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L'11 dicembre di Barcellona Pozzo di Gotto

Sfiorata la tragedia a Sant'Antonio Abate

Tratto da www.barcellonapg.it
di Antonino Genovese e Giulia Carmen Fasolo

11 dicembre 2008.

Una data che i cittadini di Barcellona Pozzo di Gotto non dimenticheranno. Il maltempo comincia già la sera precedente, con raffiche di vento e pioggia battente.
E' ancora buio quando a S. Antonio Abate si sentono le sirene dei vigili del fuoco. Qualcuno grida nella strada. La Saja d’Agri è allagata. Le case sono invase dal fango. Le macchine sono sommerse. Uno spettacolo mai visto. Qualcuno indica una casa nella saia sommersa dall’acqua. Una signora è rimasta chiusa dentro. Tra l’indecisione dei vigili del fuoco di scendere a trarla in salvo a causa della corrente troppo forte dell’acqua, la gente che si accalca, sperando di dare una mano in qualche modo, l’attesa del soccorso stradale che prelevi l’automobile per far scendere l’acqua e la paura dei familiari di non rivedere viva più l’amata signora, tre ragazzi del luogo, Stefano Foti, Giuseppe Genovese e Salvatore Acrì, prendono la decisione di entrare da una finestra non sommersa dall’acqua, alla quale precedentemente era stata segata la sbarra di ferro. Noncuranti del pericolo entrano per primi, seguiti dai vigili del fuoco. «E' viva!», grida Stefano dopo una breve ricerca. Trascorrono pochi ma interminabili minuti e la signora è in salvo, ma in evidente stato di shock. L’ambulanza, proveniente dal nosocomio di Milazzo, arriva celermente, tempestivamente avvisata dai cittadini e dai vigili del fuoco. Dopo gli accertamenti del caso, viene trasporta presso l’ospedale più vicino.
Il popoloso quartiere di S. Antonio Abate si stringe ancora una volta intorno ai propri problemi e si rimbocca le maniche, dimostrando spirito di aggregazione e sacrificio. Da soli, con pochi aiuti esterni e tanto coraggio personale, la situazione si sta via via calmando, anche se i guasti sono tanti. Tutti gli abitanti della Via Statale hanno in qualche modo avuto dei danni alle automobili e alle cose, ritrovandosi dentro casa acqua e fango. Da segnalare un brutto incidente in via Pietro Micca, dove parecchie macchine sono state schiacciate dalla frana di un muretto.


12 dicembre 2008. Fango, detriti, spazzatura, fogliame, alberi distrutti, cornicioni divelti, campi devastati, abitazioni pericolanti, torrenti tumultuosi, frane e smottamenti. E tanta, tanta desolazione. Così il giorno dopo si presenta Barcellona Pozzo di Gotto. Con un viso, tristemente pesto, di chi il giorno prima ha dovuto combattere contro una bufera che certamente avrebbe preso alla sprovvista chiunque. Nelle zone balneari come nelle zone più centrali, tutti erano in allarme. Le sirene e i tuoni, quasi gli unici suoni che si sentivano.
Una città incapace, se non quasi solo nelle braccia dei cittadini e dei volontari, di reagire di fronte a tutto questo disastro. Gli abitanti di questo "paesazzo" lo sapevano che prima o poi i tombini avrebbero tradito, non avrebbero tenuto. E sapevano pure che quelle strade asfaltate, recentemente, alla meno peggio, avrebbero presto mostrato il loro vero volto da "catrame da quattro soldi". E così è stato. Chi lo aspettava, ha dovuto attendere davvero poco tempo.
La forza del vento, la bufera d'acqua, il fango che scorreva portandosi dietro i detriti, non hanno dato tregua per molte molte ore, sventrando la città, paralizzando ogni spostamento, allagando case, cantine, negozi e ogni "rilasciato" pendolante in città. Tutte le abitazioni vecchie ora sono ancora più pericolanti e popolano ogni angolo della città in attesa di un'altra sferzata di vento per crollare giù. Esattamente come una parte ha già fatto in alcune foto che potete visionare a destra. Barcellona Pozzo di Gotto oggi è una città in ginocchio e fa fatica a contare i danni alle case e alle diverse costruzioni.
Isolamenti anche nelle comunicazioni elettriche e via cavo: niente luce e niente telefono per molte ore. Era uno scenario apocalittico.
Eppure, proprio stamattina, ciascuno, arruffandosi i capelli e arrotolandosi le maniche, ha ricominciato a lavorare. Per una ricostruzione. Che si debba attendere un altro nubifragio di questa portata prima di sistemare in questa città quello che vi è da sistemare?

LE FOTO SULLA TRAGICA GIORNATA BARCELLONESE SU www.barcellonapg.it




































[Modificato da barcellonese doc 12/12/2008 23:24]