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Secondo lo Shintoismo non c'è niente di peccaminoso di per sè, piuttosto certi atti creano un'impurezza rituale che una persona dovrebbe voler evitare semplicemente per ottenere pace mentale e buona fortuna, non perché l'impurezza sia sbagliata in sè. Il male e gli atti sbagliati sono chiamati kegare (sporcizia), e la nozione opposta è kiyome (purezza). L'uccisione di un essere vivente, considerata come atto impuro, dovrebbe essere fatta con gratitudine e con riverenza nei confronti dell'animale e ridotta al minimo, praticata solo quando altamente necessario.
I giapponesi moderni continuano a enfatizzare grandemente l'importanza dell'aisatsu, l'insieme di frasi e saluti rituali. Prima di mangiare, molti giapponesi dicono itadakimasu, in modo da prestare un appropriato rispetto per chi ha preparato ed in generale per tutti quegli esseri viventi che hanno perso la loro vita per permettere quel pasto. La mancanza nel mostrare rispetto può essere considerata come un segno di orgoglio ed un'assenza di preoccupazione per gli altri. Questa attitudine è evitata, perché si pensa che possa causare problemi per tutti. Chi fallisce nel tenere in giusto conto i sentimenti delle altre persone e dei kami attrarrà su di sé la propria disgrazia. La peggior espressione di questa attitudine è lo sfruttare la vita degli altri per il guadagno o godimento personale. Si crede che le persone uccise per mano altrui provino rancore e diventino aragami, spiriti che cercano vendetta.