CRISTIANI

Protestantesimo e Cattolicesimo: le differenze.

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    Manlio-
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    11/12/2008 10:34
     
    Protestantesimo e Cattolicesimo: le differenze.
    Questo articolo è il risultato delle domande che mi sono state rivolte per comprendere le differenze fondamentali tra Protestantesimo e Cattolicesimo chiedendo una contrapposizione netta di tipo "a - b" che spiegasse le posizioni delle rispettive confessioni religiose.
    Pur essendo comprensibile una simile richiesta, bisogna dire che l'approccio che viene richiesto è errato. Io esprimo il mio modo di comprendere e vivere la fede insieme ad altri fratelli e sorelle che hanno fatto la mia stessa esperienza, non in contrapposizione a qualcun altro.
    Per questo sono restio ad un simile approccio, ed infatti in nessun sito di una certa serietà intellettuale e spirituale, troverete contrapposizioni del tipo "noi e loro" (fateci caso), mi auguro però che questo piccolo sacrificio possa essere utile per chi viene a contatto con la spiritualità protestante per la prima volta.
    Certo che per comprendere in maniera corretta le differenze delle due confessioni religiose (il protestantesimo e il cattolicesimo non sono due religioni, ma due modi diversi di esprimere, e quindi di confessare, la stessa religione: quella cristiana), bisogna prima di tutto conoscere la propria confessione religiosa.
    Vi invito, comunque, a leggere anche la sezione: "I Principi del Protestantesimo" che tratta in maniera più approfondita alcune particolarità del protestantesimo.
    Sia la Chiesa cattolica che le Chiese protestanti, riconoscono che la salvezza ci viene donata per grazia da Dio in Gesù Cristo: nella sua incarnazione, morte e resurrezione.
    La differenza sta nella "gestione di questa grazia" nella vita del credente. Detto in parole povere: il cattolicesimo evidenzia come sia il credente ad andare incontro a Dio (l'uomo può attivamente fare qualcosa per la sua salvezza e Dio risponde accogliendolo nella sua grazia); nel protestantesimo si sottolinea invece che è Dio ad incontrare il credente (La Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre. – Giovanni 1,14).
    Questo "senso unico" è stato espresso dal protestantesimo con i concetti di: sola Scrittura, sola grazia, sola fede, solo Cristo.
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    Manlio-
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    11/12/2008 10:35
    Sola Scrittura.
      Sola Scrittura.

    Riteniamo che gli insegnamenti che ci vengono dalla Bibbia siano gli unici vincolanti per la nostra fede di credenti. Non facciamo nostra quella che nel cattolicesimo viene chiamata "tradizione", ossia quell'insieme di insegnamenti e affermazioni che ci vengono dai teologi che ci hanno preceduto e che completano, in qualche modo, quanto riportato nella Bibbia. "Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato" (2 Timoteo 3, 16-17), per noi protestanti, così, le Scritture sono sufficienti a sé stesse e non hanno alcun bisogno di essere integrate con nulla. Dalle Scritture, Antico e Nuovo Testamento, traiamo, dunque, il nostro modo di esprimere la fede, in quanto vogliamo rifarci alla fede e alla struttura della Chiesa primitiva, la Chiesa creatasi intorno alla predicazione apostolica, così come è descritta nelle lettere apostoliche e negli Atti degli Apostoli.
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    Manlio-
    Post: 649
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    11/12/2008 10:36
    Sola grazia.
      Sola grazia.

    L'uomo non può partecipare alla salvezza perché non è in grado di porsi in maniera corretta nei confronti di Dio: "Tutti sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno" (Salmo 53,3). La salvezza ci viene donata solo da Dio in Gesù Cristo: "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù" (Romani 3, 23-24). Un'esperienza di fede che Lutero espresse con la domanda: "Che cosa devo fare per essere salvato?". Nulla, fu la sua conclusione, perché in Cristo mi viene dato il perdono dei peccati e donata la sua giustizia che mi rende giusto davanti a Dio, e non per mio merito o per una mia qualche azione che ha mosso Dio a compassione in quanto il peccatore "è giustificato per fede, senza le opere della legge" (Romani 1,28). Un messaggio che è un grido di gioia, perché ci toglie dall’affanno, dall’ansia, dalla paura, dall’incertezza di non raggiungere Dio. Finalmente possiamo seguire il sentiero che Gesù ha tracciato per noi, le nostre opere non sono più il tentativo di ottenere la salvezza, la vita eterna, ma sono espressione di lode per la comunione che ci viene donata. Per usare uno slogan: non compio opere buone per essere salvato, ma compio opere buone perché sono salvato.



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    Manlio-
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    11/12/2008 10:37
    Sola fede.
     
    Sola fede.

