina per consolarsi ed edificarsi a vicenda col racconto delle meraviglie di Dio in loro; è ancora meno una visita di carità materiale per aiutare sua cugina negli ultimi mesi della sua gravidanza e nel parto; è assai più di tutto questo. Essa parte per santificare san Giovanni, per annunciare la buona novella, per evangelizzarlo e santificarlo, non con le sue parole, ma portando in silenzio Gesù presso di lui, nella sua casa.
    Così fanno i religiosi e le religiose votate alla contemplazione nei paesi di missione. Essi vi vengono per evangelizzare e santificare i popoli infedeli, senza parole, portando Gesù in mezzo a loro nella santa Eucaristia, e portandolo nella loro vita, la vita evangelica di cui danno l'esempio e di cui sono le immngini viventi.
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    00 27/12/2008 13:29
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    Lavorare: come? supplicando, sacrificandomi, morendo, santificandomi, amandolo!
    Avendo un gran bisogno di preghiere, ne cerco e ne chiedo nella mia famiglia, l'intima famiglia di Gesù. Vi scrivo dunque,
    sentendo la necessità e il dovere di riunire tutto ciò che può darmi forza per l'opera di Gesù. Indirizzandomi a voi, chiedo non soltanto il vostro aiuto personale, ma vi domando di riunire a vostra volta tutto ciò che può darvi forza per l'opera di Gesù, che io vedo così necessaria, e intorno alla quale credo fermamente di dover lavorare. Vi prego quindi di chiedere per l'opera di Gesù, alla quale attendo, aiuto, suppliche, sacrificio per i fratelli e le sorelle che Gesù invierà.
    L'opera a cui da lungo tempo mi sento portato a dedicarmi è la formazione di due piccole comunità chiamate “Piccoli Fratelli del Sacro Cuore di Gesù” e “Piccole Sorelle del Sacro Cuore di Gesù”... Fra qualche giorno ritorno nella mia cella accanto al Tabernacolo solitario, e sentirò profondamente più che mai che Gesù vuole ch'io lavori all'istituzione di questa doppia famiglia. Lavorare come? Supplicando, sacrificandomi, morendo, santificandomi, amandolo!
    Per questo appunto io, peccatore indegno di far parte della famiglia intima, vi prego e vi supplico di aiutarmi.
    Nostro Signore ha fretta. La sua vita nascosta di Nazareth, così povera, meschina e raccolta, non é imitata. Lo scopo di ogni vita umana, dovrebbe essere l'adorazione della Santa Ostia. Il Sahara, otto o dieci volte più esteso della Francia, è più popolato di quel che si creda, e possiede tredici sacerdoti. Nell'interno del Marocco, grande come la Francia è popolato da circa otto o dieci milioni di uomini, non c'è nemmeno un sacerdote, non c'è un solo Tabernacolo né un altare.
    Nostro Signore ha fretta. I giorni assegnatici per amarlo, imitarlo, salvare con lui le anime, scorrono e nessuno lo ama, nessuno lo imita, nessuno salva le anime.
    Voglia lo sposo, il Fratello Gesù ispirarvi, dirigervi... Vi insegni ad aiutarmi secondo la sua volontà!...
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    00 27/12/2008 13:30
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    Sì, Gesù basta: dove c'è lui non manca nulla. Per quanto cari siano coloro nei quali brilla un suo riflesso, lui solo è il Tutto nel tempo e nell'eternità. Siamo ben fortunati ad avere un Tutto che nulla ci può togliere e che sarà sempre nostro, purché non lo abbandoniamo noi stessi.


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    Chiedere, desiderare e, se Dio lo vuole, soffrire il martirio per amare Gesù di grande amore... Zelo delle anime, amore ardente per la salvezza delle anime che tutte sono state riscattate per un prezzo inusitato. Non disprezzare nessuno ma desiderare il maggior bene per tuttì gli uomini, perché tutti sono ricoperti dal sangue di Gesù come da un ampio mantello... Fare tutto ciò che posso per la salvezza di tutte le anime, perché tutte sono costate così care a Gesù e sono state e sono ancora tanto amate da lui! Essere perfetti, essere santi, anch'io, perché Gesù ha voluto tanta stima per me da dare, per me, tutto il suo sangue.
