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In molti hanno insistito su come la filosofia sia un prodotto squisitamente greco e unicamente occidentale, quasi come se l'Oriente non avesse mai pensato e - per dirla con una terminologia aristotelica- gli Orientali non fossero uomini in senso pieno.
In questo senso, il motto di Quintiliano "satura tota nostra est"


parrebbe trasformarsi in "philosophia tota nostra est", e su questo punto concorda una lunga tradizione che da Aristotele giunge fino a Hegel;


questi - nelle sue "Lezioni sulla storia della filosofia" - nota come si tenda a provare un misto di fascino e di ammirazione per il pensiero orientale, e ciò dipende unicamente dal fatto che non lo si conosce, se non superficialmente, poichè - nota Hegel - se si scava in profondità si scopre che una filosofia orientale sensu stricto non esiste.
Ma negli stessi anni in cui Hegel condannava il mondo orientale quale inferiore a quello occidentale, Schopenhauer andava scoprendo che anche l'Oriente aveva saputo (e sapeva ancora) pensare, sapeva sollevare quelle stesse problematiche sulle quali si affaticavano gli Occidentali e ad esse fornivano risposte altrettanto ingegnose.



Ed è per questo che Schopenhauer tentò di coniugare, con pari dignità, il sapere maturato nell'Occidente con quello germogliato nell'Oriente, consapevole che non esistono un uomo occidentale e un uno orientale, bensì esiste l'uomo in quanto tale, uguale in tutto il mondo e capace di porsi le stesse domande indistintamente dal luogo in cui si è trovato a nascere.
Più che di un antagonismo conflittuale tra civiltà, si dovrebbe allora parlare - e tentare di attuarla - una cooperazione degli uomini in quanto tali per discutere di tutti quei problemi che, appunto, non riguardano l'uomo occidentale o l'uomo orientale, ma l'intero genere umano.

www.filosofico.net/mondorientale.html



[Modificato da ultimotemplareterra 12/12/2008 00:29]


Vorrei che andaste incontro al sole e al vento
con la pelle, più che con il vestito,
perchè il respiro della vita
è nella luce solare
e la mano della vita è nel vento

Kahlil Gibran "Il profeta"