    Alla grazia di Dio, che si manifesta con il dono della giustizia immeritata e gratuita che proviene da Cristo, si risponde con la fede. La fede, però, non è opera nostra, ma di Dio poiché egli mantenendo le sue promesse e realizzandole in Cristo, ci dà la possibilità e la forza di riconoscerlo come Dio adeguando la propria vita agli insegnamenti che ci vengono dalla Bibbia: "Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore" (Romani 5,1). Per questo motivo siamo contrari al giubileo, alle indulgenze, ai pellegrinaggi, e ad altre forme di espiazione e devozione che a nostro avviso danno l'impressione che Dio non doni gratuitamente la salvezza, ma la "venda" a chi "paga" il suo debito verso di lui (un debito che non si potrà mai estinguere, diciamo noi protestanti perché chi può invocare la sua giustizia davanti a Dio? "Come potrebbe il mortale essere giusto davanti a Dio?" - Giobbe 9,2 -). Dio ci dona il suo amore in Cristo, perché nonostante le nostre mancanze, egli è fedele alla sua Parola di Vita: questo è il messaggio che ci viene dal Vangelo. Dio non fa finta che noi siamo buoni, egli ci prende per quello che siamo, dei peccatori, a cui dona la vita del suo Unigenito Figlio: "Egli non ci tratta secondo i nostri peccati, e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe" (Salmo 103, 10), ed ancora: "Non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori" dice Gesù (Marco 2, 17).



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    Manlio-
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    11/12/2008 10:38
    Solo Cristo.
      Solo Cristo.
     
    "C'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini Cristo Gesù uomo" (1 Timoteo 2,5). La salvezza ci viene donata soltanto in Gesù Cristo: nella sua incarnazione, morte, resurrezione (come affermano i Vangeli). Questo è il motivo per cui non rendiamo culto ad altre figure come Maria o i santi e non rivolgiamo a loro preghiere né altre forme di devozione, pur avendo di loro il massimo rispetto per l'esempio di vita che possono dare ad un credente. In Gesù Cristo Dio ci viene incontro annullando ogni distanza: il Regno di Dio è vicino a noi, è in mezzo a noi grazie all’opera dello Spirito Santo, nel quale si manifesta la presenza spirituale, quindi universale, non più particolare e carnale, di Cristo che si realizza con la sua ascensione (Luca cap. 24; Atti cap. 1). Non v’è dunque necessità di mediatori, oltre a Cristo, che colmino la distanza fra Dio e l’uomo. Il cattolicesimo pensa invece che Maria e i santi possano intercedere, per i loro particolari meriti, presso Dio ed in questa funzione di intercessione essi sarebbero un tramite che ci rimanda alla comunione con Cristo ed alla sua misericordia.

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    Manlio-
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    11/12/2008 10:39
    Il Ruolo e la struttura della Chiesa
     

    Intorno al concetto di mediazione si vengono a creare quelle distinzioni che riguardano la funzione e la struttura ecclesiastica della chiesa, che ho posto in una separata sezione per non fare troppa confusione.

    Il Ruolo e la struttura della Chiesa. I concetti sopra esposti portano ad una diversa comprensione della ruolo della Chiesa e della sua struttura. Il protestantesimo, infatti pone l'accento sulla grazia che ci viene donata in Gesù Cristo, una grazia a noi estranea, che ci viene incontro nella Parola predicata. La Chiesa, per noi protestanti, è chiamata ad annunciare la parola di Dio e non ad amministrare e trasmettere la grazia di Dio attraverso i sacramenti e la struttura della Chiesa. Nel cattolicesimo infatti la chiesa è presente dove c'è il vescovo, mentre per i protestanti la chiesa è presente dove vi sono delle persone che invocano il nome di Dio in Gesù Cristo: "Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro" dice Gesù (Matteo 18, 20). Non è un caso che il protestantesimo abbia messo l'accento su quello che viene chiamato sacerdozio universale ossia sul fatto che tutti sono chiamati a testimoniare l'evangelo, e quindi, su un piano spirituale vi è uguaglianza fra tutti: fratelli e sorelle. Nel protestantesimo, infatti, c'è la figura del pastore e non quella del prete, una differenza che non si esaurisce semplicemente nella differenza dei termini, ma che esprime anche il ruolo differente delle due figure. Il pastore è un laico che ha delle conoscenze bibliche che mette a disposizione della propria comunità; il sacerdote, o prete che dir si voglia, è un mediatore tra Dio e gli uomini, tanto è vero che può perdonare i peccati di una persona durante la confessione. Noi protestanti confessiamo le nostre mancanze, i nostri peccati, a Dio durante il nostro culto domenicale, perché riteniamo che soltanto in Gesù Cristo ci viene donato il perdono dei nostri peccati senza mediazione di alcun essere umano. Proprio questo ruolo di unico mediatore rappresentato da Cristo ed il concetto di sacerdozio universale, ci porta a rifiutare, sul piano ecclesiastico, la figura del papa come "vicario di Cristo" ossia il rappresentate di Gesù sulla terra, e il suo primato che si fonderebbe sulla parola di Gesù: "Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa" (Matteo 16, 18). Queste parole per noi vogliono dire che Pietro sarà il primo a predicare la nuova fede (Atti 2, 14-35) e non che avrà un comando speciale all'interno della chiesa (come dimostrano chiaramente le lettere apostoliche). La figura del papa come capo e guida della Chiesa cattolica si è andata a formare nel corso del tempo e non ha fondamento nell'Evangelo, essa può essere intesa nell'ambito di una particolare struttura ecclesiastica che non può rivendicare alcunché di divino.