    Avere dei gran desideri di perfezione, credere possibile ogni cosa per la gloria di Dio, quando il mio confessore mi dà una prescrizione; come si può, pensare che Dio mi rifiuti una grazia, dopo aver dato per me tutto il suo sangue? Orrore infinito del peccato e dell'imperfezione che vi conduce, perché è stata tanto cara a Gesù... Dolore per i peccati degli altri e per vedere Dio offeso, perché il peccato gli causa un tale orrore, che l'ha voluto espiare tra tanti tormenti... Fiducia assoluta nell'amor di Dio, fede incrollabile in questo amore di cui m'ha dato prova volendo soffrire per me tali dolori... Umiltà vedendo tutto ciò che ha fatto per me, e il poco che ho fatto per Lui...
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    00 27/12/2008 13:30
    49
    La mia vita scorre in una calma incomparabile. È così dolce sentirsi nelle mani di Dio, sorretti da questo Creatore che è bontà suprema, amore - Deus caritas est - che è l'amore, l'amante, lo Sposo delle nostre anime nel tempo e nell'eternità - è così dolce sentirsi sorretti da quella mano attraverso questa breve vita, verso l'eternità di luce e d'amore per la quale ci ha creati...


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    I1 buon Dio vi sosterrà e vi consolerà con i sacramenti, dopo
    avervi sostenuto senza di essi. Lui solo è necessario. Egli sa quel che ci occorre, e ce lo dà al momento giusto: il Buon Pastore dà alle sue pecorelle tanto povere il pascolo di cui hanno bisogno nei diversi momenti: ora consola per impedire lo scoraggiamento, ora permette che si avverta lo smarrimento dell'anima per dar luogo all'umiltà, che è la verità. Siamo in buone mani; il Cuore che mi avete fatto conoscere non cessa di vegliare su di noi; il nostro Sposo ci ama infinitamente, ci osserva senza posa ed è onnipotente; prepara la nostra felice eternità attraverso i mezzi che egli conosce, facendoci lavorare faticosamente allorquando noi, come i ragazzini, vorremmo riposarci...
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    00 27/12/2008 13:31
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    Avere veramente la fede. la fede che ispira tutte le azioni. questa fede nel soprannaturale che dappertutto ci fa vedere soltanto lui, che toglie al mondo la maschera e mostra Dio in tutte le cose, che fa scomparire ogni impossibilità, che rende prive di senso parole come inquietudine, pericolo, timore, che fa camminare nella vita come un bambino attaccato alla mano della mamma, con una calma, una pace, una gioia profonde che pongono l'anima in uno stato di distacco assoluto da ogni cosa sensibile di cui essa vede chiaramente il nulla e la puerilità, che dà un'immensa fiducia nella preghiera, la fiducia del bambino quando chiede una cosa giusta al babbo, che dà lo spirito di preghiera mettendo l'anima in comunione continua con Dio che vede sempre presente; questa fede la quale, come dice il Signore a santa Teresa, ci mostra che “al di fuori delle azioni gradite a Dio tutto è menzogna”; questa fede, la quale ci fa vedere tutto sotto un'altra luce: gli uomini come immagini di Dio, che bisogna amare e venerare come ritratti del Beneamato e ai quali bisogna fare tutto il bene possibile, e le altre creature come cose che devono tutte quante, senza eccezione, aiutarci a procurarci il cielo, lodando Dio per esse, servendoci di esse o privandoci di esse; questa fede che, lasciandoci intravedere la grandezza di Dio, ci rende percettibile la nostra piccolezza; questa fede che ci fa intraprendere senza esitare, senza vergognarci, senza temere, senza mai indietreggiare, tutto ciò che è gradito a Dio. Purtroppo questa fede è così rara! Mio Dio, concedimela! “Mio Dio, io credo, ma aumenta la mia fede!”
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