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Nel nostro comune parlare spesso usiamo frasi stereotipe, alcune di esse sono:
"Non si finisce mai di combattere"... " E' una guerra"... " ogni giorno è una battaglia" ed altre simili. L'uomo non credente associa queste espressioni alla vita in generale. Quindi si combatte contro il traffico, la burocrazia, l'ambiente di lavoro. Per moltissime persone spesso queste frasi sono accompagnate da un sentimento d'impotenza e amara rassegnazione, quasi a dire"E' una battaglia persa" .
Ma quando il credente parla di combattimento, di battaglia a cosa si riferisce? Di cosa sta parlando? Parla anch'egli della vita in generale? (traffico, politica ... ), oppure parla di un dualismo cosmico fra due potenze (il bene e il male), che vanno oltre la sua comprensione e che si fronteggiano da sempre? O sta parlando di altro ancora? E poi, quale sentimento alberga nel suo cuore, amara sconfitta, o gioiosa vittoria, oppure un sentimento neutrale come se fosse un problema che a lui non riguarda?
La Parola di Dio chiama chiunque si sia sottomesso a cristo Gesù a sostenere,

"Il combattimento spirituale"

Questo tema è stato molto dibattuto nelle chiese evangeliche anche in modo controverso, a volte minimizzando dove ha prevalso un atteggiamento ed una teologia influenzata da una razionalità materialista, a volte esagerando dove ha prevalso una spiritualità influenzata dal sensazionalismo magico, questi atteggiamenti però, sono sbagliati e fuorvianti, non hanno una giusta visione di quello che è "il combattimento spirituale" . Noi dobbiamo rifarci al realismo biblico, la nostra visione deve riferirsi ed uniformarsi alla santa ed infallibile Parola di Dio, dove ritroviamo tutti gli equilibri perfettamente armonizzati, ma soprattutto essa ci rivela Gesù cristo il Signore che ha già vinto, anzi ha trionfato! Aspettando quindi, la manifestazione della sua vittoria, che ci condurrà in gloria al riposo eterno, noi ora combattiamo con Lui accanto, la nostra battaglia. Il credente non può essere neutrale, ogni figlio di Dio è apertamente schierato, egli è un militante dell'evangelo.
Forse questo principio va a cozzare contro la diffusa e buoni sta teoria del "Volemose bene". E' vero il figlio di Dio è chiamato ad amare, a volere la pace, ma egli è chiamato anche ad odiare il peccato, a resistere a satana, a combattere contro di ciò che non onora Dio!
Attenzione perciò a non confondere il peccato (che va odiato) con il peccatore, (che va amato), ciò che piace a Dio con ciò che piace all'uomo, non confondiamo il volere di Dio con i nostri desideri.
La guerra è stata vinta da Cristo sulla croce, questa è pura verità, ma è altrettanto vero che ogni battaglia va ancora combattuta con sottomissione ed ubbidienza a Cristo. Il credente può trovarsi impegnato in diversi campi di battagli, essa non è mai una ed uguale per tutti, così può essere che ci troveremo a combattere contro ideologie imbevute di male, oppure rivestite di buonismo umanitario, (apparentemente innocuo), ma che in realtà al pari delle prime che rinnegano l'opera e la Signoria di Cristo.
Potremmo ritrovarci a combattere contro i demoni mettendo in pratica l'esorcismo e la preghiera di liberazione, oppure contro l'impersonalità delle istituzioni. Questo combattimento potrebbe portare ad attraversare esperienze difficili e piene di dolore, ma il più delle volte invece, dobbiamo combattere tutti i giorni nella quotidianità della nostra vita.
Il combattimento al quale siamo stati chiamati è più simile ad una guerra di trincea piuttosto ad un unico e cruento scontro, a volte dobbiamo difenderei altre volte attaccare. Talvolta si richiede l'azione di un singolo credente, spesso invece è tutta la comunità coinvolta. Il raggio d'azione è molto ampio, gli attacchi del nostro nemico sono molteplici e provengono da molte direzioni, pertanto non possiamo essere distratti, ne possiamo ingenuamente sottovalutare il nemico avendone una visione riduttiva e semplicistica.
Inoltre non possiamo mai dimenticare la necessità della preghiera.

Studio svolto da una chiesa Evangelica di Roma


Tu mantiene in una pace perfetta colui la cui mente rimane ferma in te, perché confida in te.
Isaia 26:3