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    11/12/2008 10:40
    I sacramenti ed il Culto.
      I sacramenti ed il Culto.

     Basandosi sui Vangeli il protestantesimo riconosce solo due sacramenti che si rifanno direttamente a Gesù: Battesimo e Santa Cena. La differenza però non consiste soltanto nel numero dei sacramenti riconosciuti, ma anche nel modo di interpretarli (come vedremo). Quest'ultima differenza è essenziale in quanto nel cattolicesimo la fede viene regolata dall'istituzione Chiesa attraverso i sacramenti grazie ai suoi ministri di culto che per la loro particolare consacrazione sono in grado di amministrarli; mentre nel protestantesimo la Chiesa è chiamata ad annunciare la parola di Dio nella predicazione. La centralità della Parola di Dio è evidenziata nei nostri culti domenicali dal fatto che tutta la liturgia è centrata verso la predicazione. Una cosa che risulta anche dal fatto che la santa cena o eucarestia che dir si voglia viene fatta, di solito, una volta al mese. Mentre la santa cena nel cattolicesimo è un elemento fondamentale perché rende presente corporalmente Gesù Cristo durante la messa, come il concetto della transustanziazione pone in evidenza, nel protestantesimo la presenza "viva" di Cristo si realizza nella predicazione; una presenza spirituale che non deve essere intesa come astratta, non bisogna fare confusione, perché Cristo è realmente presente tra di noi ed in noi nello Spirito Santo in attesa di renderci pienamente partecipi al Regno di Dio. Così i sacramenti sono per noi forme di predicazione fatte con il simbolo dell'acqua (il Battesimo) e del pane e del vino (la Santa Cena); in sé e per sé questi sacramenti non sono mezzi di salvezza, ma simboli che l'annunciano (per noi il pane ed il vino rimangono sempre tali e non vi è alcuna trasformazione in corpo e sangue di Cristo).



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    11/12/2008 10:40
    L'insegnamento della Chiesa e i credenti.
      L'insegnamento della Chiesa e i credenti.

    Il protestantesimo, come ho già detto, si affida totalmente e senza riserve a Dio ponendo l'accento sulla certezza della salvezza in Cristo; salvezza che diventa viva nella fede grazie all'opera di Dio nello Spirito Santo durante la predicazione. Il cattolicesimo invece insiste di più sull'aspetto sacramentale che viene amministrato dalla Chiesa. Da qui nasce anche la differenza di atteggiamento della Chiesa nei confronti del credente: per il cattolicesimo la Chiesa è madre e maestra e quindi ha tutti i diritti di dire per filo e per segno cosa è giusto e cosa è sbagliato nelle cose della vita quotidiana e dare ordini in tal senso; nel protestantesimo la Chiesa dà solo delle indicazioni generali, o per dirla in altra maniera, si appella al credente che decide secondo coscienza.



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    Manlio-
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    11/12/2008 10:41
    Un aspetto particolare del protestantesimo è il pluralismo,
     

    Un aspetto particolare del protestantesimo è il pluralismo,

    esistono infatti diverse denominazioni che sottolineano un particolare aspetto della Parola di Dio. Ciò fa credere che il protestantesimo sia diviso al suo interno, a differenza del cattolicesimo che si presenta come unitario. Non è così, in quanto questo nostro pluralismo non lo intendiamo come divisione, ma come un dono dello Spirito Santo che dà a ciascuno di noi dei doni particolari. Per noi, come recita il "Credo", la Chiesa è una, quindi tutte le Chiese non fanno altro che costituire l'unico ed indivisibile corpo di Cristo. Questo porta le Chiese protestanti a riconoscersi come Chiese sorelle, ossia come Chiesa di Cristo, nonostante le differenze teologiche e organizzative delle singole Chiese. La nostra unità si realizza dunque intorno a Cristo (questa è la cosa veramente fondamentale), non intorno ad una figura come può essere quella del papa, od intorno ad una struttura ecclesiastica unica e valida per tutti (un esempio di tutto ciò lo si può trovare e comprendere nella Concordia di Leuenberg). La pluralità per noi non è un elemento negativo, ma è il frutto della ricchezza dei doni dello Spirito che non ci chiama ad una piatta uniformità, ma ad un pluralismo costruttivo, espressione della fede in Gesù Cristo.

    Spero che queste indicazioni generali, che certamente non vogliono e non possono spiegare tutto per filo e per segno, possano esservi utili, per capire almeno alcuni aspetti della spiritualità protestante. Quello che ho cercato di mettere in rilievo è la biblicità del nostro pensiero e della nostra fede, che come avrete constatato non si pone in polemica, ma esprime quella comprensione del Vangelo che ci viene donata dallo Spirito Santo e che ci unisce al corpo di Cristo costituito da tutte le Chiese cristiane che si rifanno agli insegnamenti di Gesù e che vedono in lui quel Messia che fa di tutti noi un sol popolo: il popolo di Israele.